lunedì 19 luglio 2010

Segnaletica del consorzio Trigno-Sinello



Una nuova segnaletica turistica a cura del consorzio Trigno-Sinello è stata posta vicino ai luoghi più importanti del territorio di Pietrabbondante (Chiesa, area archeologica, morge). Iniziativa in linea col Patto Territoriale per l’occupazione e lo sviluppo integrato del Comprensorio Trigno-Sinello (province di Isernia, Chieti, l'Aquila)

Di seguito alcuni link e siti inerenti.

http://www.trignosinello.it/

http://www.trignosinello.org/

http://www.trignosinelloturismo.it/

http://www.cmaltomolise.it/territorio/itinerari/itinerario-dellarte-e-della-cultura

in memoria di Lucio








L’Amministrazione Comunale, tutta,
all`indimenticabile Lucio

Conoscere e apprezzare la tua semplicità, è stato un privilegio;
verificare quotidianamente la tua generosità, è stato un privilegio;
averti per amico, è stato un privilegio!
Un privilegio che ha arricchito e suggestionato le nostre coscienze.
Dedicare il tuo tempo ad aiutare gli altri, con onestà, lealtà
e innato altruismo, è il tuo ammirevole insegnamento civile
ed è per noi l’esempio da seguire.
Hai vinto moltissime battaglie, caro Lucio,
abbiamo lottato con te fino all’ultimo,
non abbiamo saputo darti di più.
La tua naturale ritrosia ti ha proposto
sempre ottimista sul futuro; non ti sei mai arreso.
Anche i tuoi genitori non si sono mai arresi, ma,
ora che giaci nel tuo riposo, hanno ancor più bisogno di te
e di immaginarti felice con la tua straordinaria voglia di vivere;
confortali da lassù.
Conforta anche noi in questo cammino terreno,
incoraggiaci e spronaci a continuare il tuo lavoro
rivolto al bene di tutti.
Lo sappiamo già che rimarrai impresso nei nostri cuori,
noi amici vogliamo fortemente questo!



Pietrabbondante, 18 luglio 2010

Il testo della pergamena letta dal Sindaco di Pietrabbondante a nome di tutta l'Amministrazione Comunale

mercoledì 14 luglio 2010

Il francobollo del Teatro Sannitico

Ecco l'immagine del francobollo del Teatro Sannitico dalla serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano” che uscirà per il giorno 31 luglio 2010.





http://www.vaccari.it/vnews/index.php?_id=8842&_print=1

mercoledì 7 luglio 2010

Pietrabbondante - Ricerche archeologiche 2009

Aspettando la nuova stagione di scavi, prevista per il mese di agosto, riportiamo la consueta relazione annuale del prof. La Regina circa le scoperte e nuove acquisizioni durante gli scavi del 2009. La relazione si può scaricare il pdf da questo link dell'INASA:

Le indagini archeologiche nell’area del santuario sannitico di Pietrabbondante, riprese quest’anno nel mese di giugno e tuttora in corso, sono condotte come negli anni precedenti dall’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte per conto del Comune di Pietrabbondante, d’intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e con finanziamenti della Regione Molise. Responsabile del procedimento è l’Arch. Massimo Notaro, del Comune di Pietrabbondante. La direzione dei lavori è affidata all’Arch. Fioravante Vignone della Soprintendenza per i Beni Architettonici e alla Dr. Stefania Capini, della Soprintendenza per i Beni Archeologici. Le attività di ricerca sul campo sono guidate dal Dr. Luigi Scaroina con l’assistenza della Dr. Fabiana Carlomagno e della Dr. Rachel Van Dusen. I rilievi sono eseguiti dai Geometri Domenico Quaranta e Pasquale Iadisernia della Soprintendenza ai Beni Archeologici. Il restauro delle statuette bronzee rinvenute nel 2008 è stato eseguito dalla Dr. Ida Anna Rapinesi della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Roma. Le indagini diagnostiche sugli stessi materiali si devono alla Dr. Daniela Ferro, dell’Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati, CNR Roma. I lavori sono stati affidati all’impresa CPS Costruzioni di Venafro. Hanno partecipato alle indagini 5 operai e 116 laureati e studenti della Sapienza di Roma e di altre università.



