venerdì 21 maggio 2010

Vania Mancini - Zingare spericolate (presentazione)

vania mancini-zingare spericolate

A piedi per i tratturi alla scoperta dell'Alto Sannio

Assomab presenta a Roma gli itinerari a piedi sui tratturi, veri e propri viaggi nell'Alto Sannio attraverso le più grandi strade verdi d'Europa. Lo farà questa mattina, in grande stile, ad un appuntamento importante, vetrina a livello nazionale: il Forum della Pubblica amministrazione. L'offerta del Consorzio Assomab, consiste in un trekking a piedi sulle più grandi vie verdi d'Europa, così definiti i tratturi. I programmi sono stati confezionati per gli escursionisti italiani ed europei e verranno presentati domani, alla nuova Fiera di Roma in occasione del Forum della Pubblica Amministrazione. A partire dalle ore 13, ospiti dello stand della Regione Molise, il presidente del Consorzio, Domenico Pellegrino, e i rappresentanti dei Comuni e delle istituzioni facenti parte del Consorzio esordiranno in ambito nazionale con la prima, vera offerta turistica organizzata riguardante i tratturi appenninici. «Una risorsa che contraddistingue il Molise - dichiara il presidente riferendosi proprio ai tratturi - e che intende caratterizzare in maniera forte l'offerta turistica del territorio dei sette Comuni che compongono Asso Mab, così da differenziarla nettamente e renderla unica rispetto al panorama del turismo escursionistico italiano e continentale. Intorno all'elemento tratturi - conclude Mimmo Pellegrino - è ovvio che sono da mettere in risalto tutte le altre peculiarità dell'Alto Molise come la presenza dell'archeologia sannita, la produzione casearia e dei tartufi o l'eccellenza naturalistica rappresentata delle due foreste Mab Unesco patrimonio della Biosfera. Mettendo in rete tutto questo l'Alto Molise diventa, finalmente, una realtà turistica concreta con i propri numeri da giocare alla pari con le altre aree turistiche dello Stivale. Intendiamo diventare, presto, temibili concorrenti per tutti nel settore naturalistico ed escursionistico».

Il consorzio Asso Mab ha invitato per questa mattina a Roma, presso lo stand una decina di associazioni escursionistiche romane e del Lazio per presentare loro direttamente i «Viaggi nell'Alto Sannio» itinerari che, raccolti in un calendario, saranno presentati nei prossimi giorni in Molise in una conferenza stampa regionale. Tra qualche giorno, inoltre, gli itinerari saranno inoltre pubblicati sul sito web del Consorzio che ha il seguente indirizzo: www.assomab.it Ricordiamo che il consorzio Asso Mab è nato nel 2006 per la ridefinizione delle aree Mab (programma Man and Biosphere dell' Unesco) di Colle Meluccio e Montedimezzo nel tentativo concreto di confezionare offerte di turismo sostenibile finalizzate allo sviluppo socio economico dei comuni aderenti. Del Consorzio fanno parte: Regione Molise, Corpo Forestale dello Stato-Ufficio biodiversità di Isernia, Università degli Studi del Molise e i comuni di Chiauci, Carovilli, Pescolanciano, San Pietro Avellana, Roccasicura, Vastogirardi e Pietrabbondante. I «Viaggi nell'Alto Sannio» sono itinerari da uno a cinque giorni a piedi e guidati sui percorsi tratturali, nelle foreste Mab-Unesco e sui siti archeologici sanniti.

I viaggi nascono da una collaborazione di Nicola Mastronardi, giornalista esperto di escursionismo, la Volturnia edizioni che curerà le pubblicazioni e la cooperativa Madre Natura che ha la responsabilità del servizio di prenotazione e guide (www.madrenaturacoop.it). In particolare sono dieci gli itinerari da un giorno, dai 6 agli 11 chilometri, accessibili anche ai non allenati, con un cammino effettivo in media di tre ore, anche se la partenza è prevista alle 9.30 e il rientro alle 18. Mentre sono tre gli itinerari per i trekking da tre a cinque giorni. I percorsi si articolano lungo: tratturo Celano-Foggia; tratturo Castel di Sangro-Lucera; tratturi Celano-Foggia e Castel di Sangro-Lucera. Data la lunghezza, dai 34 ai 52 chilometri, con in media 4 ore di cammino effettivo al giorno e la difficoltà medio-bassa, questo tipo di itinerario si consiglia ad escursionisti con un minimo di esperienza di viaggio di natura.

Roberta Muzio su ilTempo.it
Anche su il Quotidiano del Molise l'articolo in pdf
20/05/2010



domenica 16 maggio 2010

Chi graffia le auto a Pietrabbondante?



Chi graffia le auto a Pietrabbondante? Accolgo e riporto l'appello di Adelina Zarlenga e la sua speranza di fare chiarezza.

