mercoledì 28 marzo 2012

Stop alle vendite di giornali

A Pietrabbondante non si vendono più i giornali. Da sabato scorso, l'unico punto vendite (il bar di Amedeo), non riceve più riviste e quotidiani, per la tristezza dei lettori, che seppure pochi, sentono l'esigenza dell'informazione.


Un altro taglio ad un altro servizio, che contribuisce all'isolamento dei paesini di montagna. Per fortuna, che la diffusione di Internet e della realtà digitale, applicata anche alle testate locali, permette ai navigatori del web di trovare notizie e di essere costantemente aggiornati. Ma ciò non toglie che ai cittadini, a meno che non abbiamo la possibilità di acquistare i quotidiani fuori dal paese, mancherà una fetta importante di informazione.


Il problema, ovviamente, non dipende dal Comune o da altri organi istituzionali della regione. Si tratta di esigenze dovute alla distribuzione. O meglio, del concessionario che gestisce il servizio in tutto il territorio molisano.

martedì 20 marzo 2012

Giornate FAI di Primavera

Il prossimo weekend ci saranno le giornate del FAI di primavera, con la possibilità di visitare in tutta Italia 670 luoghi, molti dei quali saranno aperti solo per questa occasione. Tra castelli, tesori archeologici e perle d'arte, magari fate anche un giro nello splendido Santuario Sannitico di Pietrabbondante. 


Ecco l'elenco dei luoghi della cultura che hanno aderito al FAI:
http://www.giornatafai.it/Molise.htm#Isernia

Noi ci saremo magari il prossimo anno, ma condividiamo la promozione della cultura su tutto il territorio altomolisano. Buon viaggio.

mercoledì 14 marzo 2012

Rifiuti speciali abbandonati nel bosco


In molti paesini, affidati da tempo al progetto Copris, manca ancora la raccolta differenziata.

Succede nel bosco di “Monte Luponi”, solo uno dei luoghi naturali alto molisani, contaminati dall’insensibilità dei cittadini verso l’ambiente.

Se la raccolta differenziata in Alto Molise non sempre funziona, anche i cittadini ci mettono la loro nella totale incuria nei confronti dell’ambiente. 
Nel bosco di “Monte Luponi”, tra Pietrabbondante e Chiauci, tra la poliedrica e affascinante vegetazione, spuntano come pugni nell’occhio, materiali di scarto. Non solo bottiglie di plastica e piccoli oggetti lasciati da qualcuno durante una passeggiata “ecologica”, ma rifiuti speciali, come pneumatici e batterie per le auto. Il bosco, bisogna sottolinearlo, non è sporco. Ma di tanto, in tanto, qualche mostruosità inquinante salta inevitabilmente allo sguardo dei passanti. Il problema non riguarda solo il paesino a mille metri, ma tutto l’Alto Molise e la poca sensibilità dei suoi cittadini. I pneumatici (nella foto), per esempio, offrono uno spettacolo a dir poco incivile. Sono adagiati sul ciglio della strada, a pochi chilometri dall’area pic-nic del “Pontone”, uno sopra all’altro, sistemati con meticolosa attenzione. “Peccato” che il bosco non sia un’area di stoccaggio per i rifiuti, ma un ambiente naturale da tutelare. Durante tutte le stagioni offre un panorama mutevole, amato da chi fa jogging e da chi è appassionato di passeggiate nella natura. 

Ma come fare quando si possiedono materiali di scarto ingombranti? A Pietrabbondante, la raccolta differenziata non esiste. L’amministrazione comunale da tempo si è affidata al progetto provinciale “Copris”, ma non ha ottenuto molti benefici. Di recente, sono state distribuite compostiere per il riciclo di rifiuti organici, e a breve il sindaco Giovanni Tesone dovrebbe organizzare una riunione con la cittadinanza per la distribuzione. L’esigenza di istituire la raccolta differenziata anche nei piccoli paesini alto molisani, dove il paesaggio è un benefit da valorizzare,  aumenta tra la popolazione, ma dall’altro lato c’è chi non ha proprio la sensibilità verso le tematiche ecologiche, anzi, approfitta per dimostrare tutta la sua inciviltà. Abbandonando rifiuti speciali nelle scarpate, sulle strade meno trafficate e nei boschi. 