I lavori del 2009 hanno avuto come obiettivo l’esplorazione degli ambienti ancora sepolti della grande casa rinvenuta nel 2002, la quale occupa buona parte di una terrazza che si estende per m. 108 su una superficie di oltre 3000 mq. a sud-ovest del teatro e del grande tempio. È stato così possibile individuare i caratteri architettonici dell’edificio e la successione delle fasi edilizie con le trasformazioni avvenute nel corso di cinque secoli. Sono ora note le principali vicende dell’edificio tra il II secolo avanti e il IV d. C. Alla prima fase è da attribuire la costruzione della grande domus ad atrio con impluvio, alae e tablinum, ampia metri 78 x 28, che si estendeva nella parte posteriore con un portico a due navate di metri 32,66 x 8,50. L’impluvio di questa fase edilizia non è stato trovato, ma ne è documentata la presenza dall’originario canale per il deflusso dell’acqua piovana. I pavimenti sono in cocciopesto, in alcuni casi con semplici decorazioni di mosaico bianco. 



Il tipo di edificio costituisce una novità: la casa ad atrio che in luogo del giardino chiuso da un peristilio ha un portico aperto verso l’esterno non ha confronti. L’ampia area libera da costruzioni su cui si affacciava il portico si estendeva fino alla strada che, più avanti, rasentava il teatro ed il Tempio A. Questa originale concezione trova ragione nella destinazione del portico che evidentemente doveva essere raggiungibile da uno spazio pubblico. La navata esterna era infatti accessibile attraverso un allineamento di nove colonne, e la navata interna lo era attraverso un colonnato più breve, di cinque colonne. Nello spazio aperto della navata interna erano collocati doni votivi, quali statue di divinità, su pilastri, basi di pietra e su due banconi in muratura; tra le altre cose vi erano una dedica in osco riferibile a Ops Consiva, e pietre di forma globulare sorrette da pilastrini, nelle quali è possibile riconoscere il simulacro di una divinità non antropomorfa. Le restanti parti della navata interna erano occupate da ambienti chiusi: un sacrarium con un altare, un deposito per doni preziosi, e cucine in funzione non solo della domus ma anche di banchetti pubblici da tenersi nella navata esterna del portico. Questi caratteri, e anche l’ubicazione stessa dell’edificio in diretta connessione con il tempio e il teatro, hanno consentito di riconoscere nell’edificio la domus publica del santuario. Gli scavi di quest’anno hanno tra l’altro condotto al ritrovamento, su una terrazza ampia metri 36 x 8 ubicata oltre il lato lungo della casa verso la montagna, di un quartiere di alloggi per schiavi con ambienti di metri 4 x 4; all’interno di queste celle vi sono tracce di focolari con resti di pasti e di vasellame. La domus è stata costruita nell’ultimo ventennio del II sec. a.C., nello stesso tempo in cui si edificava il teatro, e prima della costruzione del grande tempio, come viene dimostrato dal livello del passaggio che la metteva in comunicazione con l’area del teatro. L’edificio ha certamente mantenuto la destinazione di domus publica del santuario fino agli ultimi esiti della 
guerra sociale nel Sannio (82 a.C.). 

Dopo circa mezzo secolo di abbandono la grande domus di Pietrabbondante venne nuovamente occupata come residenza privata nell’ambito di un fundus. La proprietà è riconducibile a Gaio Socellio Celere, il quale aveva fatto costruire non lontano dal santuario, lungo la strada di accesso, un grande monumento funerario di cui restano elementi smembrati. A questa fase che ebbe lunga durata, certamente fino a tutto il II sec. d.C., e che fu caratterizzata da attività produttive agricole, si devono alcune radicali trasformazioni dell’edificio, avvenute a più riprese nel corso del tempo: il rifacimento dei pavimenti rovinati, la sostituzione dell’impluvio della fase sannitica con un impluvio in pietra, la trasformazione di alcuni locali della parte posteriore in zona termale con una cisterna, ambienti riscaldati, vasche, e tubi di piombo. Non furono nuovamente occupate alcune parti dell’edificio: il quartiere degli schiavi, sulla terrazza retrostante la casa, non fu più usato e venne evidentemente trasferito altrove, in posizione non ancora identificata. Il grande portico a due navate, già impiegato per la collocazione di doni votivi, era già crollato quando la casa fu occupata dai Socelli, e non fu mai ricostruito, né le macerie furono rimosse. Una successiva fase edilizia, tra la fine del II e la seconda metà del III sec. d.C. è caratterizzata dall’impiego di materiali di spoglio dei monumenti sannitici. Il prospetto dell’edificio verso il teatro fu trasformato con l’aggiunta di un portico parzialmente aperto sul piazzale antistante tramite un colonnato. Nell’edificazione dell’avancorpo furono usati elementi lapidei prelevati nelle aree porticate ai lati del tempio maggiore (Tempio B). In questo periodo attività produttive documentate da fornaci per la cottura di materiali fittili e ceramici, per quanto contenute, assumono prevalenza rispetto a quelle agricole, probabilmente in conseguenza dello spopolamento dei territori montani. 

