mercoledì 24 novembre 2010

Modellini

Qualche correzione con photoshop e Pietrabbondante diventa un modellino.



Scavi archeologici 2010 - Gli ultimi tesori sanniti svelati dal prof. La Regina


Per valorizzare il patrimonio archeologico del territorio, Pietrabbondante si prepara ad una serie di attività. Sono in fase di completamento i lavori per il Museo in cui, con la collaborazione della Direzione Regionale dei Beni Culturali, saranno esposti, in un prossimo futuro, una parte dei reperti provenienti dagli scavi e materiale documentario sul Santuario Sannitico. Si prevede inoltre, nell’ambito di un progetto specifico del Servizio Civile, di rendere presto fruibile al pubblico l’area dei nuovi scavi della domus publica e di allestire un nuovo punto turistico di prima accoglienza nell’area archeologica.

Sabato 4 dicembre alle 11, il prof. Adriano La Regina terrà la conferenza stampa “Pietrabbondante. Scavi archeologici 2010” presso la sala del palazzo Carosella in Pietrabbondante, durante la quale verranno presentate le novità emerse durante la ‘campagna di scavo 2010’ nell’area archeologica in località Calcatello:

“Le indagini archeologiche eseguite quest’anno nel santuario sannitico dall’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Pietrabbondante, d’intesa con il Comune e con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Molise, sono proseguite nell’ambito della domus publica adiacente al complesso del tempio-teatro, ed hanno consentito di definire l’assetto dell’area destinata agli alloggi degli schiavi. Un altro settore esplorato è quello delle tabernae, tra il teatro ed il tempio minore, ove sono stati rinvenuti un sacello e, addossato ad esso, un fulgur conditum, ossia la sepoltura rituale di una folgore con gli oggetti da essa colpiti. Con un terzo sondaggio si sono individuati i resti di un nuovo edificio sacro con numerosi oggetti votivi, tra i quali una statuetta bronzea di Ercole e frammenti di armi.”


martedì 23 novembre 2010

Boom di presenze oggi per la giornata conclusiva della 13esima Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum. Il Molise premiato per il miglior allestimento dello stand

Boom di presenze oggi per la giornata conclusiva della 13esima Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum (Salerno). Un vero e proprio bagno di folla nell'apprezzato stand del Molise dove si sono avvicendati visitatori italiani ed operatori stranieri, attratti da una regione nuova e tutta da esplorare.

Positivo il commento del presidente dell'Associazione Turistica Molisana che insieme all'assessorato al Turismo della Regione Molise, la Provincia di Isernia e la Soprintendenza Regionale per i Beni Archeologici ha rappresentato il nostro territorio: "Un'esperienza da ripetere. Interessanti i contatti con i diversi buyers, curiosi di scoprire una terra inedita da proporre per una vacanza alternativa, a contatto con la natura, da vivere in maniera soft. Se tra la maggior parte degli avventori al nostro stand il Molise è tutto ancora da conoscere, non è così per i tanti visitatori campani. Il Molise lo conoscono in quanto regione confinante, il 90% di loro ha visitato Sepino, ma hanno mostrato interesse per i numerosi altri siti possibile meta di viaggio- ha spiegato Giulio Sansone- La ciclica presenza alla fiera ha favorito inoltre il confronto con gli altri espositori che si sono complimentati, insieme a tanti rappresentanti istituzionali di diverse regioni italiane, per l'innovativo allestimento dell'area espositiva molisana e la professionalità dello staff che ha saputo accogliere, informare in modo accattivante ed invogliare i potenziali turisti. Strategica la posizione dello stand, in un'area di passaggio di fronte alla Provincia di Salerno che ha favorito un flusso costante di gente".

Il Molise è stato protagonista della Borsa anche con il convegno: "Paesaggio molisano da tutelare" che ha puntato i fari su alcuni dei siti archeologici più rappresentativi della regione sfregiati da parchi eolici da realizzare o già presenti. L'architetto Stefano D'Amico, Soprintendente architettonico del Molise, ha illustrato la stretta connessione in regione tra archeologia e paesaggio, relazione forte e simbiosi inscindibile che racconta la storia di una terra e di un popolo. Le torri eoliche, sparse in molti siti sottoposti a tutela paesaggistica, minacciano da vicino anche parchi come Altilia e Pietrabbondante, siti che attraggono 10mila presenze l'anno. "Antichi resti di importanti civiltà del passato situati in aree incontaminate rappresentano un valore aggiunto poiché il paesaggio ambientale è lo stesso da millenni, identico all'epoca in cui sono vissuti i monumenti" ha affermato l'archeologa Stefania Capini.

Alla presenza del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che oggi ha passeggiato tra gli stand della fiera, è calato il sipario sul più importante evento internazionale a tema tenutosi in provincia di Salerno, territorio in cui si trovano due siti archeologici fra i più rilevanti al mondo tutelati dall'Unesco. L'evento ha suscitato l'attenzione del mondo scientifico nazionale ed estero collocandosi al centro dell'interesse della stampa internazionale specializzata. 

Il Molise premiato a Paestum. E' stato direttamente il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che a sorpresa ha consegnato una targa di riconoscimento alla Regione Molise. Un premio assegnato dall'organizzazione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum attribuito quale riconoscimento al Molise per il miglior allestimento dello stand.

E' stato il direttore della BMTA, Ugo Picarelli, a consegnare nelle mani dell'on. Caldoro l'ambita targa affidata al presidente dell'Associazione Turistica Molisana Giulio Sansone.

Stefano Caldoro si è trattenuto cordialmente nello stand del Molise- "Qui sono a casa" - ha detto complimentandosi per il riconoscimento ottenuto.
Un premio giunto a sorpresa tra gli applausi e le congratulazioni che non ha fatto altro che confermare l'apprezzamento unanime per l'originale area espositiva. La più fotografata della fiera. (Fonte: Primapaginamolise).

lunedì 22 novembre 2010

La Regina e Settis difendono il valore universale della cultura, contro la spettacolarizzazione turistica dei beni culturali





LA REGINA: "I MANAGER? SERVONO SOLO A FARE CASSA"
Int. a ADRIANO LA REGINA di ALESSANDRO CALVI, RIFORMISTA del 11/11/2010 a pag. 2/3 

ROVINE I SIMBOLI DELLA NOSTRA CIVILTA' CHE RISCHIANO DI DIVENTARE MACERIE
SALVATORE , REPUBBLICA del 11/11/2010 a pag. 44

LA CULTURA E' LA PROTEINA NOBILE DELLA DEMOCRAZIA, DICE ELISABETTA RASY
FOGLIO del 11/11/2010 a pag. 2

A FIRENZE UNA DAVOS PER ARTE E CULTURA
STEFANO BUCCI, CORRIERE DELLA SERA del 11/11/2010 a pag. 39

QUELLA "MEDICINA PREVENTIVA" CHE SALVA LE ROVINE
ANDREA CARANDINI, CORRIERE DELLA SERA del 11/11/2010 a pag. 42

Rinasce il Tempio di VenerePer dimenticare la vergogna di Pompei 
Lauretta Colonnelli, Corriere dell Sera, 11 novembre 2010 