Insomma, quando si parla di turismo, bisognerebbe valutare anche certi dettagli, oltre a considerare che il paesaggio incontaminato che domina nel territorio alto molisano va salvaguardato, piuttosto che imbrattato e imbruttito di schifezze. E seppure il servizio di raccolta differenziata va organizzato al più presto, il cittadino, invece di lasciare frigoriferi, computer e pneumatici nella vegetazione, potrebbe rivolgersi al Comune di competenza, che attraverso ditte specializzate si occupa dello smaltimento.
A. Z.

Primo Piano Molise del 13.03.2012

martedì 13 marzo 2012

Ti consiglio un libro...


Raffella Milandri, “Io e i Pigmei, cronache di una donna nella foresta”,
edito da Polaris.

Viaggio tra i Pigmei Baka,
“dove finiscono le nostre certezze”

Raffaella Milandri
Non è una semplice guida per viaggiatori pronti a catapultarsi in un’avventura e non è neppure un racconto straordinario su un popolo esotico e sconosciuto. L’esordio letterario di Raffaella Milandri è un vero e proprio documento, in forma narrativa, sul mondo dei Pigmei del Camerun, il Popolo della Foresta, lasciato dal genere umano in balia della violenza e della discriminazione. 

La fotografa e attivista per i diritti umani è partita per le terre d’Africa quest’anno, mentre in Giappone lo tzunami sconvolgeva la centrale nucleare di Fukushima, mentre in Libia i ribelli tentavano di scacciare il rais Gheddafi, mentre in Camerun il dittatore Paul Biya continua a dominare incontrastato da 29 anni. È partita da sola, come è solita fare, con una sola missione: conoscere i Pigmei, vivere con loro per un po’ e ascoltarli. 

Dall’esperienza in quella che un tempo era una foresta incontaminata e che oggi è depredata da multinazionali assetate dal dio denaro, è nato “Io e i Pigmei, cronache di una donna nella foresta”. Un libro avvincente, ricco di testimonianze orali e fotografiche, in cui è racchiusa l’essenza della scrittrice. Una donna tenace, capace di arrivare in capo al mondo pur di difendere, almeno con la conoscenza diretta e con l’informazione, i popoli più deboli, talvolta in via d’estinzione. “Io ho sempre Sognato – scrive Raffaella Milandri nella prefazione del testo- accompagnando i miei anni di bambina con le letture dei fumetti di mio padre: Tex Willer, Zagor, Mister No. Ho sognato di fantastiche esplorazioni in terre inesplorate, di crociate per salvare tribù incontaminate, di galoppate con indiani nelle praterie americane”. 

La Milandri con i bambini Pigmei
Dal sogno di bambina alla realtà, che si è rivelata più cruda di quanto immaginato. “Quando, dopo una lunga malattia e una vita in punta di piedi – racconta la scrittrice – mio padre mi ha lasciato, si illuminò di fronte ai miei occhi la scritta “Time is now”, “il tempo è adesso”. I Sogni non possono aspettare a oltranza: appassiscono e avvizziscono, come una pianta inaridita. Prima che fosse troppo tardi, ho lasciato il mio lavoro da amministratrice e sono partita all’avventura”. Ma il viaggio in Camerun, di cui la Milandri descrive vicende, episodi non consueti e tabù, non è dei più rilassanti. L’autrice soffre le difficoltà dell’essere una donna occidentale, immersa in un ambiente privo di servizi, di acqua, di un posto comodo per dormire, tra stranezze e contraddizioni. Con caparbietà e sensibilità per le vite relegate dei Pigmei,  Raffaella Milandri riesce nel suo intento. Si addentra nella foresta e penetra nell’animo dei Pigmei Baka (una minoranza etnica dichiarata a rischio di estinzione) si ferma nei loro villaggi, ormai fuori dal loro habitat naturale, conosce i soprusi che i Bantu, la razza fisicamente ed economicamente più forte, infliggono al popolo inesorabilmente più debole. Racconta tutto nel suo libro, la Milandri, come una sorta di diario di viaggio in cui descrive episodi e speranze, tradizioni e personaggi. Sensibile ai dettagli e fedele alla sua missione: portare all’attenzione della comunità internazionale le sofferenze dei Pigmei. Privati della loro linfa vitale, la foresta.