L’ultima fase di vita della domus riguarda il periodo compreso tra gli ultimi decenni del III sec. e la metà del IV d.C. Le attività produttive sono sostituite da un’economia di spoglio basata sull’estrazione dei metalli dalle 
strutture monumentali del passato (piombo delle coperture, ferro, bronzo) e sulla raccolta di materiali metallici negli strati di distruzione. Fosse di spoglio sono state individuate nell’area porticata retrostante la domus, ove i crolli avevano sepolto doni votivi di metallo, tutti asportati. Forni per la fusione di metalli sono stati trovati nell’area antistante la domus, in precedenza occupata dalle fornaci per la produzione di materiali fittili. 
Saggi eseguiti per definire la datazione degli edifici che si trovano nell’area compresa tra il Tempio A e il Teatro hanno consentito di confermare la presenza di una fase sannitica, documentata soprattutto da ceramica a vernice nera (in corso di studio). Di questo livello di occupazione restano il podio di un edificio e poco altro, perché lo strato più antico è stato in gran parte asportato per la costruzione di case con antistanti taberne, 
probabilmente nello stesso periodo per il quale si sono accertate attività produttive nell’area della domus (fine II - seconda metà III sec. d.C.). Le case poste in questa zona, lungo la strada che rasentava l’antico edificio 
scenico modificato per nuovi usi e i resti del Tempio A ormai decaduto, dovevano essere abitate dalle maestranze addette alla produzione ed alla vendita degli oggetti. Per gli edifici costruiti in questo periodo sono stati usati materiali di spoglio del Tempio A e del Tempio B. L’occupazione di quest’area si è protratta in forme sempre più povere, come nella domus, fino alla prima metà del IV sec. d.C. Ricognizioni eseguite per individuare l’ubicazione originaria del mausoleo dei Socelli hanno consentito di ritrovare altri elementi lapidei appartenenti al sepolcro. Sono previsti pertanto ulteriori saggi di scavo per metterne in luce il basamento, anche al fine di ricomporvi le parti restanti. 



Il restauro di due piccoli bronzi rinvenuti nel 2008 rappresentanti Minerva e un Lare, e lo studio diagnostico eseguito in tale occasione, hanno consentito di riconoscerne non solo il loro grande pregio artistico e la raffinata esecuzione, ma anche gli aspetti tecnici e la morfologia della materia: la composizione della lega metallica ha dimostrato che si tratta di oggetti di epoca ellenistica, probabilmente del II secolo a.C.

ADRIANO LA REGINA - LUIGI SCAROINA -
FABIANA CARLOMAGNO - RACHEL VAN DUSEN
© Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte – 2009

Hic Sunt Leones

Recensione dell'ultimo libro di Vania Mancini, Zingare Spericolate, uscita ieri sul Manifesto nella rubrica Hic Sunt Leones curata da MILITANT A (voce degli Assalti Frontali)