AREA ARCHEOLOGICA, ECCO LA MAPPA DEI SITI A RISCHIO
VALERIA CHIANESE, AVVENIRE del 11/11/2010 a pag. 10

ARCHEOCLUB
XIII edizione della Borsa mediterranea del Turismo Archeologico

La Regina: "I Manager? Servano solo a fare cassa"

venerdì 19 novembre 2010

Un po' di ottimismo

Le Soprintendenze degli orticelli

Riportiamo l'intervista uscita oggi su Il Tempo Franco Valente che spara a zero sulla soprintendenza, le condizioni del verlascio di Venafro e dell'area di Pietrabbondante

Pasquale Lombardi «È assurdo che in una regione piccola come la nostra vi siano una Direzione Generale e tre Soprintendenze». Lo immaginavamo armato di spada e così è stato. L'Architetto Franco Valente, noto studioso di archeologia, conclude l'inchiesta de Il Tempo sulla situazione del patrimonio archeologico del Molise. «Ma ciò che è peggio – aggiunge – gli archeologi, gli architetti e gli storici dell'arte ministeriali che operano nel Molise non appartengono ad alcuna corrente di pensiero». Perché ritiene che debbano appartenere ad una corrente di pensiero? Perché l'archeologia, il restauro e l'interpretazione dell'arte non sono fatti meccanici relegabili all'interno di perizie di intervento. Il restauro si fa in un certo modo se si appartiene ad una certa corrente di pensiero, si fa in un altro modo se si appartiene ad un'altra corrente. Nel Molise, invece, si va avanti per “perizie di restauro”, affidate ai titolari degli “orticelli gestionali”, la cui ambizione massima è la contabilità finale con le carte a posto. Le carte, non i restauri. Lo stesso si dica per l'archeologia. Nel Molise si scava a macchia di leopardo senza sapere che fine debbano fare quegli scavi. E' ora che si stabilisca che nel Molise si vieti qualsiasi nuovo scavo e si pensi a studiare, conservare, restaurare e valorizzare l'enorme patrimonio che è buttato nei sottoscala e nei depositi delle Soprintendenze. Cosa comporta secondo Lei questa ripartizione di funzioni? Quando negli anni Settanta nacque la Soprintendenza del Molise esprimemmo un giudizio positivo perché finalmente dal Molise partiva una sorta di unificazione sotto un solo tetto delle tante anime del Ministero. Erano note, già da allora, le gelosie, i conflitti, le incomprensioni tra archeologi, architetti e storici dell'arte. Il Molise avrebbe potuto rappresentare l'inizio di una riforma nazionale. Invece? Invece, funzionari convinti di essere manager, con la puzza al naso e totalmente estranei alle problematiche culturali del Molise, con l'aggravante di avere a disposizione montagne di denaro, hanno gestito i Beni Culturali alimentando nell'opinione pubblica il concetto di Cultura estranea alla Società Civile. Vuole dire che il denaro poteva essere gestito meglio? Certo, ma all'interno delle Soprintendenze si sono creati gli “orticelli gestionali”. Col risultato che lo sfascio delle aree archeologiche e l'insipienza dei restauri architettonici è davanti agli occhi di tutti. Ci faccia qualche esempio. Il Verlascio di Venafro dove all'alternarsi dei Soprintendenti corrisponde una linearità di comportamento irriguardoso verso la città di Venafro e verso la storia. L'area di Pietrabbondante, dove si continuano a spendere milioni di euro per restauri da corte marziale! Il tempio antico ridotto a una trave di cemento. Le strade di accesso lastricate in cubetti di legno! San Vincenzo al Volturno, dove è stato portato alla distruzione ormai irreversibile una delle testimonianze più importanti della storia europea dell'epoca longobarda-carolingia. A sentirla, il futuro è senza speranza? Credo che un segnale positivo possa ritrovarsi nella presenza attuale di tre Soprintendenti (Russo per l'Archeologia, D'Amico per l'Architettura e Ferrara per l'Arte) che in questo breve lasso di tempo hanno invertito la tendenza all'isolamento aprendosi alle associazioni culturali molisane.

giovedì 18 novembre 2010

Cheja celen, il nuovo ballo. Vania Mancini e Zingare Spericolate - Parte II


Festa dell'albero a Carovilli


Il Circolo Piccoli Borghi ha organizzato per sabato 20 novembre a Carovilli la Festa dell'albero. La manifestazione si svolgerà in Via dei Frattari zona Campo Sportivo dalle ore 10.30 alle ore 12.00 circa e sono state coinvolte le scuole dell'Istituto Comprensivo Statale "Molise Altissimo (Carovilli,Chiauci, Pescolanciano,Roccasicura, San Pietro Avellana,Pietrabbondante.Capracotta), mentre il Corpo Forestale dello Stato ha fornito le piantine che saranno piantumate sperando in una bella giornata senza pioggia.


mercoledì 17 novembre 2010

I musei senza difesa

Il sovrintendente «Con i fondi disponibili ci occupiamo della fruizione dei beni»

Daniela Lombardi Risorse economiche minime, che però si tenta di spendere nel migliore dei modi, fondi per la manutenzione stanziati ma non ancora giunti nelle casse della Sovrintendenza ai beni culturali, carenza di personale dovuta ai pensionamenti ai quali non seguono nuove assunzioni. Le criticità che rendono difficili interventi immediati e di sicura efficacia per la valorizzazione dei siti archeologici regionali non mancano, come ammesso dal Sovrintendente per il Molise Alfonsina Russo. Ma ciò che viene sottolineato, dopo la segnalazione di alcuni aspetti da tenere sotto controllo per evitare grossi «sfasci» effettuata dall'archeologo Gianfranco De Benedittis, sono anche i dati positivi. «Quelle poche risorse che ci arrivano cerchiamo di spenderle per aumentare la fruibilità dei beni da parte del pubblico. Con progetti specifici siamo riusciti a riallestire il museo di Venafro, ad aprire al pubblico il teatro di Venafro dopo averne anche restaurati gli affreschi, come pure ad ottimizzare il museo di Campobasso con 100mila euro derivanti dai fondi del Lotto. Inoltre siamo arrivati a stipulare una convenzione con il Comune di Larino per dare un migliore servizio di custodia al parco di Villa Zappone e, sempre attraverso convenzioni con i rispettivi Comuni, abbiamo ampliato gli orari di apertura dei siti di Pietrabbondante e Sepino». È proprio questa dell'accordo con i Comuni sul cui territorio si trovano le opere o in altri casi con le associazioni, la chiave per assicurare la custodia e la valorizzazione dei siti archeologici secondo Alfonsina Russo. Anche perché, viene detto, la situazione economica e del personale della Sovrintendenza non è rosea. «Per la manutenzione, i fondi sono pochi e spesso arrivano in cassa in ritardo. Per questo abbiamo avuto difficoltà nel ripulire dalle erbacce il tempio di San Giovanni in Galdo (la segnalazione era sempre di De Benedittis ndr), ma ogni sforzo è stato fatto. Si tratta però di interventi che vanno effettuati periodicamente, non una tantum», spiega ancora il Sovrintendente. Discorso ulteriore è quello relativo alle risorse umane, che hanno a che fare con una notevole mole di lavoro alla quale non corrisponde un reclutamento soddisfacente nel numero. «Il Ministero prevede la presenza di quattro funzionari per territorio che devono controllare tutti i lavori pubblici, come la costruzione di strade o metanodotti. Ci hanno poi inoltrato oltre 200 progetti riguardanti l'installazione di parchi eolici o fotovoltaici ai quali per legge dobbiamo rispondere entro tempi determinati. Infine, ai pensionamenti non corrispondono nuovi concorsi. Un'intera generazione di archeologi ed altre figure professionali andrà in pensione entro quattro anni e non è previsto ricambio generazionale», viene approfondito. Insomma, solo la sinergia con gli enti territoriali appare come strada per assicurare ai siti, soprattutto quelli nei quali non esiste un presidio permanente della sovrintendenza (presente solo nei siti principali quali Pietrabbondante, Sepino-Altilia, Venafro, Larino e Isernia) quel minimo di attenzione che assicuri di mantenere nel tempo l'arrivo di visitatori e, di conseguenza, la giusta attenzione e tutela. (Fonte: Il Tempo)