Ciao a tutti,



vorrei aprire sul blog un post di discussione intitolato: "Chi graffia le macchine a Pietrabbondante?"
Da tempo nel paese c'è qualcuno che si diverte a lasciare segni e sfregi sulle auto. E i danni causati non sono da poco. Anche un piccolo taglietto comporta la sostituzione di tutto il pezzo della carrozzeria della macchina oltraggiata. Credo che non sia giusto.
Mi piacerebbe che chi sa qualcosa su questa storia, lo scrivesse qui, anche in modo anonimo.
Per fare un pò di giustizia, o almeno, informazione.
Grazie.


Adelina

venerdì 14 maggio 2010

La Speranza N. 0 - Giornalino Parrocchiale

Abbiamo recuperato gli altri numeri del giornalino LaSperanza e li pubblicheremo gradualmente sul blog; i numeri sono in tutto 12 e oggi cominciamo col numero 0 del 1998. Tutti i giornalini sono scaricabili e stampabili dal nostro account su Scribd. Lasciateci commenti se vi ricordate del giornale e su cosa pensate degli articoli.
LaSperanza N.0

L'altro monumento ai sanniti


Abbiamo già parlato del celebre monumento ai Sanniti di Pietrabbondante; questo, invece, quello realizzato a Pontelandolfo, altra zona del Sannio Pentro, dallo scultore Giovanni Mancini. (link)

Notizie dal Brasile

Abbiamo ricevuto questa mail dal Brasile, la pubblichiamo per chi abbia notizie sue queste persone. La mail a cui rispondere è simone.diorio@hotmail.com


Sono pronipote di immigrati italiani, nati in Italia che cercano i parenti con il mio cognome, che io sappia hanno storie deles.O il certificato di morte della mia bisnonna era:Michael Diorio sposato Judith Delvecchio, Michael era il figlio di Archanjo Diorio ed Eugenia Banchiola.Agradeço molto se qualcuno è interessato ad aiutare me!Io sono di São Paulo SP Brasile 

giovedì 13 maggio 2010

Itinerari. Molise...da Termoli a Venafro


Dall'ottimo sito http://www.itinerari.it/ proponiamo questo itinerario in Molise che, naturalmente, comprende anche il comune di Pietrabbondante.


Vi proponiamo un itinerario in Molise tra le bellezze di questa regione ancora poco esplorata che negli ultimi anni sta diventando la meta preferita da chi ama iltrekking urbano e quello di città. Aria pulita, vivibilità e molta natura.

La prima città che incontriamo sul nostro percorso è Termoli. Un appuntamento con il mare nel Molise tra le foci delBiferno e del Sinarca, con il suo affascinante porto. Qui non potete perdere il Borgo medievale che si estende intorno al Castello di età Federiciana e al Duomo romanico.
Lasciamo Termoli per arrivare ad Agnone, la città di origine preromana che si meritò l’appellativo di Atene del Sannio.

Di straordinario interesse artistico e storico il complesso che troviamo nella terza città del percorso: Pietrabbondante che ci regala un complesso sannitico civile e religioso probabilmente risalente al II sec. A.C..

Ad Isernia, altra tappa dell’itinerario, ci si può fermare per ammirare il centro storico, che raccinta di una città che, seppure oggi dalle sembianze postmoderne vanta una storia antichissima, tanto da avere testimonianze d’eccellenza come quelle dell’Homo Aeserniensisqui vissuto circa un milione di anni fa, il più antico antenato d'Europa.

Il nostro piccolo viaggio si conclude a Venafro cittadina di antiche origini con monumenti di epoca romana, tra cui un Anfiteatro di epoca Flavia. (link)




Visualizzazione ingrandita della mappa

Festa Nazionale dei Piccoli Comuni



Anche il comune di Pietrabbondante è stato coinvolto, il 9 maggio 2010, nell'iniziativa nazionale di Legambiente "Voler bene all'Italia", Festa Nazionale dei Piccoli Comuni. Per maggiori informazioni si rimanda al sito dell'evento: http://www.piccolagrandeitalia.it/index.php