A Palinuro l'estate vegana del prof. rapper.
Signori e signore prendete nota, c'è un campeggio vegano tra Palinuro e Camerota che sembra di stare in nord Europa. Si chiama Il volo della rondine e Gianfranco, il cuoco, è uno dei pionieri in Italia di questo stile di cucina naturale dopo essere stato per anni in Svizzera, Germania e Stati uniti, a contatto con i più grandi cuochi mondiali di macrobiotica. Io sono qui per una settimana di laboratorio rap con i ragazzi del campeggio e giocando con i vocaboli del menù e i nomi del posto scriviamo canzoni e scopriamo cose nuove. Nella cucina vegana non c'è carne, né formaggio, né uova, come si sa, e i bambini guardano con aria perplessa e imbarazzata le pietanze buttandosi spesso sul riso in bianco. Ma chi supera la prima diffidenza entra in un mondo dove ti viene da cantare mentre mangi. «Stamattina al mare abbiamo preso la canoa/ di ritorno a pranzo ci aspettava la Quinoa». La Quinoa è un cereale coltivato già dagli incas 6.000 anni fa sulle Ande, cucinato con zafferano, carote, sedano, cumino indiano, uvetta e pinoli. «Poi c'è il Tofu, il seitan, e il Bulgur nel Tabulè/ la macrobiotica mi sa che fa per me». Con i nomi del posto scopro qualcosa di altrettanto bello. Palinuro ebbe un ruolo importante nella vita di Enea e voi sapete che io ho un debito con questa epopea. La profezia voleva che per raggiungere il Lazio e fondare Roma, uno di loro, un troiano, doveva morire. Ed è Palinuro che morirà, suo grande amico e nocchiero della nave, proprio al confine tra la Campania e la Calabria. Palinuro cadde in acqua di notte, e per salvarsi raggiunse la costa a nuoto, ma venne ucciso dai Velini proprio nella spiaggia dove mi trovo, ai piedi de parco del Cilento e da cui vi saluto cantando ai ragazzi Il rap di Enea . (Per chi è interessato al campeggio www.ilvolodellarondine.it). Dopo Il potere del cane , vi devo un altro libro per l'estate. Ho letto in questi giorni Zingare spericolate di Vania Mancini (edizioni Sensibili alle Foglie). Poiché nessuno ci capisce niente di Rom e di zingari è importante leggere queste esperienze dirette sul campo, che sono pezzi di vita. Vania ci racconta del campo di Casal Lombroso a Monte Mario e delle Cheja Celen, giovani Romnì che danzano a piedi nudi e prendono coscienza della loro bellezza e bravura, anche se vivono senza documenti e diritti. Con le foto di Tano D'amico e una sua bellissima pagina scritta in cui da fotografo ribelle si paragona agli zingari. p.s. Vista l'estate e anche che sto finendo di registrare il nuovo disco di Assalti Frontali (che uscirà a novembre per i cd del manifesto...) (Link)

martedì 6 luglio 2010

Il culto dei Sanniti da Archeomolise N.5



Interessante articolo uscito sul nuovo numero di Archeomolise. Alessandro Testa, dell'Università degli studi di Messina, tratta il culto dei Sanniti alla luce della comparazione indio-europea (pp. 34-51), basandosi anche sulle scoperte di Pietrabbondante degli ultimi otto anni che gettano nuova luce sugli aspetti politici e religiosi dei Sanniti. Come sempre rendiamo fruibile e scaricabile l'intero trimestrale (tutti i numeri si possono trovare sul sito del cerp-Isernia) e ringraziamo l'autore per aver citato il nostro Blog, dal quale ha tratto l'immagine di copertina. Un piccolo ma significativo risultato.

archeomolise N.5

lunedì 5 luglio 2010

Sannita teatro Festival - Il programma definitivo - 31 luglio/16 agosto

Segnaliamo il comunicato stampa ufficiale per la stagione teatrale 2010 del "Sannita teatro festival" e rendiamo scaricabile il programma definitivo con la descrizione degli spettacoli (un breve sunto, regia e attori).