Prospettive di archeologia italica nel Molise

Prospettive di archeologia italica nel Molise

lunedì 15 novembre 2010

Lo spazio da Pietrabbondante

Il bel blog di un ragazzo che compie le sue osservazioni astronomiche da Pietrabbondante, mettendo poi molte affascinanti foto del cielo osservato in rete. www.forestadifangorn.blogspot.com



Il teatro di Pietrabbondante e il teatro di Histonium

Dal sito Vastesi.com un articolo di Adriano Bologna con un confronto tra il teatro di Pietrabbondante e quello Osco dell'antica Histonium:


Il Teatro Sannita di Pietrabbondante è la perfetta copia del Teatro OSCO che si trova al di sotto di Piazza Rossetti ad Histonium. Il teatro si compone di due elementi (cappelle ) pavimentate con finissimo mosaico bianco e dedicate a divinità diverse. Il tetto era costruito con cura: capriate, traverse, tavole, lamine di piombo, tegole (provenienti da Venafro e ciascuna del peso di 52 chili ).

Celle e colonne avevano fondazioni proprie, per cui il possente muro perimetrale del podio fungeva da semplice rivestimento decorativo. Le tre are ( due sole ritrovate e prive delle cornici di coronamento ) allineate tra teatro e tempio erano dedicate ad altrettante divinità, una delle quali doveva essere Vittoria, nome inciso su una lastrina di bronzo venuta alla luce durante gli scavi. Le are erano sormontate da elaborate cornici decorate con motivi floreali e teste di ariete. I conci scuri sono in genere quelli originali, come i gradini scuri della scala incassata. Sul lato sinistro una scritta in lingua osca ricorda Stazio Claro, personaggio importante che fece costruire a sue spese metà del podio. Sul lato posteriore del tempio, nel muro di contenimento del terreno ( lato nord ), un simbolo fallico è scolpito su un blocco con funzione magica di protezione dalle sventure. Ai lati del podio, i due porticati con resti di edifici adibiti a botteghe e servizi vari completano l’armonico
complesso.ti: la càvea e l’edificio scenico, legati tra loro da due archi di pietra posti alle estremità dell’iposcenio.

La càvea contiene 2500 spettatori. L’acustica è perfetta. Arrivando dalla strada principale, ci si imbatteva nell’alta facciata dell’edificio scenico lungo m. 37,30 e alto circa 7, con ai due lati gli ingressi a cielo aperto e alle estremità i magazzini.
Coloro che entravano, superato il cancello, passavano sotto l’arco dell’iposcenio e prendevano posto sui sedili di pietra. Una volta seduti avevano avevano di fronte il palcoscenico dominato dal prospetto dell’edificio scenico con tre porte che immettevano ai camerini degli attori. Le attuali emergenze a terra rappresentano la parte sottostante adibita probabilmente a magazzini. Infatti, sul muro frontale del palcoscenico, alto m 1,89, tutto di grandi blocchi squadrati e messi in opera a secco, si aprivano ben 5 porte fiancheggiate da semicolonne scalanate ioniche con cornici, come nel proscenico ellenistico di Epidauro.

Il piano di calpestìo del palcoscenico era di tavole, largo m3,50, con fori sul lato posteriore per consentire la posa di aste di legno che al di sotto andavano a fissarsi in blocchi squadrati semincassati ( tuttora visibili ) e in alto si alzavano per reggere scenari mobili dipinti ( come nel proscenio di Priene, in Asia minore ). Ogni sedile di pietra proviene da un solo blocco ed è un pezzo unico spalliera-piede, con il dorsale elegantemente sagomato e rigettato all’indietro; alle due estremità di ogni fila figurano braccioli a zampa di grifo in segno di riguardo alle autorità cui erano riservate le tre file: magistrati, sacerdoti, eccetera. Ai due lati dell’orchestra, i muri di sostegno del terrapieno ( analèmmata ) terminano con atlanti scolpiti nella pietra ( come nell’Odeon di Pompei, dove però il materiale è costituito da tufo tenero). Tutto il terrapieno è sorretto da un grande muro semicircolare a secco, detto poligonale per via dei blocchi lavorati senza taglio regolare dei contorni. Gli ingressi: due sul fronte; uno laterale, verso nord, per l’acceso della gente comune alla parte alta della càvea adattata con sedili smontabili, probabilmente in legno; l’altro sulla curva posteriore con piccola porta di collegamento col tempio.

Il teatro insiste sul sito ove nel III secolo a.C. si trovava un tempio ionico porticato, distrutto da Annibale nel 217 a. C. Il tempio, di m 22 x 35, sorge alle spalle del tetro. Ciò che si vede oggi è solo il basamento ( podio ), sul quale si alzavano, nella parte anteriore, otto colonne sormontate da capitelli corinzi con epistilio ligneo rivestito di terrecotte decorate e, nella parte posteriore, tre celle.

C1 Isernia - Pietrabbondante

Dal bel sito dell'Isernia calcio a 5 un articolo sull'ultima giornata di campionato. Purtroppo c'è stata una sconfitta del Pietrabbondante ma da questo link è possibile vedere tutte le foto e le pagelle della partita.



Ancora a proposito di pale eoliche

In questi ultimi giorni si sono andati sommando articoli e segnalazioni che cerchiamo di sintetizzare in questo post inserendo i link e l'articolo apparso sul Messaggero.