Mommsen in Molise



Nel 1844 Cristian Matthias Theodor Mommsen compie il primo viaggio in Italia: frutto di questo viaggio sarà il diario Viaggio in Italia (1844-1845), molto difficile da decifrare, inframmezzato com’è anche da «banali» poesie. In questo leggiamo di una veloce traversata attraverso le terre del Molise. Scrive in maniera laconica, quasi schizzi veloci, appunti e non descrizioni «Il 31 (è il 31 luglio del 1845) studiato le iscrizioni di Chieti: a mezzogiorno dall’arcivescovo. Di sera alla volta di Popoli, poi con il corriere, passando per Sulmona (mezzanotte), Castel di Sangro (mattino), Isernia (deserta, grigia zona collinare), Venafro (fra magnifici uliveti, da qui poi la regione diventa più amena), Capua – posta senza attrattive in pianura – a Napoli». Ogni commento è superfluo. Theodor Mommsen doveva tornare in Molise. Fu infatti a Pescolanciano, ospite del Duca Giovanni Maria d’Alessandro(personaggio di antica Casata napoletana del Sedil di Porto, gentiluomo illuminato – a lui si devono gli scavi archeologici di Pietrabbondante – fedele alla causa borbonica, organizzatore della Vandea molisana (corrono gli eventi del 1860); sconfitto, fermo nelle proprie idealità segue in esilio il suo re,Francesco II. Di tale permanenza nel maniero di Pescolanciano parla una lettera che l’illustre archeologo scrisse a Lipsia il 20 dicembre 1849: l’inedito, qui di seguito riportato, è pubblicato per gentile concessione di Ettore d’Alessandro, discendente di quella illustre Famiglia. «Ecc.mo Sig. Duca, mi sento obbligato ad Ella per la gradita ospitalità nel suo maniero in Peschiolangiano, che ancora oggi mi porta a rinnovare i dovuti ringraziamenti. Il ricordo di quel Monte che all’alba davami risveglio e al tramonto accompagnava il lento torpore è sempre vivo, rendendo men tristi i giorni cattivi e più lieti i buoni… Ella mi accompagnò in quelle terre, patria della civiltà dei Sanniti, bagnate dalle chiare acque del fiume Trigno perché potessi approfondire le mie proposizioni riguardo Bovianum Vetus presso Agnone …. Amerei, assai, Sig. Duca, sapere se dette inizio al lavoro di scavo intorno alla sannitica torre di santa Maria Vignali, che ebbi occasione di ammirare nelle prime nostre escursioni. Non ne ho veduto nulla di simile nella zona, come è di sicuro interesse quel passaggio nella roccia che porta alle segrete del suo castelllo… Ho ammirato la collezione di maioliche del suo antenato, che rappresentano tanto lustro e la continuità storica di un popolo ricco di ingegno e maestria ed amerei ricevere omaggio di questa manifattura per mostrarla al mondo accademico di Berlino…Comunque Ella con i suoi gentili modi e raffinatezze culturali, tipico del suo rango e della illustre sua Famiglia ben nota nel Regno e al Re di Sassonia, ha reso la mia visita in quei luoghi come una epigrafe indelebile nel mio cuore… o contemplato quel verde paesaggio sannitico non conoscono parole di gratitudine e di cordiale affetto per Ella e per la sua terra… Attendo sua risposta e mi rassegno con consueta amicizia e stima». 

Ancora oggi il viaggiatore che l’estate giunge a Pescolanciano e visita il castello respira un’atmosfera irreale e suggestiva che soltanto le antiche cose sanno evocare. In quel luogo il tempo sembra aver sospeso il corso: mobili in preda ai tarli, mura e nicchie che trasudano segreti, piccole interessanti suppellettili che recitano una vita che non è più, arazzi e bandiere di antiche virtù simboli, incunaboli e pergamene, lettere gelosamente custodite, stanze che danno in altre stanze e urlano gli eventi della storia o raccontano del lavoro febbrile degli artisti intenti a plasmare la creta e poi scalinate di pietra, unacorte dal pavimento sconnesso in cui a tratti affiora l’e rba, un ponte sospeso sull’abisso che catene in quiete non sollevano più, le reliquie di Sant’Alessandro contenute nella mistica piccola cappella, gli arredi sacri e preziosi come il sangue versato del Santo, la tela La Decollazione del Martire, dipinta da un allievo di Francesco Solimena, ebbene tutto questo finisce con l’ irretire la carne, col farne sua preda: la malia penetra nell’acciottolato dei tendini, dei muscoli e del sistema nervoso del visitatore e se ne impossessa tutto, fino a devastarlo; soltanto l’occhio sembra sfuggire alla suggestione che promana da quel luogo, per perdersi dall’alto del maniero nell’ infinito incanto del verde.

Tratto da Viaggiatori in Molise, a cura di Massimo Bignardi, Electa Napoli

mercoledì 12 maggio 2010

La macchia di petrolio in Molise

E se Pietrabbondante fosse al centro della macchia di petrolio che sta invadendo il Golfo del Messico? Quanto sarebbe grande la sua estensione e fin dove arriverebbe? Guardate l'immagine in basso oppure andate su questo sito http://paulrademacher.com/oilspill/ per rendersi conto della vastità del disastro.


