mercoledì 7 novembre 2012

I Sanniti protagonisti di un ambizioso progetto di marketing territoriale


Nasce da due romanzi storici di Nicola Mastronardi, che raccontano l’identità di un popolo e un pezzo di storia italiana che vuole tornare alla luce.

È stato il popolo che ha dato origine all’identità del territorio che oggi si chiama Molise.  E che, insieme ai Marsi, ha fatto nascere il concetto stesso di “Italia” come Nazione composta da popoli uniti da vincoli di lingua, costumi e da un comune sogno di indipendenza. 

I Sanniti hanno deciso di tornare allo scoperto, per rimpossessarsi del proprio posto nella storia italiana e universale. Insieme agli  Italici (Vitelios in lingua osca) i Sanniti sono infatti i protagonisti di un ambizioso progetto di marketing territoriale, che nasce in Alto Molise intorno al termine “Viteliú”, il nome osco antico ed originario della parola latina “Italia”

Il progetto Viteliú è stato elaborato da un gruppo di lavoro, una partnership, fatta di imprenditori e personaggi della cultura molisana, per far riemergere l’identità storica del territorio e farlo conoscere oltre i confini regionali. Tra i promotori ci sono Nicola Mastronardi, scrittore e profondo conoscitore del mondo sannita, e Simone Sala, noto pianista, ideatore e direttore artistico del festival “World Music Project”. 

Il progetto prende vita dalla pubblicazione di due romanzi storici (il primo sarà in edicola a dicembre), che raccontano dell’evoluzione della “Prima Italia”, dando voce a ottocento anni del nostro passato (dal IX al I secolo a. C.) completamente ignorati dai libri scolastici. Un buco nero della cultura italiana, su cui va fatta luce. Dai romanzi redatti da Mastronardi si sviluppa un importante disegno di marketing, che rende omaggio al Molise e a parte dell’Abruzzo, che per la prima volta vengono riconosciute come aree genetiche della prima Italia. I Sanniti Pentri diventano protagonisti di un passato dimenticato, che può tornare allo scoperto e riempire quelle pagine di storia che nel tempo sono state lasciate senza una precisa definizione, affogate nel “diluvio romano” per usare un concetto utilizzato nella IV di copertina del primo romanzo.  

Il progetto “Viteliú” diventa promotore della riscoperta della storia della prima Italia, fondata dai Sanniti Pentri e dai Marsi, colonna della Lega italica che aggregò dodici popoli, nel sogno di uno stato indipendente (Viteliú appunto, l’Italia) in relazione con la realtà romana dell’epoca. Da tali consapevolezze prende piede una progettazione complessa, che vede come primo firmatario Angelo Marcuci (Terme di Sepino spa), con l’obiettivo di far conoscere il Molise come terra d’origine e come territorio dai tanti risvolti nascosti. “Dobbiamo far comprendere – spiega Nicola Mastronardi – l’importanza della nostra terra, come culla della prima Italia. Renderla riconoscibile come è la Tuscia per l’alto Lazio e la Toscana o la Magna Grecia. Ci sono ottocento anni di storia della nostra penisola – non solo del Molise -  che rivendica una notorietà sin qui nascosta sotto la “coperta latina”. 

Il progetto parte dai romanzi per innestarsi nella programmazione turistica, con lo scopo di far percorrere ai visitatori i luoghi attraversati dai personaggi dei due libri, (il secondo in programmato per l’autunno 2013) nella produzione di un film ispirato ai romanzi storici, nella realizzazione di un Parco Archeologico Territoriale dedicato al Sannio Antico, per mettere in rete tutti i siti di interesse storico-archeologico disseminati tra l’Alto Sangro all’Alto Molise, fino ad Altilia, ed infine la creazione di un Centro di ricerca di alta formazione dedicato ai popoli italici, in collaborazione con l’Università del Molise e con l’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma. Un organismo, con sede in Molise, che tra le altre cose si occuperà di sviluppare attività e promozione della ricerca e degli scavi archeologici nel territorio della Prima Italia. Attraverso questi passaggi, l’obiettivo del gruppo di lavoro è quello di far si che la cultura diventi fulcro per lo sviluppo socio-economico del territorio e della sua comunità, i cui abitanti ritornino ad essere gli attori protagonisti della rinascita della propria terra. 