ROMA - "I pescecani del nuovo business in Molise: la camorra e una torta da 4 miliardi" è l'occhiello dell'approfondita inchiesta sull'eolico, condotta dall'inviato Nino Cirillo e pubblicata sul quotidiano "Il Messaggero" di venerdì 12 novembre dalla prima pagina.
"La trincea è qui, a Porta Tammaro, lungo la statale per Benevento, una fettuccia dritta dritta, con il Matese che guarda bonario da una parte e le alture che portano a Campobasso dall'altra - scrive Cirillo nell'attacco del pezzo. "Se gli affari delle pale passano anche qui, allora è finita, allora sarà il caso, per l'intero Molise, di rassegnarsi: alle royalties che servono per fare campagna elettorale, agli impianti venduti a milioni di euro prima ancora di entrare in funzione, alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Tante torri devono ancora venir su, tanti progetti aspettano di essere approvati". 
Cirillo fotografa impeccabilmente una realtà. Scrive di una situazione che sta avvelenando la vita dei molisani ancora prima che le pale spuntino. Di una realtà che rischia di rivoluzionare gli stili di vita, suscitando gli appetiti più biechi.
Il discorso si concentra su Altilia, uno dei simboli - purtroppo poco conosciuti - del Molise archeologico. Non a caso definita "La Pompei del Sannio". Cirillo è netto.
"La trincea è qui perché qui ci sono le rovine di Altilia, una magnificenza di resti sannitici e romani, e anche di caseggiati settecenteschi da togliere il respiro, che se solo si sapesse in giro per il mondo ci sarebbero già i giapponesi e gli americani a fare la fila. Perché qui, nel Terzo secolo Avanti Cristo, il console Lucio Papirio Cursore vinse una battaglia campale contro le popolazioni locale, una battaglia con 7.400 morti, e conquistò definitivamente queste terre per Roma. La trincea è qui, perché da queste colonne preziose, da questo teatro unico al mondo - unico perché prevede anche un'uscita speciale all'esterno per il pubblico - dovrebbe essere goduta presto la vista di sedici pale eoliche, a una distanza di nove-dieci chilometri, sulle colline di San Giuliano del Sannio e Cercepiccola, comuni sperduti eppure bellissimi anche loro, puliti, ricchi di storia, ricchi ancora di vita".
L'articolo pubblicato sul quotidiano "Il Messaggero", oggetto di telefonate tra i tanti romani d'origine molisana che animano la Capitale, fa giustizia alla terra d'origine poco citata dagli orgtani d'informazione.
"Sepino è la bandiera di questa battaglia - si legge sul quotidiano romano - nonostante non sia proprio quella messa peggio. Ma i casus belli, si sa, nascono per caso, sono spesso fatti di simboli, di suggestioni, di coincidenze".
Il giornale riporta la battaglia strenue e costante della Rete di associazioni, che include - sin dalla prima ora - anche "Forche Caudine", il circolo dei molisani a Roma, che ha ricevuto centinaia di mail di appoggio da tanti corregionali non solo a Roma ma in tutto il mondo.
"E allora anche il solo fatto che le pale siano visibili lassù, anche a una distanza non proprio incombente, viene considerato uno scempio. Non da una, ma da novantanove associazioni ambientaliste raggruppate in una Rete e decise a vendere cara la pelle, anzi la vista dalle rovine di Sepino". Il presidio costante di Porta Tammaro, presso Sepino, è l'emblema di una battaglia che rappresenta anche un segnale di speranza per il risveglio civile di un popolo molisano senza confini geografici.
"Sepino non è quella messa peggio - continua Cirillo - perché è tutto il Molise, e in maniera molto più traumatica e molto più visibile, che sta facendo i conti con questa nuova follia. Innanzitutto Pietrabbondante, in provincia di Isernia, dove a un paio di chilometri dal teatro sannitico meglio conservato al mondo, dovrebbero spuntare una decina di pale. Sì, proprio dove si riunivano i Marsi, i Peligni, gli Irpini e i Sanniti stessi, una volta l'anno, per eleggere il capo di quella federazione ante litteram delle popolazioni del nostro Sud. E dopo Pietrabbondante, Frosolone -sempre in provincia di Isernia- e poi via via verso il mare, dove le pale ci sono già, dove hanno bussato e gli è stato subito aperto, a Lucito, a San Martino in Pensilis, a Ururi. Pale, pale, e ancora pale, che di notte fanno certe lucine rosse da mettere veramente paura".
Il quotidiano entra poi nel dettaglio: "Per avere un'idea di quello che sta accadendo bisogna considerare che il Molise - terra bellissima e incontaminata prima di questo veleno iniettato lentamente e senza scrupoli - ha 4.400 chilometri quadrati di territorio e 136 comuni. Ebbene, 90 di questi comuni sono toccati da progetti di pale eoliche realizzate o da realizzare, e gli altri 40 c'è da temere che presto lo saranno. E' un assalto. Secondo il consigliere regionale del pd Michele Petraroia, un po' la guida spirituale della Rete ambientalista nata attorno a Sepino, «sono già 436 le torri installate e addirittura potrebbe essere anche fra le 2.500 e le 5.000 quelle richieste». I dati che offre l'assessore regionale all'Ambiente Salvatore Muccilli si discostano, ma non di moltissimo: a tre mesi fa, 373 torri eoliche installate, 155 che hanno già ricevuto il placet del suo assessorato, quindi a buon punto nell'iter, e 1.340 domande da esaminare («Ma, a occhio, moltissime le bocceremo»). Mettono paura anche altri calcoli. Secondo Petraroia, già oggi «con la sola energia eolica delle torri installate il Molise produce il 72 per cento dell'energia di cui ha bisogno». Se alle pale «aggiungiamo il termoelettrico, l'idroelettrico e il fotovoltaico, siamo al 110 per cento». Quindi, di cos'altro avrebbe bisogno questa regione? Ma se addirittura proiettiamo le pale richieste, sempre secondo Petraroia, «il Molise arriverebbe a produrre quattro volte l'energia di cui ha bisogno». Per farne che? Per immetterla dove, se la rete non è neanche pronta a convogliarla?".
La situazione è davvero drammatica. Perché il territorio molisano, uno dei meno battuti dal turismo e una delle poche risorse - anche potenziali - della Regione, rischia di abrutire in modo irreversibile.
Il quotidiano riporta le dichiarazioni dell'assessore Muccilli: «Dobbiamo aggiornare il piano energetico regionale che è vecchissimo, dobbiamo recepire le linee guida del governo pubblicate un mese fa sulla Gazzetta, dobbiamo stabilire dei limiti alla compensazioni che le aziende offrono ai comuni. Eh sì, non vorrei che qualcuno pensasse di pagarci la campagna elettorale con quei soldi...». 
"Muccilli è arrivato al punto - spiega Cirillo. "Perché l'eolico funziona così. Bussano scatenati alle porte di questi piccoli comuni gli "sviluppatori", questi mezzani delle pale, che a nome di piccole, piccolissime società, "esseerreelle" con diecimila euro di capitale, vanno in cerca dei terreni e contrattano l'autorizzazione. Al sindaco offrono «ristori ambientali», cioè compensazioni in denaro, cioè royalties, intorno ai 90-100mila euro l'anno, con qualche piccola percentuale sull'energia che verrà prodotta. Anche a non pensar male, sono soldi preziosi per piccole amministrazioni allo stremo". 
L'approfondito articolo si sofferma poi sul sindaco di Sepino, Antonio Mosca che "si vanta di essere un ex democristiano", scrive Cirillo forse con un po' d'ironia, "ma che soprattutto proclama: «Io non sono contro l'eolico selvaggio, sono proprio contro l'eolico. Io, il mio territorio non lo svendo e neppure lo vendo». Beato lui, perché le pale della discordia sono una grana per i suoi due colleghi dei comuni che gli stanno di fronte. «Ma da me non sono venuti neppure a bussare», precisa con puntiglio il sindaco Mosca. E invece continuano a bussare da tante altre parti". 
Il pezzo torna su Petraroia e su un suo ficcante ragionamento: "In capo a dieci anni, se tutti i progetti fossero approvati, i pescecani dell'eolico ci guadagnerebbero, in Molise, qualcosa come quattro miliardi di euro, lasciando alle amministrazioni locali solo le briciole, intorno ai 30 milioni".
L'assessore Muccilli conferma che il business si scatena anche se la pala ancora non gira. «Sa quanto può valere un progetto approvato? Cioè il solo placet che la piccola società decide di rivedersi alla multinazionale dell'energia? Anche cinque milioni di euro...». 
"Ecco l'arcano, c'è un passaggio significativo di denaro ancora prima del "certificato verde" vero e proprio, di quell'assurdo strumento di scambio, cioè, che consente ai piccoli di speculare e ai grandi di mettersi in regola con Kyoto, ma che funziona solo quando l'energia si comincia effettivamente a produrre - spiega efficacemente il giornalista del quotidiano romano. E insiste: "Le ultime notizie non sono buone affatto. Il Consiglio di Stato, affrontando la questione di Sepino, in una sentenza emessa l'8 ottobre scorso ma resa pubblica solo qualche giorno fa, ha deciso che la Essebiesse quelle pale può metterle eccome, che ha tutte le carte in regola per farlo, tutte le autorizzazioni prevista e concesse via via nel tempo. Il fatto che la Soprintendenza ai Beni Ambientali del Molise, nella primavera scorsa, abbia posto nuovi vincoli, sentenzia con buona ragione il Consiglio di Stato, non può inficiare la validità di tutta quella procedura. Si rimane così aggrappati a un filo, almeno per Sepino perché per il resto del Molise pendono una cinquantina di ricorsi. Si rimane aggrappati a una sentenza che il Tar del Molise dovrebbe pronunciare fra un mese. Ragiona l'avvocato Matteo Iacovelli, che rappresenta l'Amministrazione provinciale di Campobasso costituitasi in giudizio: «Il Tar potrebbe anche dichiarare prescrittivo, al di là di tutte le autorizzazioni già concesse, l'articolo 9 della nostra Costituzione, quello che sancisce la tutela del paesaggio».Non diremmo tutto, se non parlassimo anche di camorra. Tutti la vedono a ogni angolo, tutti scrutano con sospetto le piccole società che magari provengono dalla provincia di Caserta, ma anche da Milano, da Brescia e da Torino, e tutti temono, come è avvenuto in Sicilia, che anche qui i clan stiano dando l'assalto all'eolico. Se non l'hanno già dato. Prove non ce ne sono, tanto meno inchieste aperte dalla Procura Antimafia". Il pezzo conclude emblematicamente: "Ma camorra o non camorra, non basta già tutto questo?". (Fonte: Forche Caudine).