Copertina "Io e i Pigmei"
Nonostante le numerose ONG, associazioni umanitarie, missionari e preti presenti in questa zona dell’Africa, infatti, sembra che nessuno sia interessato alla vita del popolo indigeno. Scacciati dalla giungla, assoggettati dall’etnia dominante dei Bantu, che li costringono ai lavori forzati, i Pigmei sembrano non avere più alcuna speranza, se non quella di tentare di sopravvivere. “Le compagnie forestali hanno comprato tutta la foresta del sud  -scrive la Milandri – il WWF ha acquisito la foresta a nord: la gente di Serge adesso è bloccata qui, immobilizzata dai ristretti confini del villaggio. Niente caccia e niente pesca. Se vengono visti con selvaggina, sono subito arrestati dalla polizia”. E ancora. “Qui noi siamo in prigione – racconta un Pigmeo – Qui bisogna soffrire. I bantu ci prendono per lavorare, con la forza e con le bastonate: si parte alle sei di mattina e si torna alle sei di sera e poi ci danno 250 franchi (trenta centesimi) o ci fanno bere per forza alcolici che ci indeboliscono, o ci danno stracci per vestirci. Adesso siamo schiavi dei bantu e del denaro”. 

E schiavi della deforestazione. Da un lato, ci sono le compagnie forestali che posseggono terreni invalicabili assegnati dal Governo, dall’altro c’è chi distrugge i boschi nella pura illegalità. Beffandosi delle creature che vivono al loro interno. Poi ci sono i parchi naturali, salvaguardati dal WWF che tutela l’ambiente ma non i Pigmei. Infine i safari, zone per turisti ricchi che pagano fior di quattrini per cacciare specie rare e protette, e le compagnie minerarie che usurpano terre e piante per le loro attività. Si aggiunge anche l’oleodotto Ciad-Camerun “che squarcia la foresta pluviale ed è chiamato progetto per lo sviluppo”.

Raffaella Milandri ha raccontato in itinere il suo viaggio su Facebook, ha aperto la causa “Per i diritti umani dei popoli indigeni” che oggi conta seimila iscritti. Ha lanciato la petizione per l’adesione dell’Italia alla ILO 169, una legge internazionale a favore dei diritti umani dei popoli indigeni. Corre in giro per lo stivale a presentare la sua “missione”, a chiedere aiuto e sostegno. Il suo libro, ricco di testimonianze umane e fotografiche punta dritto al cuore del suo messaggio. Si arricchisce degli usi (come quella di affilare i denti), tradizioni, stili di vita di questi popoli lasciati in balia del nulla. Accompagnata da personaggi reali che vivono in quella disperazione. Un viaggio vero, concreto, in cui si coglie tra le righe un’inconsueta dimensione emozionale, mescolata ad una meticolosità antropologica ed umanitaria. Un viaggio che comincia – come scrive la Milandri riprendendo una frase di Frank Michel – “dove finiscono le nostre certezze”.

Adelina Zarlenga

lunedì 12 marzo 2012

Pietrabbondante protagonista su catalogo CartOrange

In pubblicazione un catalogo di viaggi, edito da CartOrange, che esplora il mondo antico dell'Abruzzo e del Molise. Tra le tappe nell'antico universo archeologico del nostro territorio, anche il santuario sannitico di Pietrabbondante..

giovedì 8 marzo 2012

FESTA DELLA DONNA

In occasione della "Giornata Internazionale della Donna", i ragazzi del Servizio Civile e l'amministrazione Comunale vogliono estendere un sincero augurio a tutte le Donne.