Tra le altre operazioni previste dal progetto, ci sono attività di divulgazione della storia locale nelle scuole, (la casa editrice dei due romanzi sta progettando una linea editoriale basata sui singoli popoli italici)  per rendere note le vicende del passato nascoste nei secoli, e la realizzazione di una mostra biennale, organizzata in collaborazione con le Soprintendenze ai Beni Archeologici dedicata a tutti i popoli di Viteliú. Inoltre, è previsto un convegno di grande respiro, in cui saranno coinvolti i maggiori studiosi del Sannio e degli Italici. “Stiamo selezionando – spiega Mastronardi – le aziende più esclusive legate al territorio molisano e Marsicano affinché sostengano la prima fase del progetto che è già iniziata. La loro immagine sarà veicolata in tutta Italia e dovunque la notorietà del romanzo, e speriamo del film, sarà in grado di arrivare. Chiederemo naturalmente aiuto anche alle istituzioni, regione Molise e Abruzzo in prima fila”. 

Insomma un progetto ambizioso, sposato con entusiasmo da Simone Sala e da un primo gruppo di imprenditori selezionati, che hanno abbracciato l'idea di rendere noto il Molise e i Sanniti come "padri" della prima Italia. Il pianista, originario di Bojano, con una carriera tutta in crescita anche a livello internazionale, sta già lavorando alla composizione di musiche speciali, che faranno da sfondo alla presentazione del primo romanzo e del book trailer ad esso dedicato. Isernia è la città scelta per l’esordio nella prima settimana di dicembre con la promessa di presenze importanti

In fondo, i Sanniti non sono mai scomparsi del tutto.

Adelina Zarlenga
Primo Piano Molise del 7 novembre 2012


martedì 6 novembre 2012

I Sanniti e la Prima Italia in due romanzi storici

I Sanniti protagonisti di un ambizioso progetto di marketing territoriale. Si chiama “Viteliú”, dal nome osco antico ed originario della parola latina “Italia”. E nasce da due romanzi storici di Nicola Mastronardi, che raccontano l’identità di un popolo e un pezzo di storia italiana che vuole tornare alla luce. Domani 7 novembre, su Primo Piano Molise.

martedì 4 settembre 2012

“Pietrabbondante entra a pieno titolo nella storia antica”

Statua occhi d'argento_Lare publico

PIETRABBONDANTE. La statuetta con gli occhi d’argento, che rappresenta il “Lare publico” (divinità tutelare dello Stato e del popolo), trovata durante le ultime campagne di scavo nel santuario sannitico, potrebbe essere il simbolo più adatto a rappresentare Pietrabbondante e la sua storia millenaria. Un personaggio più conforme al mondo sannita e all’importanza dell’area archeologica quale centro istituzionale e religioso fulcro di tutto l’antico Sannio, piuttosto che il “guerriero sannita”, costruito in epoca moderna. Ne è convinto Adriano La Regina, che giovedì pomeriggio (30 agosto 2012) ha illustrato, nella sala conferenze di Palazzo Carosella, consapevolezze e tesori venuti fuori durante le ultime ricerche, le quali hanno senza dubbio dell’incredibile

È stata infatti appena rinvenuta, per la prima volta, una struttura che risale al periodo medievale (XIII secolo), nella quale è stato trovato un meraviglioso orecchino d’oro, un ovale scintillante e raffinato in cui è incastonata una pietra. “Chissà quanti pianti si sarà fatta – ha detto sorridendo La Regina – la donzella che l’ha smarrito”. 

Orecchino d'oro medievale
E così, si aprono nuovi spiragli per Pietrabbondante, che come sottolineato dal professore che ha dedicato buona parte della sua vita al sito archeologico a mille metri, “il significato di questo posto entra a pieno titolo nella storia antica”, andando di gran lunga oltre l’importanza locale. Le indagini, condotte con la collaborazione di archeologi e studenti di tante Università italiane ed internazionali, quest’anno oltre che concentrarsi sul restauro della “domus publica” (grande casa dallo schema delle residenze romano-italiche del III – II secolo, con portico dedicato alle offerte votive, segno del carattere pubblico e sacrale della struttura, un unicum in Italia) si sono soffermate anche in altre aree, come quella a ridosso della strada che costeggia gli edifici già emersi, dove stanno riaffiorando dalla terra due strutture sacre, nelle quali sono state trovate armature romane e italiche e frammenti di ceramiche. 