Il primo sovrintendente agli scavi di Pietrabbondante


Giovanni Maria d’Alessandro, XIII Bar. e VIII Duca di Pescolanciano, Balì Cav. Gr. Cr. S.M.O. Costantiniano di S. Giorgio(1860), Gentiluomo di camera con eserc.(1858), * Napoli(S.Marco Palazzo) 19 mag 1824, + Napoli 8 gen 1910, 
Fu capo plotone della Guardia Cittadina(1847) posta sotto il comando di S.A.R. Leopoldo di Borbone,Consigliere Prov. per Campobasso(1851), capo plotone della R.Guardia d’Onore della prov. di Molise(1854) poi Capo Squadrone (1855), Presidente del Cons. per il distretto d’Isernia che gli fruttò l’onorificenza delle “Chiavid’Oro”(1858). Sovrintendente Regio agli scavi archeologici di Pietrabbondante(1857).Partecipò ai moti legittimisti in Molise, contro l’esercito piemontese e seguì re Francesco II di Borbone in esilio a Roma, dove rimase fino al 1865, epoca in cui tornò a Napoli.= 22 apr 1850 Anna Maria Ruggiero di Albano,* Napoli 11 feb 1829 + Pescolanciano 27 mag 1891, figlia di Cosimo e Provvidenza Loverso.

Informazioni sulla famiglia d'Alessandro dal sito: http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterad/d'alessandro.htm



D'ALESSANDRO

Duchi di Pescolanciano

Le origini più remote della famiglia vengono tradizionalmente rinvenute in alcune tribù elleniche, che si stanziarono in Magna Grecia, identificate dal nome proprio di Alexander(composto dai termini “alexein” ed “ander”o “andròs”, letteralmente “difensore degli uomini”). Il ramo ducale di Pescolanciano, deriva direttamente da quello principale dei d’Alessandro patrizi Napoletani, che furono ascritti ai seggi di Montagna(1464, con Severo) e successivamente di Porto(1492). Fin dalle origini furono sempre vicini alla casa reale angioina: Angelo, fu consigliere del re Carlo I d’Angiò, e venne promosso Luogotenente del Regno (1282-85) per la sentita fedeltà alla corona; Paolo di Giovanni III fu scelto come segretario personale della regina Giovanna II, che lo promosse al rango di familiare di costei e lo nominò Direttore del gran Sigillo; suo fratello Sansonetto fu pure familiare della medesima regina ed ebbe l’incarico di governatore di Montefusco e suoi casali avellinesi(1415), nonché di Lucera e Foggia(1423). Egli, inoltre, fu il capostipite del ramo dei d’Alessandro Duchi della Castellina, titolo che fu conferito da Filippo IV di Spagna a Giovanni Battista nel 1639(fu tra i nobili fondatori dell’opera caritatevole del pio Monte della Misericordia in Napoli – 1601 - di cui fu governatore – 1609; dal sedile di Porto fu nominato deputato autorizzato a trattare con il Viceré de Las Torres, Duca di Medina per l’abolizione di alcuni gravosi dazi), titolo che la famiglia conservò fino al XVIII sec., epoca in cui morì il prelato Luigi, vescovo di Foggia, e la di lui sorella Francesca sposò Giovanni Battista Zunica, famiglia che ne ereditò il predicato.

Al ramo principale partenopeo, appartennero: Giovanni, Barone di San Giorgio(fine sec. XIII); Francesco(figlio del precedente) e Gualterio(fratello del predetto Giovanni) che risultarono tra i baroni del Regno di Carlo II d’Angiò, che ne ordinò la rivista in S. Germano (1291); Antonio di Francesco, fu erario della città di Napoli(1311); suo fratello Alessandro fu maestro di Teologia e scelse di indossare gli abiti religiosi diventando Generale dei frati Minori(1310); Giovanni, Abate del convento di San Giovanni a Carbonara in Napoli; Giovanni II, come il padre Antonio, fu erario di Napoli(1338), carica che fu affidata anche a suo figlio Antonio II(1343) dalla regina Giovanna I; Giovanni III di Antonio, Barone di Casanova, fu gran Camerario di Calabria(1415) e successivamente Maresciallo del Regno e giustiziere degli Scolari.