Eolico, l'affare delle pale ferme che valgono milioni di euro





da questa lettera riportiamo un passo:

“E' un territorio in cui è possibile, ad ogni passo, superare i limiti del tempo: tutto nella vallata ha origine da Altilia, città museo aperta al mondo, crocevia di popoli e di diverse civiltà, l'antica Saepinum, città del passato fondata sul tratturo, millenario percorso dei pastori: costruita da cavalieri antichi, i quali poi l'avevano abbandonata per andare a liberare il Santo Sepolcro in Terrasanta. Ma si diceva che sarebbero ritornati, chissà quando, e che allora la città sarebbe ridiventata bellissima, con le sue mura, le sue chiese, le sue piazze, le sue fiere piene di gente…” Così il famoso Adriano La Regina, che è stato anche Sovrintendente dei Beni Archeologici di Roma, descrive “la Valle del Tammaro”, nel Molise.

martedì 9 novembre 2010

Italia Antiqua: il Molise



Anche se alcuni storici tendono a definire il Molise “un’appendice abruzzese”, la regione presenta una forte identità culturale autonoma, poiché, mente l’Abruzzo è abitato da una manciata di popoli, di ceppo italico ma con caratteristiche differenti, la piccola regione adriatica ha un forte sostrato culturale sannita che la rende culturalmente più uniforme.

Le recenti scoperte archeologiche ci indicano che il Molise detiene un primato nella più antica storia d’Italia. L’uomo d’Isernia è stato considerato il “ritrovamento paleoantropologico più importante d'Europa”.

La sua storia è anche quella dei Sanniti insediatisi sempre nel bacino d’Isernia  attorno al VII sec. a.C., fieri oppositori di Roma nelle guerre Sannitiche i cui centri principali politici e religiosi sorgevano sulle alture di questo territorio, si distinsero anche nella Guerra Sociale come fieri rappresentanti della stirpe italica.

Le città, impoverite dalle guerre ebbero grandi difficoltà nel periodo repubblicano, quasi fossero state punite dalla rivolta sociale, riuscirono a risorgere durante l’età imperiale quando alla già colonia di Isernia, dal 262 a.C., verranno “promosse” anche Venafro e Boxano, colonie rispettivamente in epoca augustea e flavia. (Fonte: Instoria).