“Ciò che si vede allo scoperto dovrebbe essere almeno la metà di ciò che è ancora sotto terra – ha asserito La Regina – secondo le mie previsioni, le zone da esplorare sono nell’area tra i templi A e B”. Oltre agli edifici e gli oggetti (paraguancia, armi, un gruzzolo di proiettili di piombo, monete e ceramiche) fondamentali sono le informazioni scaturite dagli elementi studiati, soprattutto sui culti, che secondo l’archeologo sono chiaramente di carattere ideologico, collegati all’importanza istituzionale che aveva Pietrabbondante. “Siamo di fronte a livelli di religiosità ideologica – ha precisato La Regina – ovvero davanti a modelli adottati da una classe dirigente sannita che si mescolava a quella romana, in un momento in cui le aristocrazie locali facevano fortuna nei mercati aperti da Roma nel Mediterraneo. Divinità importanti per lo Stato dei Sanniti Pentri”. 
Una veduta dall'alto dell'area archeologica di Pietrabbondante_2012
Ci sono, dunque, testimonianze di “Ops Consiva” (divinità dell’abbondanza, il cui ritrovamento indica le origini italiche e l’introduzione a Roma, dove probabilmente faceva parte delle essenze divine segrete tutelari della città), del culto di “Honos” (dio dell’onore militare e civile), della “Vittoria”. “Sorprendente – ha aggiunto entusiasta l’archeologo, nella sua relazione in una sala affollata dal pubblico – è lo stampo di una tegola che fa riferimento a Venere Ericina, culto importato durante la guerra annibalica che ha avuto ripercussioni importanti anche a Pietrabbondante. Venere Ericina era una divinità sotto il controllo cartaginese, c’era una competizione nell’ingraziarsi questa divinità da parte dei romani e degli italici, per cui gli hanno dedicato templi sia sul Campidoglio che a Pietrabbondante”. Tanti sono ancora i tesori da scoprire e ci viene spontaneo chiedere al professore (Presidente dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma), se l’anno prossimo gli scavi continueranno. “Lo spero – ci risponde -  c’è ancora tanto da fare”.
Conferenza di presentazione nuova campagna di scavi 2012_Adriano La Regina
Adelina Zarlenga
PRIMO PIANO MOLISE

venerdì 3 agosto 2012

Scambio culturale Hargnies – Pietrabbondante, alla riscoperta delle radici altomolisane


PIETRABBONDANTE. È passato un anno da quando una delegazione di cittadini di Pietrabbondante ha visitato Hargnies, paesino francese a nord della nazione d’oltralpe, dove numerosi emigrati hanno creato una vera e propria comunità pietrabbondantese. Oggi saranno i francesi a visitare il paese alto molisano, consolidando i rapporti tra le due comunità. Per l’occasione, il Comune di Pietrabbondante ha preparato una festa speciale, che durerà quattro giorni, intrecciandosi con i festeggiamenti in onore del patrono del borgo, S. Vincenzo Ferreri. L’accoglienza è prevista alle 16.00, quando il pullman dei francesi arriverà in Piazza Vittorio Veneto. Qui, il sindaco di Hargnies Vincent André e il primo cittadino Giovanni Tesone, si incontreranno con tutta la cittadinanza per un momento conviviale, che si concluderà con lo spettacolo del gruppo folk “I Dragoni del Molise”. Per il 4 agosto, sono previste visite guidate tra le bellezze del paese e nell’area archeologica sannita. Il 5, la fiera e la festa del patrono, per terminare lo scambio culturale il 6 con il primo spettacolo del Sannita Teatro Festival e una cena multietnica preparata da entrambe le comunità. “In questi, speriamo magnifici giorni della permanenza dei nostri ospiti francesi qui a Pietrabbondante – ha detto Tesone - avremo modo di mostrare l’affabilità del nostro carattere fiero e orgoglioso delle sue radici sannite e l’ineguagliabile attrattiva naturalistica e archeologica di Pietrabbondante e dell’Alto Molise.
Vogliamo condividere con loro il privilegio di abitare una zona d’ineguagliabile bellezza e serenità”.

AZ
Primo Piano Molise

giovedì 2 agosto 2012

Giornata di Arrampicata


Sannita Teatro Festival 2012


La rassegna teatrale nel santuario sannita di Pietrabbondante.
Tutto pronto per la trentottesima edizione del Sannita Teatro Festival
Tanti gli appuntamenti dal 6 al 16 agosto, nonostante la crisi.

