Statua occhi d'argento_Lare publico |
PIETRABBONDANTE. La statuetta con gli occhi
d’argento, che rappresenta il “Lare publico” (divinità tutelare dello Stato e
del popolo), trovata durante le ultime campagne di scavo nel santuario sannitico,
potrebbe essere il simbolo più adatto a rappresentare Pietrabbondante e la sua
storia millenaria. Un personaggio più conforme al mondo sannita e
all’importanza dell’area archeologica quale centro istituzionale e religioso
fulcro di tutto l’antico Sannio, piuttosto che il “guerriero sannita”,
costruito in epoca moderna. Ne è convinto Adriano La Regina, che giovedì
pomeriggio (30 agosto 2012) ha illustrato, nella sala conferenze di Palazzo Carosella,
consapevolezze e tesori venuti fuori durante le ultime ricerche, le quali hanno
senza dubbio dell’incredibile.
È stata infatti appena rinvenuta, per la prima
volta, una struttura che risale al periodo medievale (XIII secolo), nella quale
è stato trovato un meraviglioso orecchino d’oro, un ovale scintillante e
raffinato in cui è incastonata una pietra. “Chissà quanti pianti si sarà fatta
– ha detto sorridendo La Regina – la donzella che l’ha smarrito”.
Orecchino d'oro medievale |
E così, si
aprono nuovi spiragli per Pietrabbondante, che come sottolineato dal professore
che ha dedicato buona parte della sua vita al sito archeologico a mille metri,
“il significato di questo posto entra a pieno titolo nella storia antica”,
andando di gran lunga oltre l’importanza locale. Le indagini, condotte con la
collaborazione di archeologi e studenti di tante Università italiane ed
internazionali, quest’anno oltre che concentrarsi sul restauro della “domus
publica” (grande casa dallo schema delle residenze romano-italiche del III – II
secolo, con portico dedicato alle offerte votive, segno del carattere pubblico
e sacrale della struttura, un unicum in Italia) si sono soffermate anche in
altre aree, come quella a ridosso della strada che costeggia gli edifici già
emersi, dove stanno riaffiorando dalla terra due strutture sacre, nelle quali
sono state trovate armature romane e italiche e frammenti di ceramiche.
“Ciò
che si vede allo scoperto dovrebbe essere almeno la metà di ciò che è ancora
sotto terra – ha asserito La Regina – secondo le mie previsioni, le zone da
esplorare sono nell’area tra i templi A e B”. Oltre agli edifici e gli oggetti
(paraguancia, armi, un gruzzolo di proiettili di piombo, monete e ceramiche)
fondamentali sono le informazioni scaturite dagli elementi studiati,
soprattutto sui culti, che secondo l’archeologo sono chiaramente di carattere
ideologico, collegati all’importanza istituzionale che aveva Pietrabbondante.
“Siamo di fronte a livelli di religiosità ideologica – ha precisato La Regina –
ovvero davanti a modelli adottati da una classe dirigente sannita che si
mescolava a quella romana, in un momento in cui le aristocrazie locali facevano
fortuna nei mercati aperti da Roma nel Mediterraneo. Divinità importanti per lo
Stato dei Sanniti Pentri”.
Una veduta dall'alto dell'area archeologica di Pietrabbondante_2012 |
Ci sono, dunque, testimonianze di “Ops Consiva”
(divinità dell’abbondanza, il cui ritrovamento indica le origini italiche e l’introduzione
a Roma, dove probabilmente faceva parte delle essenze divine segrete tutelari
della città), del culto di “Honos” (dio dell’onore militare e civile), della
“Vittoria”. “Sorprendente – ha aggiunto entusiasta l’archeologo, nella sua
relazione in una sala affollata dal pubblico – è lo stampo di una tegola che fa
riferimento a Venere Ericina, culto importato durante la guerra annibalica che
ha avuto ripercussioni importanti anche a Pietrabbondante. Venere Ericina era
una divinità sotto il controllo cartaginese, c’era una competizione
nell’ingraziarsi questa divinità da parte dei romani e degli italici, per cui
gli hanno dedicato templi sia sul Campidoglio che a Pietrabbondante”. Tanti
sono ancora i tesori da scoprire e ci viene spontaneo chiedere al professore
(Presidente dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma),
se l’anno prossimo gli scavi continueranno. “Lo spero – ci risponde - c’è ancora tanto da fare”.
Conferenza di presentazione nuova campagna di scavi 2012_Adriano La Regina |
Adelina Zarlenga
PRIMO PIANO MOLISE
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