Buon 8 marzo, a tutte le donne
A quelle che non hanno il dono di un sorriso
A quelle che non hanno una carezza sulla pelle
A quelle che non conoscono la dolcezza
A quelle che in silenzio subiscono la violenza.
A quelle che non possono sciogliersi i capelli al vento 
Buon 8 marzo, a tutte le donne
A quelle che abbracciano con amore
A quelle che illuminano l’anima
A quelle che parlano dentro oltre lo sguardo
A quelle che sorridono con i colori dell’arcobaleno
A tutte quelle che danno energia alla libertà della vita

Michele Luongo


Vi auguriamo di passare una splendida giornata e vi ricordiamo che stasera presso la "Palestra della Scuola" verrà offerta a tutte voi una cena preparata dagli uomini di Pietrabbondante.



martedì 6 marzo 2012

Scatti da Carovilli



Immagini di Viviana T.

Viaggio sulla Transiberiana d'Italia tra passato e futuro


Atmosfera vintage, polvere soffusa , arredamenti in legno come in un film giallo d’altri tempi. Il treno storico, anni Trenta, ha attraversato i binari della Transiberiana d’Italia, carico di quasi cinquecento turisti, provenienti da ogni angolo dello stivale. Da Campobasso fino a Sulmona, ogni stazione è occasione per affacciarsi dai numerosissimi finestrini retrò – trentotto per carrozza – salutare chi attende con entusiasmo l’arrivo del convoglio, che dal 2010 non percorre più l’affascinante tragitto tra le meraviglie dell’Alto Molise e dell’Abruzzo. 

C’è festa già dalla partenza, si scrutano le suppellettili dall’odore antico, le tendine consumate dal tempo, lo strano aggeggio che regola il riscaldamento. “Chissà quante generazioni hanno attraversato con il convoglio la “Carpinone-Sulmona” – medita qualcuno – prima che il dominio dei trasporti su gomma si impossessasse dei viaggiatori”. “Un tempo si dormiva su questi sedili di legno”, dice un giornalista giunto dalla Sicilia per partecipare alla storica traversata.  

“Cento porte“ é il nome del treno che ieri é stato invaso da turisti per la V Giornata delle Ferrovie Dimenticate, tutti armati di macchina fotografica pronti a catturare ogni immagine del poliedrico paesaggio tagliato dalle rotaie. Dal finestrino lo spettacolo é sempre una sorpresa. Disarmante. E i binari a volte fanno le scintille. 

Verso Campo di Giove
Da Carovilli, Vastogirardi, si passa accanto la riserva Mab di Montedimezzo, fino a San Pietro Avellana l‘ultima stazione di confine tra l‘Alto Molise e l‘Abruzzo. Nel paesino altomolisano il gruppo folk Montemiglio ha accolto i passeggeri e lo staff guidato dal sindaco F. Lombardi ha offerto il pranzo. L’organizzazione è perfetta, ogni dettaglio è stato curato nei minimi particolari dall’associazione “Le Rotaie Molise” e da tutti gli enti, il WWF, Italia Nostra, CAI, il Consorzio Assomab, con i sindaci in prima linea orgogliosi di partecipare al viaggio. 

La Carpinone –Sulmona piace a tutti e cresce la consapevolezza che in qualche modo va ripristinata. Il turismo sulle antiche rotaie è assicurato. La gente nei vagoni socializza, qualcuno si diletta con la chitarra, qualcun altro racconta storie personali legate alla ferrovia. Dopo aver varcato la frontiera molisana, si giunge a Campo di Giove. Una distesa di neve viene tagliata dal treno, passando tra i cucuzzoli imbiancati. 

Foto Wwf Molise
Si giunge alla stazione di Rivisondoli – Pescocostanzo, la più alta d’Italia dopo il Brennero, a più di 1.260 metri sul livello del mare. Si sovrastano viadotti attorcigliati intorno alle montagne. E poi si riscende giù , più a valle, dove quei monti si vedono distanti. Innevata la Majella brilla sotto i raggi del sole, fino al capolinea, Sulmona. 