PIETRABBONDANTE. Torna anche quest’anno il Sannita Teatro Festival, l’interessante rassegna teatrale ambientata nel meraviglioso teatro sannitico di Pietrabbondante, giunta alla trentottesima edizione. Si comincia lunedì 6 agosto, alle 19.00, con Massimo Venturiello che, con la regia di Cristiano Roccamo, interpreterà Pseudolo nell’omonima commedia di T.M. Plauto, l’astuto schiavo che per liberare Fenicia, l’amante del suo padrone promessa dal lenone Ballione ad un militare macedone, ordisce una lunga e intricata serie di inganni. 
Da non perdere, venerdì 10 agosto, L’infinito Giacomo, uno spettacolo scritto e diretto da Giuseppe Argirò che riscopre aspetti inediti della vita di Giacomo Leopardi. Il poeta è interpretato da Giuseppe Pambieri.  
Sabato 11,  va in scena “DRAMA: cibo per l’anima”, per la regia di Fabio Maccarinelli. Barbara Di Rosa, Stefano Spagnoli e Valeria Battaini incontrano il teatro presentando l’amore delle melodie liriche. Ritorna poi a Pietrabbondante, Ulderico Pesce, che domenica 12 agosto, porterà sulla scena l’incredibile vicenda umana di Passannante, l’anarchico che attentò alla vita del re Umberto I di Savoia. 
Martedì 14 agosto Francesca De Stefano interpreterà il monologo di Daniela Foglia Il capo ed io e, a seguire, Enzo Salvi e Mariano D’Angelo presenteranno lo spettacolo comico SFLAIS – tutto a scopo terapeutico
La stagione si concluderà giovedì 16 agosto con Capitan Fracassa, tratto dall’omonimo romanzo di Théophile Gautier in cui Lello Arena interpreterà il barone di Sigognac, il quale, divenuto attore, finisce per sposare dopo molte peripezie, la giovane attrice Isabella ed assestare il proprio patrimonio. Il Sannita Teatro Festival è stato organizzato dal direttore artistico Mario Baldini, la Pro Loco “Bovianum Vetus” e il Comune di Pietrabbondante. “In considerazione del gradimento espresso dal pubblico nelle edizioni degli ultimi anni – fa sapere il sindaco del paese, Giovanni Tesone - anche quest’anno l’orario di inizio degli spettacoli è programmato alle ore 19:30 (apertura cancelli ore 19:00), per sfruttare la naturale luce del crepuscolo e godere appieno gli spettacoli nella suggestiva cornice del teatro sannitico. In caso di pioggia lo spettacolo si svolgerà nel vicino Palazzetto dello Sport”. Nonostante il periodo di crisi, è stato messo a punto un ricco programma che di sicuro non deluderà il pubblico, affezionato alla rassegna teatrale estiva nell’affascinante location dell’area archeologica, una terrazza naturale nel cuore dell’antico Sannio.
Adelina Zarlenga
Primo Piano Molise



lunedì 28 maggio 2012

Pietrabbondante protagonista di Borghi d'Italia su TV2000


Pietrabbondante protagonista di
“Borghi d’Italia” su “TV2000”

Stamattina alle 12.00 e domenica tre giugno alle 13.30 andrà in onda la trasmissione che mostra le bellezze della penisola.

PIETRABBONDANTE. Tutti sintonizzati su “TV2000”, mezzi digitali permettendo, per la puntata della trasmissione “Borghi d’Italia” dedicata a Pietrabbondante. Il programma, che mette in bella mostra le attrattive, le tradizioni, sapori e colori dei piccoli paesini della penisola, è stato registrato dalla troupe guidata dal conduttore Mario Placidini nei giorni scorsi e andrà in onda stamattina alle ore dodici e domenica tre giugno alle 13.30. Ventisei minuti alla scoperta di uno dei luoghi più importanti dell’antico mondo sannita, tra le fortificazioni di Monte Caraceno fino al silenzioso centro storico. Immagini inedite per chi è abituato a scoprire Pietrabbondante “solo” visitando la preziosa area archeologica. La troupe di “Borghi d’Italia”, che l’anno scorso ha fatto tappa ad Agnone, si è soffermata sui particolari e le caratteristiche meno note del piccolo borgo a 1.027 metri di altitudine, come le pietre ornamentali che decorano alcune pareti del cuore del paese. E poi, le “morge” che sovrastano il paesaggio cittadino, la Chiesa di Santa Maria Assunta e il prestigioso Santuario Sannita, i cui reperti e ritrovamenti sono illustrati da un ospite d’eccezione.
La puntata sarà poi visibile anche sul sito Internet www.borghiditalia.tv2000.it