L’attuale ramo dei Duchi di Pescolanciano, discende da Giovanni Francesco che sposò Rita Baldassarre di Roccaraso. Egli riscattò la confisca dei feudi che era stata recentemente subita dalla famiglia(suo padre, Lorenzo, che sposò Cecilia de Angelis, della famiglia imperiale greca, unitamente al fratello Baldassarre si era schierato nella rivolta baronale filo-francese, contro la dinastia austro-iberica, e non usufruendo dell’indulto del 1530, restò coinvolto nei processi sommari voluti dall’imperatore Carlo V, con conseguente esproprio dei beni fondiari e rendite) con l’acquisto della baronia di Santa Maria dei Vignali e di Pescolanciano(1576). Tra gli appartenenti al ramo ducale di Pescolanciano si ricordano: il terzo Barone Gio.Gerolamo(+1642), coniugato a Isabella Sommai, che ottenne le baronie di Carovilli e Castiglione(1619) nonché di Civitanova del Sannio e Sprondasino (1627); il Cav. Giovanni(1574 - 1654), noto per la scuderia di cavalli “saltatori” in Pescolanciano; Agapito(1595 - 1655), marito di Beatrice Ferri, che acquistò il feudo di Civitavetere(1629); Fabio(1626 - 1676), ottenne la concessione del titolo ducale sul feudo di Pescolanciano(1654); Gio. Giuseppe (1656 - 1715), noto per la sua attività letteraria, fu riconosciuto poeta barocco dall’Accademia degli Oziosi; Ettore(1694 - 1741) ereditò dalla madre, Anna Maria Baldassarra Marchesani, i feudi di Castel del Giudice e Roccacinquemiglia; Pasquale Maria(1756 - 1816), acquisì il feudo di Pietrabbondante(1789) e fondò la nota fabbrica di ceramiche e porcellane presso il castello di Pescolanciano(1783-1795); Pasquale, gradito da re Ferdinando IV di Borbone per le sue capacità artistiche, fu nominato Sovrint. delle fortificazioni e direttore di ponti e strade in Napoli(fine XVIII sec.), nonché socio della Soc. Economica della Prov. di Molise(1810); Giovanni Maria(1824 - 1910) si occupò degli scavi archeologici di Pietrabbondante(in qualità di Sovrintendente Regio,1857) con sommo plauso dell’amico archeologo tedesco Theodor Mommsen. Fu capo plotone della Guardia Cittadina(sotto il comando di S.A.R. Leopoldo di Borbone,1847), consigliere Prov. Campobasso(1851); capo plotone Guardia d’Onore Prov.Molise(1855), presid.Consigl.distretto d’Isernia, ottenendo l’onoreficienza delle “Chiavi d’Oro”(1858), per il suo coinvolgimento nei moti legittimisti in Molise, contro l’esercito piemontese, il re Francesco II di Borbone lo fregiò della “Gran Croce” S.R.M. Ordine Costantiniano(1860), seguendolo nell’esilio in Roma, ove risiedette fino al 1865, ritornando poi a Napoli. 

Altri importanti rami della famiglia ebbero come capostipiti, alcuni discendenti del già citato Angelo d’Alessandro(del ramo principale napoletano), consigliere del Re Carlo: Ludovico, Arcivescovo di Sorrento(1266), fu il principale referente del nucleo familiare che prese dimora nella suddetta città, nella quale godette della nobiltà di seggio in Dominoro(giudice Saverio ab Alexandro, 1304). Da questo ramo sorrentino, estinto nel XVIII sec., derivarono i d’Alessandro baroni di Albanella(Francesco Jr, sec.XV). Altro figlio di Angelo, fu Carlo, giustiziere di Calabria, provincia nella quale si sviluppò un ramo calabrese i cui membri beneficiarono della nobiltà nelle città di Melfi, Rossano, Mormanno e Montalto Uffugo(dove Gaetano d’Alessandro, nel 1793, ottenne il riconoscimento di nobiltà con diritto di sedile). Altro ramo fiorì in Puglia, dove, approdò il miles Christi Guido de Alexandro, di ritorno dalle crociate(1189-1192), già Barone di Roccagloriosa in Principato Citeriore(ricordato nel Catalogo Borrelliano) e precettore della domus di Lama per mandato del capitolo della provincia di Puglia-Terra di Lavoro dell’Ordine del Tempio. Altro esponente di questo ramo fu Lando de Alexandro, componente della comunità templare della chiesa di S.Paterniano di Ceprano(1269). Questo ramo si diramò poi in Ascoli Satriano (sec.XVI, godente di nobiltà cittadina), Barletta e Foggia. Tra i maggiori esponenti si ricordano: Gio. Pietro d’Alessandro, dottore in legge, autore di varie opere letterarie, tra cui la “Dimostrazione de’ luoghi tolti et imitati di più autori di Torquato Tasso nella Gerusalemme Liberata”(1604); Pietro Antonio d’Alessandro, Vescovo di San Marco in Calabria(1688); Pietro d’Alessandro, di Trani, viceconsole del Regno Due Sicilie per la Francia (1803-25) e già cavaliere di grazia dell’Ord.Costantiniano S.Giorgio(1802-27). Il ramo principale napoletano dette origine anche ai seguenti: quello dei Baroni di Cardito(estinto nel XVIII sec.), feudo che fu conferito da re Ferrante d’Aragona a Jacobuccio I, gran falconiero reale e commensale di corte, ed il ramo di Marigliano che ebbe come capostipiti Nicola e Gabriele de Alessandro (1487).


ARMA dei DUCHI di PESCOLANCIANO: D’oro al leone rampante di rosso con la banda di nero caricata di tre stelle a cinque(sei) raggi di oro attraversante, con gli ornamenti ducali di corona e mantella e svolazzi d’oro, rosso e nero. MOTTO:Te sine quid moliar.

Il monumento ai caduti e il "guerriero" di Guastalla



La statua raffigura l'antico milite sannita così come lo avevano voluto gli ideatori per rappresentare al meglio il sacrificio dei caduti pietrabbondantesi nella prima guerra mondiale, quella del 1915-11918.