Stazione Roccaraso
La ferrovia torna a vivere. Esperimento riuscito, in attesa che si trasformi in opportunità.

A.Z.
Primo Piano Molise del 5 marzo 2012

lunedì 5 marzo 2012

Viaggio sulla Transiberiana d'Italia..le immagini

Il meraviglioso viaggio sulla Transiberiana d'Italia, a bordo del treno storico che ieri ha attraversato il Molise e l'Abruzzo, da Campobasso a Sulmona..
Sperando che la ferrovia torni di nuovo a vivere, ecco le immagini tra alcuni dei paesaggi più belli della penisola...


Treno storico in partenza da Isernia
E voi, cosa ne pensate della linea ferroviaria "Carpinone - Sulmona"?
stazione di San Pietro Avellana



Due viaggiatori da Napoli
Treno storico in partenza




Breve sosta
In curva


Interni



venerdì 2 marzo 2012

Viaggio sulla Transiberiana d’Italia, tutto pronto per la traversata di domenica



Sono cominciati gli eventi organizzati per la V Giornata delle Ferrovie Dimenticate.

Si sgranchiscono i binari della linea ferroviaria “Carpinone – Sulmona”, che domenica quattro marzo sarà attraversata da un meraviglioso treno storico, per la quinta Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate (indetta dalla Co.Mo.Do., Confederazione, Mobilità Dolce). Nell’occhio del ciclone ormai da tempo in tutta la regione, la tratta, di cui si tenta di salvare l’antico percorso, da oggi sarà la protagonista di una serie di eventi, che saranno coronati dal viaggio di domenica. 

Tantissime le prenotazioni per attraversare la “Transiberiana d’Italia”, per gustare le bellezze ambientali dai finestrini del treno composto da materiale rotabile storico. Quattrocentotrenta i posti a disposizione, anche se le richieste, come testimoniato dall’associazione “Le Rotaie Molise”, promotrice dell’iniziativa, sono andate ben oltre le aspettative. 

Si parte alle 8.30 da Campobasso, per attraversare tutte le stazioni fino alla città dei confetti. Una sosta speciale è prevista a San Pietro Avellana, dove un buffet di prodotti tipici sarà offerto ai viaggiatori – che provengono da ogni angolo della penisola – dal comitato organizzatore in collaborazione con il sindaco Francesco Lombardi e il Consorzio Assomab. A Sulmona, invece, ci saranno i sindaci dei “Borghi d’Eccellenza” e le associazioni ambientaliste dell’Umbria, ed è prevista una visita al deposito. 

Tra gli ottanta eventi organizzati in tutta Italia per la manifestazione, quella molisana-abruzzese è l’unica che prevede un viaggio in treno. E le numerosissime adesioni sottolineano quanto i cittadini siano affezionati alla storica tratta, auspicando il ripristino dei collegamenti tra il Tirreno e l’Adriatico. 

Non è una semplice gita fuori porta, ma la partecipazione ad una causa, che è stata presa a cuore da molti. Le proteste degli ultimi mesi, l’intervento delle istituzioni, mirano alla riapertura del percorso su rotaie e mentre si attende che l’azienda abruzzese Sangritana faccia la sua proposta economica, l’associazione pentra sottolinea la necessità di non puntare solo sul turismo, ma anche sul ripristino della tratta come mezzo di trasporto. “La linea potrà sopravvivere puntando sui visitatori – precisa un referente de “Le Rotaie” – ma ci teniamo che vengano ristabiliti i collegamenti tra il Tirreno e l’Adriatico. I pullman spesso sono scomodi e lenti. Anche se qualcuno è scettico, perché pensa che i paesi intermedi attraversati dalla ferrovia siano in fase di spopolamento, credo che ragionando in questo modo, la gente continuerà ad andare via”. Insomma, scongiurato lo smantellamento dei binari, si pensa al futuro.