Adelina Zarlenga
su Primo Piano Molise del 28.05.2012

domenica 22 aprile 2012

Come costruire una COMPOSTIERA



Ieri ad Agnone, un weekend per sensibilizzare i cittadini alla raccolta differenziata.
Ma anche nei luoghi in cui non è ancora possibile differenziare i materiali di scarto, ci sono delle buone pratiche ecologiche, semplici e a costo zero, che ogni persona può applicare...
Per chi ha un orto o un pezzetto di terra è facile costruire una COMPOSTIERA, che aiuta il terreno a diventare fertile..
Basta scegliere un angoletto del proprio giardino, circoscriverlo con tavole di legno o con altro materiale e riversare al suo interno i nostri scarti alimentari. In questo modo, si riducono i rifiuti e si nutre il terreno, come facevano i nostri nonni o genitori..

Per avere informazioni più dettagliata, vi propongo un articolo tratto da www.greenme.it di Monica Paolucci


"Chi ama coltivare piante e fiori lo sa bene: è molto importante utilizzare un buon fertilizzante. Questo è un termine spesso associato all'idea di dover addizionare un composto chimico alle sostanze nutritive della terra per far crescere piante rigogliose. Sbagliato. O meglio, non necessariamente vero. Il miglior concime è quello organico, quello cioè che si ottiene da sostanze naturali, come i rifiuti organici. Il compost è un prodotto fertilizzante che si ottiene dalla decomposizione naturale di sostanze organiche. Semplice. E lo è altrettanto realizzarlo.
Ognuno di noi, infatti, produce quotidianamente una serie di rifiuti organici vegetali. Accumulando questi materiali di scarto all'aperto o in un apposito contenitore, detto composter, si può ottenere in breve tempo un compost di buona qualità per il giardinaggio e l'agricoltura.
Esempio di compostiera da giardino
Vediamo innanzitutto quali sono i rifiuti organici da utilizzare per il compostaggio, distinguendo tra gli scarti umidi (quelli di cucina) e gli scarti secchi (quelli di giardino). Tra gli scarti umidi si annoverano i residui di verdura, le bucce della frutta, i fondi di tè e di caffè, mentre per quelli secchi  possiamo sfruttare i fiori appassiti, i rami di potatura, le foglie secche, l'erba tagliata del prato e anche la segatura. Non sono indicati, invece, gli avanzi di cibo di origine animale e i cibi cotti, che potrebbero attirare insetti e altri animali.

Il luogo ideale per posizionare il nostro composter è un angolo ventilato alla luce del sole, che goda magari di una semiombra. Occorre inoltre assicurargli un'adeguata areazione, perché i microrganismi vivono solo in presenza di ossigeno. Il materiale di partenza deve essere ben miscelato e contenere nelle stesse proporzioni gli scarti umidi e quelli secchi; in questo modo si avrà la giusta porosità per una buona circolazione dell'aria. I rifiuti possono essere introdotti continuamente nel composter, aggiungendo materiale nuovo man mano che quello vecchio fermenta e prestando attenzione al tasso di umidità del composto: è opportuno bagnarlo leggermente se la massa si asciuga troppo.
                                 

Ci sono tre fasi principali in cui si sviluppa il processo di compostaggio:
nella prima, che dura da una a tre settimane, la temperatura comincia a salire.
Nella seconda, che può durare anche diversi mesi, la temperatura dovrà stabilizzarsi tra i 50° e i 60°. In questa fase occorre rimescolare la massa  dalle tre alle cinque volte al mese per evitare differenze di maturazione tra l'interno e l'esterno della materia.
Nella terza si arriva ad uno stato di composto pronto: la materia ha subito un compostaggio di quattro-otto mesi e si è trasformata in humus.
Un compost maturo si riconosce dal colore scuro, dalla consistenza soffice e dall'odore di terriccio. A seconda del grado di maturazione, il compost è destinato a usi diversi. Dopo otto-dieci mesi si ha un compost pronto: ottimo per la preparazione delle aiuole, i vasi fioriti e la risemina di prati. Il compost maturo, invece, ottenuto dopo dodici-ventiquattro mesi di compostaggio, è ideale come terriccio per vasi.
Il compostaggio è una pratica semplice, non impegnativa e non costosa che ha molteplici vantaggi. Riduce la quantità di rifiuti organici in discarica, nonché la formazione del percolato, sostanza che inquina le falde acquifere. Inoltre consente di ricavare terriccio naturale e fertile per le nostre piante, senza bisogno di utilizzare concimi o fertilizzanti aggiuntivi. Non male, pronti per l'esperimento"?

