mercoledì 17 novembre 2010

I musei senza difesa

Il sovrintendente «Con i fondi disponibili ci occupiamo della fruizione dei beni»

Daniela Lombardi Risorse economiche minime, che però si tenta di spendere nel migliore dei modi, fondi per la manutenzione stanziati ma non ancora giunti nelle casse della Sovrintendenza ai beni culturali, carenza di personale dovuta ai pensionamenti ai quali non seguono nuove assunzioni. Le criticità che rendono difficili interventi immediati e di sicura efficacia per la valorizzazione dei siti archeologici regionali non mancano, come ammesso dal Sovrintendente per il Molise Alfonsina Russo. Ma ciò che viene sottolineato, dopo la segnalazione di alcuni aspetti da tenere sotto controllo per evitare grossi «sfasci» effettuata dall'archeologo Gianfranco De Benedittis, sono anche i dati positivi. «Quelle poche risorse che ci arrivano cerchiamo di spenderle per aumentare la fruibilità dei beni da parte del pubblico. Con progetti specifici siamo riusciti a riallestire il museo di Venafro, ad aprire al pubblico il teatro di Venafro dopo averne anche restaurati gli affreschi, come pure ad ottimizzare il museo di Campobasso con 100mila euro derivanti dai fondi del Lotto. Inoltre siamo arrivati a stipulare una convenzione con il Comune di Larino per dare un migliore servizio di custodia al parco di Villa Zappone e, sempre attraverso convenzioni con i rispettivi Comuni, abbiamo ampliato gli orari di apertura dei siti di Pietrabbondante e Sepino». È proprio questa dell'accordo con i Comuni sul cui territorio si trovano le opere o in altri casi con le associazioni, la chiave per assicurare la custodia e la valorizzazione dei siti archeologici secondo Alfonsina Russo. Anche perché, viene detto, la situazione economica e del personale della Sovrintendenza non è rosea. «Per la manutenzione, i fondi sono pochi e spesso arrivano in cassa in ritardo. Per questo abbiamo avuto difficoltà nel ripulire dalle erbacce il tempio di San Giovanni in Galdo (la segnalazione era sempre di De Benedittis ndr), ma ogni sforzo è stato fatto. Si tratta però di interventi che vanno effettuati periodicamente, non una tantum», spiega ancora il Sovrintendente. Discorso ulteriore è quello relativo alle risorse umane, che hanno a che fare con una notevole mole di lavoro alla quale non corrisponde un reclutamento soddisfacente nel numero. «Il Ministero prevede la presenza di quattro funzionari per territorio che devono controllare tutti i lavori pubblici, come la costruzione di strade o metanodotti. Ci hanno poi inoltrato oltre 200 progetti riguardanti l'installazione di parchi eolici o fotovoltaici ai quali per legge dobbiamo rispondere entro tempi determinati. Infine, ai pensionamenti non corrispondono nuovi concorsi. Un'intera generazione di archeologi ed altre figure professionali andrà in pensione entro quattro anni e non è previsto ricambio generazionale», viene approfondito. Insomma, solo la sinergia con gli enti territoriali appare come strada per assicurare ai siti, soprattutto quelli nei quali non esiste un presidio permanente della sovrintendenza (presente solo nei siti principali quali Pietrabbondante, Sepino-Altilia, Venafro, Larino e Isernia) quel minimo di attenzione che assicuri di mantenere nel tempo l'arrivo di visitatori e, di conseguenza, la giusta attenzione e tutela. (Fonte: Il Tempo)

Nessun commento:

Posta un commento