La storia di questo sannita è legata fortemente al sentimento di patria che avevano i nostri antenati. soprattutto gli emigranti legati più che mai alla loro terra. infatti il 26 luglio 191 9 sorse proprio in America un comitato, presieduto da Di Tullio Alessandro, che raccoglieva fondi per ricordare dignitosamente i nostri morti. 
Successivamente, nel febbraio 1920 la Giunta Comunale di Pietrabbondante procedette alla nomina di un comitato locale che si occupasse di questa iniziativa. 
Ne facevano parte l'allora Parroco Vassolo Don Michele. l'Avv. Di Tullio Giovanni. il Cav. Carosella Gennaro. il Sig. Di Iorio Alessandro. il Sig. Nerone Vittorio Vincenzo ed il Dott. Di Salvo Manlio. 
Appena raggiunta la somma di lire 30.000 (trentamila) si decise di contattare l'artista che avrebbe dovuto realizzare il lavoro. 
Fu chiamato lo Scultore Comm. Giuseppe GUASTALLA, Professore del Regio Istituto Superiore di Belle Arti di Roma che,. dopo aver visitato il Paese, indicati come luogo ideale per la collocazione del Monumento il pianale situato in Aia di piano (l'attuale Piazza Vittorio Veneto). E' il 1 aprile 1921 e nell'accordo fu deciso che la somma da corrispondere, fino alla consegna dell'opera, fosse di lire 40.000 (quarantamila) che poi per le modifiche. richieste dal comitato al progetto iniziale salì a lire 48.000 (quarantottomila). 
Ad incrementare il fondo pro-monumento, oltre alle offerte che continuavano a giungere dalle Americhe, contribuirono anche alcune simpatiche iniziative. Come quella degli studenti di Pietrabbondante che nel luglio 1921 costituirono una Compagnia Teatrale che recitò per tutte le vacanze consegnando il ricavato ai comitato. 
Ne facevano parte: Caranci Bice Edelina. Carosella Clotilde, Ines e Maria, Diana Grazietta, Di Iorio Elisa, Di Iorio Maurina, Di Salvo Maria, Bianca e Delia, Mastronardi Ester,, Nerone Laurina,1 Nerone Maria,, Carosella Rinaldo, Carosella Ruggiero, De Geronimo Nino, Di Iorio Crispino, D'Onofrio Clemente e Rodolfo, Fabrizio Nino e Mario, Nerone Giovannino, Nerone Giuseppe e Dante, Santangelo Raffaele e Vincenzino, Vassolo Antonino. 
Tutto il bronzo occorrente per la struttura, quasi 8 quintali, fu concesso dal Ministero della Guerra, per interessamento dell'Onorevole Pietravalle, in parte gratuitamente ed in parte a prezzo di favore. 
L'altezza totale del Monumento è di mt. 7,00 di cui mt. 4,00 del basamento e mt. 3,00 del fante. 
Sui lati del basamento furono scritti. con lettere fuse nel bronzo. i nomi dei 23 caduti:

Bartolomeo Cavino
Cirulli Giuseppe
Di Carlo Vincenzo Ruggiero
Di Iorio Arturo
Di Iorio Vincenzo
D'Onofrio Romolo
Di Pasquo Antonio
Di Pinto Antonio
Di Pinto Giovanni
Di Salvo Arcangelo
Iacovone Giovanni
Iacovone Sabatino
Nerone Fiore
Peluso Vincenzo
Pesa Domenico
Santangelo Federico
Tesone Romolo
Vassolo Arnaldo
Vitagliano Nicola
Vitullo Sestino
Zarlenga Gennaro
Zarlenga Giovanni
Zarlenga Guido

sulla faccia anteriore del basamento venne scritta l'epigrafe, dettata dal Prof. Francesco D'Ovidio:
"Da queste balze di Boviano l’antico scendeva il guerriero impavido alla difesa del Sannio, da queste discesero con egual virtù i figli di Pietrabbondante a morire per l’Italia".
Il Monumento venne inaugurato il 2 ottobre 1922 con l'orazione commemorativa del Prof. Grande ufficiale Vittorio Spinazzola -Sopraintendente degli Scavi e dei Musei di Napoli –
Durante la Cerimonia vennero distribuite le decorazioni alle famiglie dei caduti.