martedì 17 aprile 2012

Nuove scoperte dall'Alto Sannio


tempio sannitico Schiavi d'Abruzzo
Nuove intriganti rivelazioni dall’Alto Sannio. Durante l’appuntamento di sabato pomeriggio a Pietrabbondante, per la presentazione del thriller “La confraternita del Lupo” di Daniele Lombardi, lo studioso del mondo sannita Nicola Mastronardi ha raccontato di nuove scoperte archeologiche al confine tra l’Abruzzo e il Molise, tracce di vita di un lontano passato che potrebbero far riemergere realtà sorprendenti per il territorio. “L’ AVAT-Borrello (Associazione per la Valorizzazione dell’Ambiente e del Territorio), paesino poco distante da Pescopennataro – ha spiegato Mastronardi – ha scoperto nella collina di Montalto strutture antiche. Sono state fotografate e con l’ausilio di tecnici ed ingegneri sono stati fatti rilievi, poi trasmessi all’archeologo Adriano La Regina e alla Soprintendenza di Chieti”. Il Presidente dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma avrebbe analizzato le immagini delle strutture in questione, ritenendole di grande interesse. Le ipotesi, ancora tutte da valutare, rimandano ad un antico abitato o ad una necropoli principesca, in quanto ci sarebbero  tombe  somiglianti a quelle dei nobili etruschi. Nessuno ha ancora scavato per capire meglio cosa è nascosto sotto la terra di Borrello. Sarà infatti la Soprintendenza chietina ad occuparsi della nuova scoperta. L’Ente culturale ha infatti già informato il Comune del paesino ai confini del Molise, noto per le splendide Cascate del Verde. E a breve, potrebbero esserci novità.
Si suppone che le strutture appartengano al mondo sannita. Se così fosse, l’idea di un collegamento tra le aree archeologiche dell’Alto Molise e del basso Abruzzo sarebbe ulteriormente confermata. D’altronde, studiosi e amministratori della zona in questione hanno avviato già dallo scorso anno il progetto del Parco Archeologico dell’Alto Sannio, che comprende il territorio ricco di archeologia che va da Schiavi D’Abruzzo fino a Pietrabbondante. “Le rivelazioni di Borrello – ha precisato Mastronardi – confermano l’estrema importanza della comunità che si è insediata nell’età del ferro tra Schiavi, Capracotta, Pescopennataro e Pietrabbondante. In questo ferro di cavallo tra le montagne, al cui interno è Agnone e che comprende anche la zona di Vastogirardi e Carovilli, si sarebbe costituita la comunità genetica del Sannio”.
Un contributo determinante alla individuazione del sito e alla  comprensione della sua importanza dal punto di vista storico è stato fornito da:  Angelo Ferrari (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Metodologie Chimiche, Roma), Amelio Ferrari (Istituto Tecnico Agrario “Emilio Sereni”, Roma); Guglielmo Palmieri (Comunità Montana  "Montagna Sangro-Vastese", Abruzzo),  Marino Di Nillo ( DigitPA, Roma); Ezio Burri (Università dell'Aquila  - Dipartimento Scienze Ambientali, L'Aquila).