Pompei: uno scandalo mondiale


Nelle guerre si contano i morti e si dimenticano le cause. Il crollo della schola armatorum a Pompei è una notizia che sta facendo il giro del mondo, come è successo negli ultimi mesi a Roma coi crolli della Domus Aurea e del Colosseo.
Ma la vera notizia è che molto altro, a Pompei ed Ercolano come a Roma, ancora "regge", a dispetto dell´incuria, dei brutali tagli di bilancio, delle continue riduzioni del personale, della mancanza di turn over. Altri crolli, altre rovine, altri disastri arriveranno, immancabili. Il punto è se vogliamo rassegnarci a tenere il conto dei monumenti condannati alla distruzione, o interrogarci sulle cause.
Quando il governo annunciò, col decreto-legge 112 (luglio 2008), un taglio ai Beni Culturali per oltre un miliardo e 200 milioni di euro nel triennio, fummo in pochi a denunciare l´enormità dello scippo a un bilancio già drammaticamente inferiore alle necessità di un patrimonio enorme come il nostro. Ma quasi nessuno volle capire che a un taglio di tale portata non potevano che seguire disfunzioni e problemi d´ogni sorta; anzi, a ogni nuovo disastro non manca chi cade dalle nuvole e si chiede "come mai?", senza collegare gli effetti con le cause. Come se dovessimo fare le meraviglie per l´insorgere della carestia in una zona di estrema povertà. L´irresponsabile taglio dei finanziamenti è dunque una causa primaria di questi e altri crolli, ma non la sola. Da vent´anni governi di ogni colore hanno fatto poco o nulla per rinnovare i quadri delle Soprintendenze, lasciando invecchiare i funzionari senza sostituirli. Si è fatto anzi di tutto per svuotare gli organici, spedendo in pensione d´autorità eccellenti archeologi e storici dell´arte allo scadere dei 40 anni di servizio. Emblematica la situazione di Pompei: andato in pensione Piero Guzzo, uno dei migliori soprintendenti italiani, si sono succeduti nel giro di un anno e mezzo ben tre soprintedenti ad interim (uno dei quali al tempo stesso doveva reggere la Soprintendenza archeologica di Roma), creando ovvie discontinuità di gestione.
Come se non bastasse, i soprintendenti di Pompei (e non solo) sono stati ripetutamente esautorati e delegittimati mettendo al loro fianco un commissario straordinario del Ministro: il primo fu un prefetto in pensione (Profili), il secondo un funzionario della Protezione Civile (Fiori). Come mai si possa affidare Pompei a un prefetto in pensione, e non invece ritardare di un solo giorno il pensionamento di un archeologo, è un mistero in attesa di soluzione. Pompei è fra i siti archeologici più visitati al mondo, e ha introiti annui di circa 20 milioni di euro. Nei corridoi del Ministero si ritiene evidentemente che siano troppi, dato che il 30% sono dirottati su altri poli museali; inoltre, il commissario ha incamerato almeno 40 milioni di euro destinandoli in buona parte non all´archeologia, ma a eliminare i cani randagi, a illuminare strade malfamate e ad altre operazioni di facciata, peraltro a quel che pare con scarso successo. È di pochi mesi fa l´apertura di un´inchiesta della Corte dei Conti sulle procedure di emergenza adottate a Pompei.
Anziché affrontare questi ed altri problemi, anziché reperire nuove risorse, chi ci governa si accontenta di annunciare periodicamente l´avvento di prodigiose Fondazioni (che non esistono), la pioggia di capitali privati (che non arrivano), gli imminenti miracoli della Protezione Civile, credibili quanto la fine dell´emergenza spazzatura in Campania. Ingabbiati in un effetto-annuncio autoreferenziale, ministri e sottosegretari forse non riescono più nemmeno a vedere il nesso elementare fra il taglio delle risorse e il crescere dei problemi; o forse sono ancor più colpevoli, perché lo vedono e lo nascondono ai cittadini. Non fanno nulla per rimediare alle crescenti, drammatiche carenze di personale. Intanto la delegittimazione delle Soprintendenze ha fatto un altro passo avanti: il Consiglio di Stato ha appena cestinato la tutela del sito archeologico di Saepinum (Molise), con una sentenza che offende il Codice dei Beni Culturali e la Costituzione, autorizzando una centrale eolica contro il divieto della Direzione Regionale ai Beni culturali. Italia Nostra ha già elevato in merito una vibrata protesta: l´affermata priorità di un permesso comunale sulle esigenze di tutela è gravissima non solo perché condanna a morte un sito archeologico di primaria importanza ma perché costituisce un pericoloso precedente, quasi il prevalere della Costituzione immaginaria vagheggiata da Tremonti, dove la libertà d´impresa sarebbe il principio supremo, sulla Costituzione reale e vigente secondo cui la libertà d´impresa non dev´essere «in contrasto con l´utilità sociale» (art. 41), e la «tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico della Nazione» (art. 9) è un valore primario e assoluto.
Per affrontare degnamente i problemi della tutela in Italia basterebbe recuperare meno dell´1% della gigantesca evasione fiscale (la più grande del mondo occidentale in termini assoluti e relativi). Di fronte a Pompei che crolla, a Saepinum invasa dalla pale eoliche, che cosa intende fare il governo? Fino a quando noi cittadini dovremo proseguire la conta dei disastri? Fino a quando sapremo tollerare?
SALVATORE SETTIS

DOMENICA, 07 NOVEMBRE 2010 LA REPUBBLICA

http://www.patrimoniosos.it/index.php

Mentre Vittorio Sgarbi afferma:

"Il fatto di Pompei è infinitamente meno grave rispetto al sistematico saccheggio operato dalla diffusione delle pale eoliche nei luoghi monumentali, come a Sepino, in Molise". Così, ai microfoni di CNRmedia, Vittorio Sgrabi commenta il crollo della Domus dei gladiatori. ''A Sepino il Consiglio di Stato ha appena autorizzato 30 pale eoliche su un sito archeologico. Quello si' e' un crimine di Stato, di una violenza inaudita. Con la differenza - sostiene Sgarbi - che a Pompei la causa e' il maltempo, a Sepino come in tanti altri luoghi c'e' una violenza sistematica e autorizzata per legge. Quello che e' successo a Pompei e' successo anche a Massa, dove le piogge hanno provocato una frana che ha ucciso due persone. Non posso caricare sul Ministero dei Beni Culturali il fatto che il maltempo insista sulle rovine cosi' come insiste sulle case abitate dagli uomini. E' un segnale di incuria ma non si tratta di un evento irreparabile''. (fonteAsca)