Da qualche anno sono stati scritti, a cura dell'Amministrazione Comunale, anche i nomi dei caduti della 2^ guerra mondiale

Antenucci Antonio
Celli Amalio
Di Carlo Giuseppe
Di Iorio Alfredo
Di Salvo Giulio
Di Tata Alberino
Di Tata Giovannino
Di Tullio Renato
Gasparro Gioacchini
Labate Alfredo
Mancini Nello
Marchesani Gino
Martella Domenico
Pilla Vincenzo
Ricci Giuseppe
Ricci Vincenzo
Santangelo Pasqualino
Santini Davide
Tesone Antonio
Vitullo Claudino
Vitullo Michele
Zarlenga Enrico



I resti di quest’ultimo, caduto nel fronte russo, sono stati riportati a Pietrabbondante da qualche anno, accolti dalla cittadinanza con grande commozione .
 Vitagliano Mariclara

Fonte: http://www.pietrabbondante.com/Monumento.aspx


La foto del Guastalla


Copia del guerriero sannita a Montreal




Il presidente Iorio inaugura a Montreal la statua (articolo)


Brandi e il Molise



“Nel Molise, questo splendido paese che gli Italiani non conoscono, c’è un luogo dal nome pittoresco, Pietrabbondante, in cui è stata silenziosamente scavata, restaurata, sistemata un’antichità italica rarissima, un tempio con annesso un teatro …”
 (Cesare Brandi – “Magia di un tempio nel prato” - Corriere della Sera 12 luglio 1977)

Si riporta di nuovo una traccia dell'articolo pubblicato dal grande storico dell'arte, Cesare Brandi, e che riguarda la magia dell'area archeologica di Pietrabbondante. Per chi volesse leggere l'articolo integrale (e altri articoli che Brandi ha dedicato al Molise) si consiglia il libro Terre d'Italia, a parte la prefazione di Sgarbi, pubblicato da Bompiani nella collana i Tascabili.

Richiesta dall'Argentina

Abbiamo ricevuto questa mail dall'Argentina; la pubblichiamo sul blog per dare modo a chiunque sappia qualcosa di aiutare questa signora; la sua mail è: viverosanlorenzo@sinectis.com.ar. Riporto il testo:


Per favore, cerco info di parenti MARIO TESA, (figlio di Fedela Massaro) anche dei suoi figli????
Desiderio sapere dei miei parenti!!!!!!!!!
Mi chiamo Nora Di Salvo,  mia nonna Sabina Massaro, nascita a Pietrabbondante nell 25-09-1886, sei arrivata nell'Argentina nell 1900, esposata in Argentina con Vicente Di Salvo. La sua fratella Fedela Massaro viveva a Pietrabbondante, il suo figlio Mario Tesa scriveva molte lettere, l'ultima nell'anno 1951, dove diceva la morte de Fedela (mia zia nonna). Ho molte lettere, grazie a mio zio Anibal Di Salvo (Figlio di Adela Massaro e nipote di Sabina e Fedela).
Nuovamente, per favore, per me è molto necessario raccontarmi con parenti dei mie famiglia.
Il mio italiano non è otimo, ma posso parlare ed escrivere un po. Abito a Salta, Argentina.
Nella speranza di qualcuna notizia!!!!!!!
Per tutti,  il mio ringraziamento-
 
Nora Di Salvo

martedì 11 maggio 2010

La banalità del razzismo

Riporto la risposta di Vania Mancini al famoso commento per il post "Vania Mancini-Zingare Spericolate":

"caro anonimo ...son felice che abbia dato adito ad una discussione ...poichè questo era proprio uno degli obbiettivi principali del mio libro "zingare spericolate"...mi sembra assurdo che tu pensi di appartenere ad una cultura più civile e piena di valori nel momento in cui fai riferimento ad Hitler affermando che l'olocausto sia stato giusto e che si possano bruciare delle persone...mi sembri un po confuso...sul tema della cultura dei valori e della civiltà... il mio primo libro è stato Cheja celen, ragazze che ballano che è andato esaurito in tutte le librerie d'italia ed è per questo motivo che la Provincia di Roma ha deciso di patrocinarmi un nuovo libro e cioè "Zingare Spericolate" che ha già ricevuto molte richieste di vendita e di presentazione in tutta italia..vi dirò mano mano le date e gli appuntamenti...spero che un giorno potrai parlare delle tue idee liberamente allo scoperto come faccio io affrontando a testa alta le conseguenze e le responsabilità delle proprie affermazioni,in modo trasparente...per quanto riguarda Vasco Rossi io e lui siamo amici da più di 20 anni soprattutto dal punto di vista intellettuale condividiamo le stesse idee ,e mi ha sempre sostenuto moralmente in questo percorso sociale. Ed ha quindi evidenziato sul suo sito ufficiale il carattere culturale del mio libro soprattutto dal punto di vista di una nuova informazione reale vera piena di solidarietà e di integrazione in una società dove l' informazione è tutta pilotata dai grandi poteri e dalle lobbi economiche...infatti uscirà il 6 maggio la sua nuova rivista Satisfaction ,gratuita,dell'Editore Spericolato..dove Vasco Rossi afferma di nuovo queste ideee su una nuova informazioni ecc... colgo l'occasione per invitarvi alla presentazione ufficiale del mio libro "Zingare Spericolate " alla Provincia di Roma il 20 maggio alle ore 18a piazza Venezia...ed il 5 giugno ad Ostia dove ci sarà anche la rappresentazione del balletto delle danzatrici rom organizzato dai servizi sociali del Municipio di Ostia... a presto un bacio a tutti soprattutto a Pietrabbondante il mio caro paese adorato baci vania".