Adelina Zarlenga
Primo Piano Molise

domenica 15 aprile 2012

Lombardi presenta un libro dal sapore tutto Sannita

PIETRABBONDANTE. Un libro dal sapore tutto
sannita, quello di Daniele Lombardi presentato ieri
nel Palazzo Carosella di Pietrabbondante.
Al centro, storia, miti e leggende degli antichi
abitanti del Sannio.
“La Confraternita del Lupo racconta l’Altomolise
nelle sue pieghe più affascinanti – ha spiegato
l’autore, originario di San Pietro Avellana che si
trova a Roma ormai da vent’anni – racconta la sua
natura, i suoi luoghi geografici, la sua storia, il contatto
con un mondo che sa ancora di incontaminato
e di antico.”
Un ‘romanzo turistico’ ama definirlo l’autore,
perché ha lo scopo di avvicinare la gente alla conoscenza
del territorio, di stuzzicare l’interesse per
un’area bellissima che si nasconde tra le montagne
del Centro Italia, per scoprirlo in maniera diversa e
nuova.Alla presentazione c’era anche Marco Maggioni,
autore e regista del programma di RaiTre
Geo&Geo, che in Altomolise ha realizzato due servizi
per il noto programma, “Il canto del fuoco” incentrato
sulla fusione delle campane e sulla ‘ndocciata,
e “La culla del tartufo bianco” sul pregiato
fungo, fiore all’occhiello della gastronomia locale.
E che ha intenzione di realizzarne altri due a
breve termine: sui castelli antichi nell’area del Volturno
e sugli scavi archeologici in area sannita, con epicentro proprio a Pietrabbondante.
“Vivo a Roma ma adoro il Molise
e specialmente quest’area interna e
montuosa – ha raccontato – Cosa mi
piace così tanto? Tutto, dai paesaggi
naturali all’enogastronomia, dall’architettura
alla scultura alla storia,
dalla gente alle tradizioni alle vestigia
antiche. E’ una sorta di ‘green oasi’ di
serenità, di tranquillità, di vita autentica.
L’Altomolise merita, merita per
le sue mille qualità, per la sua buona
collocazione in un punto cruciale dello
stivale, che potrebbe metterlo in
contatto rapido con le città principali
di Lazio, Campania, Abruzzo.
Ciò di cui ha bisogno è il rilancio
turistico, gli investimenti, il marketing.
A questo territorio serve il marchio,
quello che fa la differenza e che
è necessario per lo sviluppo economico,
produttivo, turistico. Mi fa piacere,
però, vedere che ci sono molti giovani
attivi, pieni di passione per il recupero
della storia, delle tradizioni, che
cercano di investire in quello che il
territorio offre, senza arrendersi.
Poi, ovviamente, sta alla politica
fare le scelte giuste e vantaggiose”.
am

ARTICOLO DE "I FATTI DEL NUOVO MOLISE"
A CURA DI ADELE MOAURO

Per la Settimana della Cultura porte aperte nell'area archeologica di Pietrabbondante


PIETRABBONDANTE. Si è aperta ieri la settimana della cultura. Tra i musei e i monumenti aperti gratuitamente al pubblico, anche il santuario sannitico di Pietrabbondante, dove è stata organizzata una visita guidata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise. L’iniziativa messa a punto per il quattordicesimo anno consecutivo dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali prevede nove giorni di apertura delle più belle attrazioni culturali che ci sono in Italia, con un ricco calendario di eventi, mostre, laboratori didattici e concerti. Lo scopo, senza dubbio, è quello di sensibilizzare i cittadini all’amore per l’arte e alla conoscenza del prezioso patrimonio di cui vanta la nostra penisola. Ma in Alto Molise si ha percezione di quanto sia importante la realtà storica ed archeologica del territorio? Non abbastanza. Pochissimi sono gli investimenti sul turismo, mentre i finanziamenti vengono per lo più dirottati per opere di edilizia, che talvolta restano incompiute, o per altri intenti magari meno produttivi. La cultura passa sempre all’ultimo gradino delle necessità, senza riconoscergliene le potenzialità. Ma questa è un’altra storia. Intanto, alcuni materiali provenienti dagli scavi dell’area di Pietrabbondante saranno in mostra nell’ex convento di Santa Maria delle Monache ad Isernia, per l’esposizione “I tempi del sacro. Testimonianze della religiosità nel Sannio attraverso i secoli”. Il sito archeologico del paesino alto molisano è aperto dalle 10.00 alle 18.00, tutti i giorni tranne il lunedì.

Adelina Zarlenga
Primo Piano Molise

giovedì 12 aprile 2012

La Confraternita del Lupo a Pietrabbondante



COMUNICATO  STAMPA

 



GEO&GEO E LA CONFRATERNITA DEL LUPO INSIEME A BOVIANUM VETUS

Sabato 14 aprile alle ore 18 nel Palazzo Carosella di Pietrabbondante, lo scrittore e giornalista molisano Daniele Lombardi presenterà il suo thriller La Confraternita del Lupo.

A narrarne le vicende un panel di relatori di tutto rispetto: Marco Maggioni, autore e regista del programma di RaiTre Geo&Geo, Nicola Mastronardi, giornalista agnonese e autore del libro “Gheddafi, la rivoluzione tradita” e Adelina Zarlenga, brillante penna di Primo Piano Molise, originaria di Pietrabbondante.