In attesa della traversata del 4 marzo, da oggi fino al 10, si potrà visitare la mostra di modellismo ferroviario nell’ex rimessa locomotive della Stazione di Isernia, oggi denominata Officina della Cultura. 

Il tre (domani), invece alle 17.00, si svolgerà il convegno sul tema “Quale Futuro per la Transiberiana d’Italia?”. Ci saranno i prof Pardini e Cerchia dell’Unimol di Campobasso, il senatore U. Di Giacomo, il presidente di Sangritana, P. Di Nardo, il responsabile delle relazioni con i media di Gruppo FS italiane, Recubini, che nel ’97 ha pubblicato il libro “Cent’anni d’Altitudine”, per il centenario della ferrovia, Claudio Di Cerbo (Italia Nostra) e il giornalista Francesco Maria. A coordinare il dibattito, il giornalista di Teleregione, Pasquale Damiani. Domenica nell’atrio della stazione pentra si svolgerà, inoltre, l’annullo filatelico speciale a ricordo del treno. Mentre sul convoglio messo a disposizione dal deposito materiale storico delle Ferrovie dello Stato di Milano,   viaggeranno anche gli attori Maurizio Santilli e Daniela Terreri.

A.Z.
Primo Piano Molise 


Le Forche Caudine a Roma presentano...



Per tutti i molisani residenti a Roma, l'associazione "Forche Caudine" organizza una serata culturale. 
Sabato 3 marzo, nella Sala Di Liergo di Palazzo Valentini (Via IV novembre n.119/a) sarà presentato il romanzo "La soglia della felicità" dello scrittore molisano Carmine Berardo. Il maestro Leonardo Ceccani si esibirà al violino.

 Programma :
Ore 16,00 - Apertura della manifestazione da parte del violinista, maestro Leonardo Ceccani 

Ore 16,10 - Saluto del vicepresidente di "Forche Caudine", avv. Donato Iannone

Ore 16,25 - Interventi di saluto

Ore 16,45 - Relazioni sul romanzo “La soglia della felicità”.
dott. Pierpaolo Grezzi, editore
don Alberto Conti , direttore Caritas diocesana di Trivento
dott. Carmine Berardo, autore

Ore 18,10 - La dott.ssa Patrizia Russo legge un brano de “La soglia della felicità”

Ore 18,20  Internezzi musicali a cura del maestro Leonardo Ceccani

Ore 18,30 - La dott.ssa Luigia Elena Benanti legge un secondo brano de “La soglia della felicità”
 Moderatore: dott. Giampiero Castellotti, presidente dell'associazione "Forche Caudine"

Hanno assicurato la presenza:
S.E. Mons. Domenico Scotti
, vescovo di Trivento (CB);
Sen. Giuseppe Astore di San Giuliano di Puglia (CB);
On. Massimiliano Smeriglio, assessore della Provincia di Roma con delega al Lavoro e alla Formazione
Dott. Antonio Chieffo, assessore della Regione Molise con delega ai Lavori pubblici, Infrastrutture, Enti locali, Molisani nel mondo;
Prof. Federico Vigevano, primario di neurologia dell’Ospedale Pediatrico "Bambino Gesù" di Roma;
Dott. Vincenzo Carlo La Regina, presidente di “Fondazione Sud”;
Don Gino D'Ovidio, parroco di Duronia (CB)
Rosalba Panzieri, attrice e scrittrice.

Ingresso libero. Contatti: 
info@forchecaudine.it

 

Domenica 4 marzo, inoltre, la band molisana “Taraf de Gadjo” sarà ospite della manifestazione “Porrajmos - sterminio e resistenza del popolo rom” presso il Teatro Valle Occupato in via del Teatro Valle 21 a Roma (centro storico). L’evento comincerà alle ore 18. I “Taraf de Gadjo” eseguono musica tzigana, klezmer and gypsy jazz. Il trio è composto da Domenico Mancini (violino), Giuseppe Moffa (chitarra e fisarmonica) e Guerino Taresco (contrabbasso).