lunedì 8 novembre 2010

Regolamento di adesione "Altissimo Molise" Card

Regolamento di adesione “ALTISSIMO MOLISE” CARD

Altissimo Molise, nasce la card per il turismo


AGNONE - Dall’unione di quattro Comuni (Agnone, Capracotta, Pietrabbondante e Pescopennataro) nasce la “Card Altissimo Molise” che consentirà ai turisti di avere agevolazioni economiche per la fruizione di servizi pubblico-privati, nonché per l’acquisto di beni presso attività commerciali. In sintesi saranno garantiti sconti per l’ingresso ai musei, visite guidate, ristoranti e l’acquisto di prodotti tipici. Il nuovo progetto, curato nei minimi particolari dalla cooperativa “Madre Natura”, è stato presentato ieri mattina nella sala consiliare del Comune di Agnone mentre su scala nazionale farà il suo debutto ufficiale il prossimo 12 novembre al salone “AgriTour” di Arezzo, dove è garantita la presenza di 130 tour operators di cui 70 provenienti da tutto il mondo. “Si tratta di un servizio innovativo nel settore di quel turismo di qualità che stiamo cercando di portare avanti, un servizio che non andrà a cozzare con quanto di buono messo in campo da Provincia e Consorzio Asso Mab a cui chiediamo collaborazione – le parole del sindaco di Agnone, Gelsomino De Vita –. Nei prossimi mesi – l’augurio che fa il primo cittadino – speriamo che altri soggetti possano aderire al progetto”. Diecimila le card ad un euro (prezzo simbolico) che saranno messe in circolazione nei prossimi mesi le quali saranno monitorate tramite una banca dati per capire come si muoverà il flusso turistico nei quattro paesi promotori dell’iniziativa. “E’ un passo importante per superare campanilismi e steccati tra le varie realtà che fino ad oggi hanno paralizzato un territorio che non ha nulla da invidiare a nessuno – il commento di Antonio Monaco, sindaco di Capracotta – Quella della card è un incentivo per promuovere la venuta in alto Molise di turisti, una scommessa che pensiamo di poter vincere se altri soggetti interessati (vedi Regione) ci daranno una mano”. “Da soli non si va da nessuna parte, mentre unendo le forze si possono raggiungere risultati impensabili – ammette Pompilio Sciulli, sindaco di Pescopennataro – Agnone è chiamata a rivestire un compito fondamentale quale Comune capofila ma noi siamo pronti a recitare la nostra parte senza risparmiarci affinché il progetto, sposato con il Servizio turistico associato, possa decollare in maniera definitiva”. Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Pietrabbondante, Giovanni Tesone. “Garantire un ventaglio di servizi e pacchetti a prezzi agevolati può fungere da calamita ai tanti turisti che desiderano visitare l’alto Molise, una terra troppo spesso sottovalutata per bellezze e capacità. Resto dell’avviso che l’idea in tempi rapiti va allargata ad altre Amministrazioni ed enti”. Al pari della card già attivo, come confermato da Armando Li Quadri, assessore al Turismo del Comune di Agnone e Andrea Venosini di Madre Natura, il sito altissimomolise.com dove sarà possibile scaricare informazioni utili per ciò che riguarda il nuovo servizio, gli eventi (puntualmente aggiornati) e altre notizie. (Maurizio d'Ottavio su Altomolise)



E’ l’obiettivo della “Card Altissimo Molise” promossa dall’omonimo Servizio Turistico Associato, che è fruibile a partire da oggi per un anno intero. La presentazione ufficiale del nuovo servizio c’è stata in Agnone, nella Sala Consiliare di Palazzo S.Francesco, alla presenza dei sindaci dei quattro paesi aderenti all’iniziativa:Agnone, Capracotta, Pietrabbondante e Pescopennataro.

La Card, elaborata dallacooperativa Madre natura, garantisce una serie di agevolazioni ai visitatori dei quattro comuni aderenti, che, acquistandola al costo simbolico di un euro ed esibendola presso i luoghi e gli esercizi convenzionati, offre al possessore una serie di vantaggi tariffari.

Ad esempio l’ingresso ai siti archeologici, la ristorazione, l’acquisto di prodotti tipici. Ha una validità di venti giorni dalla data del rilascio e può essere acquistata nei Punti Informazione dei paesi aderenti. È in fase di allestimento il sito web del Servizio Turistico Associatoche rappresenterà l’interfaccia web del servizio e conterrà tutte le informazioni relative ai soggetti aderenti, pubblici e privati. Sarà dedicata inoltre una sezione relativa agli eventi ed alle manifestazioni, per informare gli utenti che visiteranno il sito su tutte le iniziative di cultura e tempo libero che saranno portate avanti sul territorio.

Il sindaco di Agnone, Gelsomino De Vita ha sintetizzato l’intento: “Il Servizio Turistico Associato nasce da un lavoro d’intesa fra i comuni iniziato circa un anno fa, con lo scopo di promuovere e guidare il turismo in terra altomolisana. Ci siamo organizzati anche con numerosi operatori nel campo turistico, per offrire un pacchetto che sia il più completo e soddisfacente possibile. Abbiamo dato un piccolo contributo di poche migliaia di euro, ma speriamo di ottenere maggiori sostegni finanziari da chi ha in mano la programmazione in questo settore, per garantire la migliore riuscita del progetto.

Non siamo in concorrenza con la Provincia di Isernia o l’ASSO MAB, anzi, speriamo di poter collaborare e muoverci simbioticamente, per un rilancio complessivo della zona. L’importante è superare i campanilismi e lavorare insieme, nessun paese dev’essere più da solo, ci auguriamo di coinvolgere un numero sempre maggiore di comuni e di operatori” (Adele Moauro su Ecodelsangro).

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Servizio Turistico Associato, un valido strumento per la promozione dell’Altissimo Molise. Il sindaco di Capracotta: “Crediamo molto in questa iniziativa. Ora ci auguriamo venga recepita dagli operatori commerciali del territorio”.

Ce la stanno mettendo proprio tutta perché l’Altissimo Molise possa finalmente trovare la sua giusta collocazione nel panorama turistico, culturale, storico ed enogastronomico non soltanto regionale ma nazionale. L’ultimo sforzo congiunto, quattro amministrazioni locali – Capracotta, Agnone, Pescopennataro e Pietrabbondante – lo hanno compiuto pochi giorni fa, quando è stata presentata agli organi di informazione la card di accesso ad una serie di servizi turistici che offrirà ai titolari una serie di interessanti agevolazioni.

“Crediamo molto in questa iniziativa – dice il sindaco di Capracotta Antonio Monaco riferendosi alla card “Allissimo Molise” – che fa parte di un vero e proprio pacchetto turistico che abbiamo realizzato di concerto con le amministrazioni locali di Agnone, Pescopennataro e Pietranbbondante, anch’esse impegnate nella predisposizione di specifici strumenti promozionali in grado di far raggiungere alle nostre aree standard qualitativi di prim’ordine negli ambiti che rappresentano i punti di forza dei nostri territori. Ecco, quindi, la volontà, ma anche la necessità di intraprendere la strada del servizio turistico associato attraverso cui dare un input diverso alla nostra azione di sviluppo locale. Fare sistema – prosegue Monaco – è infatti forse l’unica strada che è rimasta alle nostre realtà per proporsi in un mercato, quello del turismo, che è enormemente cambiato nell’ultimo decennio.