L’antica Bovianum Vetus sannita è il luogo ideale per presentare le vicende della sedicente confraternita del lupo, setta fondata nel 2009 con lo scopo di far nascere Ercole, il perfetto guerriero che, secondo la tradizione italica, avrebbe condotto il suo popolo alla ricchezza e al potere.

“Mitologia e magia, arte, cultura e geografia del territorio alto molisano – scrive Jolanda Ferrara nella sua recensione per Il Centro -;  proprio questo il merito, e la finalità, del lavoro letterario di Lombardi che con puntuali descrizioni fa conoscere emergenze storiche e geografiche che caratterizzano il territorio centro appenninico abruzzese e molisano. Proprio qui - secondo le testimonianze di Tito Livio - erano sorte l’antica città di Volana e le fortificazioni megalitiche alle pendici del monte Miglio, boscoso baluardo montano del tranquillo borgo di San Pietro Avellana, ora scosso dall’inspiegabile scomparsa del custode di un area archeologica sannita.”

Ristampato sotto i tipi di Scriptalab (la prima edizione era invece di Volturnia, esaurita in pochi mesi), La Confraternita del Lupo è un romanzo intricato e fitto di mistero come i boschi nei quali è ambientato.


SCRIPTALAB
EDITING AZIENDALE E COMUNICAZIONE DIVULGATIVA

Via Scalo Ferroviario 16 - 86088 San Pietro Avellana (IS)
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AUTORE

Daniele Lombardi è un giornalista pubblicista.
Laureato in Sociologia Politica, ha conseguito un Master in Critica cinematografica, teatrale e musicale e un altro in Editing.
Nel 2010 ha aperto uno studio di consulenza per la redazione di testi, l’editing e la comunicazione scritta.
E’ Direttore responsabile del magazine Italiani di Libia.
Sotto lo pseudonimo di blandobass ha aperto un blog dal quale ha tratto la raccolta di racconti “Blando il ritmo, senza il governo della passione”.
La Confraternita del Lupo è il suo primo romanzo.

QUARTA DI COPERTINA

Uno straordinario tessuto narrativo (passato e presente legati da tenacissimo filo, come nel lungo e particolareggiato flashback interno al romanzo) percorre le pagine di questo romanzo, che sovente si impreziosisce di doviziose sequenze storiche relative ad avvenimenti fondati la storia del territorio, in cui il romanzo si ambienta, e ne brilla per reale e viva conoscenza, come palpitante e dinamico è il linguaggio, efficaci sono le immagini che l’Autore riesce a creare, pur nella difficile – e riuscita – operazione di conciliare le molteplici esigenze sia dei piani narrativi sia dei livelli espressivi richieste dalla complessità della trama. (I.D.I)

SINOSSI

Che fine avrà fatto il custode Carmine Di Ianni? E la sua scomparsa cos’ha a che fare con i Sanniti, antico popolo italico che deve aver abitato anche San Pietro Avellana, misterioso borgo montano scosso improvvisamente dalla sua sparizione? Un thriller in piena regola, quello che Daniele Lombardi, al suo primo romanzo, ambienta nelle magiche geografie dell’Alto Molise, proprio nel paese di San Pietro Avellana (IS), sede – stando alle testimonianze di Tito Livio – della città di Volana e di fortificazioni megalitiche alle pendici di Monte Miglio, boscoso baluardo appenninico del tranquillo borgo, ove la inspiegabile scomparsa del Di Ianni, custode dell’area a archeologica di Piana Fusaro, metterà in moto una serie di indagini – condotte a più livelli e da personaggi diversi – che porteranno in contemporanea ad un finale quanto mai inatteso e inquietante.
A poderoso sfondo della narrazione (che si dipana magistralmente nell’intreccio fra storia della civiltà sannita, geografia del territorio in cui si incastona San Pietro Avellana, arte, architettura e storia dello stesso borgo, e avvolge la vicenda di un penetrante alone di mistero, magia e superstizione, raggiungendo finanche i tratti della favola in epilogo), una sedicente Confraternita del Lupo, nata per caso nelle tranquille brume del centro alto molisano nel 1984.
Colonne sonore a sostegno di ogni capitolo e trama che si connota di moderna epicità (si predispone anche alla sceneggiatura) ad accompagnare il lettore nel groviglio dei boschi, che sveleranno in finale uno scioglimento per nulla immaginato.
E non abbiate timore: la Confraternita del Lupo, forse, non è mai esistita…