Segnalo inoltre queste belle gallerie su Flickr e posto questa raccolta di articoli  tratti da Repubblica, l'Espresso ed altre testate, sulla banalità del razzismo nei confronti dei rom.

La Banalità del razzismo

Gli scavi di Pietrabbondante negli anni '30


Rara foto datata agli anni '30 sullo stato del teatro sannitico, prima delle sistemazioni degli anni '70. Il tempio maggiore ancora non era stato scavato mentre del teatro si notano solo le prime tre gradinate. Sono assenti gli analemmata e l'area di accesso e il palco davanti la cavea.

Festa di San Vincenzo


Foto dalla festa di San Vincenzo 2006-2007-2008

Curiosità del passato - Le unità di misura di una volta



Le unità di misura di una volta; l'immagine è tratta dall'interessante sito di Antonino Zarlenga, ricco di curiosità, detti, proverbi e immagini. (es.LA GIORNATA DEL MIETITORE “La j’ernata d r ‘ m’t’tor. Questa giornata era lunga e pesante per cui spesso il ritmo veniva interrotto…. Erano previsti: la “v’vtella” zuppa con pane e vino; la “qulazione”. Le donne portavano nei canestri di vimini, una grossa pagnotta di pane scavata e imbottita con salsiccia, frittata, peperoni e pancetta fritta; “r’ r’nfresch” , verso le 3 o le 4 del pomeriggio, con vino, taralli e paste fatte con l'amoniaca).

Castro Preta Abundanti


Riporto l'interessante segnalazione di Oreste Gentile "Mi permetto di inviarvi una citazione della vostra antica località nella biografia conosciuta come la VITA Cdi papa Celestino V, scritta da due dei discepoli più cari in ricordo di un miracolo descritto in occasione della sua canonizzazione dal testimone n. 55: Item quaedam mulier de Castro Preta Abundanti, nomine Palma, longo tempore a demonio vexata, cum magna hominum comitiva adducta fuit ad cellam fratris P. Qui audiens, pro ea oravit ad Deum. Quae per misericordiam Dei et virtutem orationis sancti patris liberata fuit et in pace rediit ad propria. Evidenzio che le uniche località del Molise che possono vantare una citazione nelle più antiche biografie di papa Celestino V sono, oltre al vostro centro: Sant'Angelo Limosano suo paese natale, il monastero di Santa Maria in Faifolis presso Montagano, Limosano, il monastero di san Vincenzo al Volturno e Venafro.
Cordiali saluti ed auguri".

venerdì 7 maggio 2010

L'ambasciatore d'Ungheria agli scavi di Pietrabbondante

Si terrà venerdì alle 11,00 presso il Cinema 8 e ½ di Isernia l'evento organizzato dal Rotary Club pentro dal titolo: "Ungheria: il fascino di un Paese antico proiettato nel futuro" e che vedrà protagonisti l'Ambasciatore della Repubblica di Ungheria in Italia Miklòs Mereényi e gli studenti del Liceo Scientifico Ettore Mayorana.
Con questo nuovo appuntamento, continua la serie di eventi promossa dal Rotary per avvicinare i giovani alle tematiche internazionali, in particolar modo alle peculiarità di quei paesi da poco entrati a far parte dell'Unione Europea.  L'associazione pentra, presieduta da Enzo Di Luozzo, aveva dato il via a questa "politica" di avvicinamento al mondo delle nuove generazioni attraverso l'incontro organizzato nell'ottobre del 2009 con l'ambasciatore della Repubblica Slovacca e ora l'obiettivo è quello di riuscire a far conoscere ai giovani della provincia di Isernia una sempre maggiore fetta del vecchio continente.
Alle 10,30 l'ambasciatore d'Ungheria Mereényi incontrerà il prefetto di Isernia Raffaele D'Agostino all'interno dell'ufficio territoriale del governo in via Kennedy, successivamente giungerà al Cinema 8 e 1/2 . Alle 11,00 è previsto l'avvio dei lavori ai quali prenderanno parte, in qualità di ospiti, il presidente della Regione Michele Iorio, il presidente della Provincia di Isernia Luigi Mazzuto, il sindaco di Isernia Gabriele Melogli e le autorità civili e militari del posto.
Il tour del diplomatico nella provincia pentra continuerà con la visita agli scavi archeologici di Pietrabbondante e al museo della Campana di Agnone, previste domani pomeriggio. Sabato 8 maggio invece l'ambasciatore giungerà sul sito del Paleolitico di Isernia, di cui i rotariani sono ambasciatori nel mondo e poi a Castel San Vincenzo per ammirare le bellezze del complesso benedettino.
"La nostra strada proseguirà in questo senso - ha dichiarato Claudio Falcione, segretario del Rotary di Isernia - stiamo mettendo a punto un programma biennale, che prevede ulteriori incontri con ambasciatori di altri paesi europei".