Naturalmente, come Amministrazioni stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per proporci ad un pubblico sempre più vasto ed esigente. Un pubblico che quasi sempre sceglie in anticipo dove trascorrere le proprie vacanze, che non lascia più nulla al caso e che, grazie alle enormi opportunità offerte dal web, è sempre più alla ricerca di nuove sensazioni, abbinate alla riscoperta di quelle tipicità locali, che poi fanno propendere l’ago della bilancia per una località piuttosto che per un’altra. La card dei servizi turistici associati – conclude il primo cittadino di Capracotta – vuole essere uno strumento di diversificazione della nostra politica di sviluppo, ma per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno del sostegno concreto degli operatori commerciali del nostro territorio, ai quali chiediamo di recepire tale iniziativa e di aderirvi in gran numero. Solo così potremo raggiungere quei traguardi ambiziosi che ci siamo prefissi”. (Fonte)

Per maggiori informazioni: http://www.altissimomolise.com/

Fuori Controllo


Presentazione del libro Zingare Spericolate...e del progetto Cheja celen ...e condizioni di vita nel campo Rom Cesare Lombroso Monte Mario. Venerdì 12 Novembre 2010 presso La Città dell'Utopia, Laboratorio sociale e culturale che affronta i principali temi legati ad un nuovo modello di sviluppo locale e globale che sia equilibrato, sostenibile, giusto.

venerdì 5 novembre 2010

Foto dal 4 novembre - commemorazione ai caduti




Recupero e restauro per l'Aquila

Poiché in questo blog si parla spesso di arte, ci sembrava significativo segnalare questa mostra organizzata dall'ISCR. Le opere non riguardano il territorio molisano bensì quello aquilano colpito dal terremoto ma ci piaceva metterle in evidenza, un omaggio alla cultura martoriata dal sisma.



Recupero e Restauro per L'Aquila. Gli interventi dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro a favore dei beni danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009

Le opere che hanno subito danni a causa del sisma che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile 2009 sono numerosissime. L’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro ha contribuito alle complesse operazioni di recupero, pronto intervento e restauro in sinergia con le Autorità delegate per la tutela e con l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila.
Le attività, tra loro integrate, hanno riguardato in particolare la verifica e il pronto intervento conservativo delle opere provenienti dal Museo Nazionale d’Abruzzo ? ricoverate presso il Museo della preistoria di Celano ?, il restauro di un dipinto su tela raffigurante il “Transito di San Giuseppe” (sec. XVIII) finanziato dalla Fondazione Droghetti, il recupero ed il progetto di restauro della tela di Vincenzo Mascitelli proveniente dal Duomo dell’Aquila raffigurante la finta cupola in falso prospettico (1827).
La mostra esporra' la tela del “Transito di San Giuseppe” dopo il restauro, alcuni frammenti ricomposti della grande opera di Vincenzo Mascitelli e il presepe in terracotta di Saturnino Gatti in procinto di essere restaurato. All'interno della mostra sara' possibile assistere alla proiezione delle immagini registrate nel corso delle complesse attività di recupero e pronto intervento svolte dall’ISCR a L'Aquila.

Inaugurazione - Giovedì 4 novembre 2010, Ore 18,00
Complesso Monumentale del San Michele, Sala degli Arazzi
Via di San Michele 22, Roma
Apertura al pubblico dal 5 al 12 Novembre 2010, 
nei giorni feriali, dalle ore 9,00 alle ore 14,00
Via di San Michele 22, Roma

giovedì 4 novembre 2010

Eolico in Molise: la giustizia dà il via libera

ROMA - Il Consiglio di Stato, in linea con la maggior parte delle previsioni, ha respinto il ricorso del ministero dei Beni culturali sulla vicenda dell'installazione di pali eolici a ridosso dell'area archeologica di Altilia, in provincia di Campobasso. Ciò equivale ad una sorta di via libera per l'ulteriore comparsa di strutture per l'energia eolica nel territorio molisano. 
Il parco eolico dovrebbe quindi sorgere in località Castagna, nei territori dei Comuni di Cercepiccola, Sepino e San Giuliano del Sannio, in provincia di Campobasso, per il quale i giudici hanno dato il via libera. In attesa, invece, i parchi eolici di Vastogirardi, Monteverde di Vinchiaturo e Pietrabbondante, per i quali il Tar pubblicherà la sentenza tra qualche giorno. 
La vicenda del parco eolico a ridosso di Altilia ha caratterizzato le cronache molisane degli ultimi giorni, grazie soprattutto alla nascita di un cartello di un centinaio di associazioni e comitati civici in difesa del territorio molisano. Anche l'associazione "Forche Caudine", il circolo dei molisani a Roma, ha fatto sentire la sua voce, contribuendo non solo a sensibilizzare moltissimi corregionali sparsi per il mondo (presso la sede dell'associazione sono giunte oltre un centinaio di mail di adesione all'iniziativa di contrasto dell'installazione eolica), ma anche a far votare una mozione congiunta di tutti i gruppi consiliari del Comune di Roma, essendo Altilia città storica romana. 
Ora però, in virtù della decisione assunta dal Consiglio di Stato, potrebbero essere 16 le torri eoliche che verranno installate su un crinale tra i 500-600 metri sul livello del mare a qualche chilometro dalla zona archeologica di Altilia, di fronte alla catena del Matese. 
Il Consiglio di Stato, in sostanza, ha ritenuto che quanto stabilito nel 2005 dalla direzione regionale della Sovraintendenza riguardo alla creazione di un impianto eolico nell'area della Castagna fosse ancora valido e quindi i vincoli frapposti di seguito vengono ritenuti inutili. 
Ora pendono altri ricorsi che riguardano Vastogirardi (12 pali), Santa Maria di Monteverde di Vinchiaturo (10 pali) e Pietrabbondante (16 pali), sempre avanzati dal ministero dei Beni culturali contro numerose ditte del settore. 
Il consigliere regionale del Pd, Michele Petraroia, in prima linea contro l'eolico, ha inviato una lettera ai ministri Bondi ed Alfano, al presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi, al presidente della giunta regionale Iorio e alla Procura della Repubblica di Campobasso. Invita le istituzioni a fermare la realizzazione dell'impianto eolico in uno dei siti più suggestivi e antichi della regione perché l'ente Regione accolga la moratoria proposta dalla rete delle associazioni ambientaliste e affinchè il Governo faccia un altro provvedimento uguale a quello emanato per la Valtellina dove è stato bloccata un'analoga iniziativa che presentava un progetto di impianto eolico tra le province di Sondrio e di Bergamo. 
Il Molise rischia di diventare la prima regione per installazione di pale eoliche. In Regione sono ferme per motivi tecnici amministrativi e procedurali, richieste per circa 5 mila pale eoliche. Altri ricorsi si riferiscono a Guglionesi, Matrice e Toro. I pali eolici in Molise al momento sono 420. Sotto accusa anche la cosiddetta "legge Berardo" che avrebbe dato il via libera a molte aziende. E c'è chi ipotizza anche la presenza della criminalità organizzata dietro qualche ditta. (Fonte: ForcheCaudine)

martedì 2 novembre 2010

I fatti dell’autunno 1860 in Molise narrati a più voci

Dal blog della biblioteca Michele Romano di Isernia un e-book che raccoglie documenti sui fatti del 1860 nella provincia di Isernia in seguito all'arrivo dei garibaldini e agli scontri con l'esercito borbonico e con i molisani.

I fatti dell’autunno 1860 in Molise narrati a più voci