PIETRABBONDANTE stagione 2010 Teatro Sannita Festival

Molise la regione ad altissima densità di pale eoliche


Un bell'articolo uscito il 1 luglio sul Fatto Quotidiano, a cura di Ferruccio Sansa

Isernia

Una Regione buttata al vento. Trasformata in una selva di pale eoliche alte cento metri, che stanno crescendo sui crinali, intorno ai borghi medievali, a pochi metri da tesori archeologici come Pietrabbondante e Sepino. Sull’utilità dell’eolico si può discutere. Ma qui si sta stravolgendo il paesaggio di una terra. Andate in Molise, consultate le carte ufficiali, le denunce di Italia Nostra, Wwf, Via col vento e delle associazioni degli abitanti: ci sono progetti per tremila pale. Una ogni chilometro quadrato. “In tutto 187 impianti, alcuni anche di venti “mulini” alti come grattacieli di centocinquanta metri. Su 136 comuni della Regione, ben 96 presto potrebbero essere invasi. Per gli altri 40 la sorte non sarà molto diversa: saranno assediati dai colossi del paese accanto. Senza contare i 3 impianti off-shore che potrebbero nascere davanti alle spiagge di Termoli. Il Molise produrrà più energia eolica della Sicilia, sei volte più estesa”, racconta Giuseppina Negro del Wwf Molise. Un assalto silenzioso. Il Molise è terra splendida, ma remota, dimenticata dalla politica e dai giornali. Governata da Angelo Michele Iorio, governatore e senatore Pdl, famoso per una polemica su parenti e amici negli ospedali di mezza regione (Iorio detiene la delega all’Energia dopo la polemica rinuncia dell’assessore Franco Marinelli).

Il business

Qui si sono date appuntamento decine di società pronte a realizzare impianti. Ci sono colossi del settore, ma anche imprese con una manciata di addetti, molte con sede in Campania. Un dettaglio che ha fatto rizzare le antenne all’Antimafia: “La maggioranza delle società saranno sicuramente a posto – commenta un investigatore – ma l’eolico, proprio in Campania, è uno dei business preferiti da imprese in odore di camorra”.

Intanto la gente del Molise combatte da sola: manifestazioni e cortei. Fuori dalla Regione, però, nessuno ne parla. Allora eccoci a Pietrabbondante. Alzi la mano chi la conosce. Eppure qui si trova uno dei più straordinari anfiteatri del nostro Paese: un semicerchio di pietra costruito dai Sanniti nel II secolo avanti Cristo. In queste giornate di inizio estate a salire fin quassù, a mille metri, sembra di volare : davanti hai tutto il Molise. A Est le montagne che si sciolgono in colline verso l’Adriatico. A Ovest il chiarore del Tirreno. Intorno i crinali. Lo stesso paesaggio che aveva negli occhi Francesco Jovine quando negli anni Quaranta scrisse il suo Viaggio nel Molise: “Di qui si vede tutta la vallata, ampia, austera, solitaria, a boschi, a macchie, a burroni, a botri. Terra varia, tormentata da rocce, da valloni, da frane, ma tutta coltivata con sapienza antica ; quella stessa che conoscevano i Sanniti”.

Sfregio all'ambiente

Pietrabbondante era la città sacra dei Sanniti. All’estero sarebbe una meta per milioni di turisti. Ma il teatro è coperto di erbacce. Intorno, come funghi, decine di pale. L’ultima sberla potrebbe arrivare nei prossimi giorni: il Tar si deve pronunciare sul ricorso contro un impianto da 13 pale a un chilometro dall’anfiteatro.

Immaginate se fossimo vicini al teatro di Taormina. Un’insurrezione. Qui tutto avviene nel silenzio. Michele Petraroia, consigliere regionale del Pd, da anni lancia appelli che cadono nel vuoto: “Ma da soli non abbiamo la forza per fermare l’invasione. Purtroppo che cosa si celi spesso dietro gli investimenti nell’eolico sta emergendo dalle inchieste in mezza Italia”. Giovanni Tesone, il sindaco di Pietrabbondante (centrodestra), si è arreso: “Ho detto sì all’impianto”, esordisce. Aggiunge: “Sarei contrario, queste rovine mi stanno a cuore… da bambino ci venivo a giocare”. Allora? “Dall’anfiteatro vedi decine di pale nei comuni vicini. Il danno è fatto. E poi le casse del Comune sono vuote. O costruiamo gli impianti o tagliamo i nostri boschi, non abbiamo altre entrate. Le rovine portano ventimila persone l’anno, 50 mila euro, ma il Comune non vede un centesimo. Vanno tutti allo Stato che qui fa lavorare sei persone, ma non tagliano nemmeno le erbacce”. Il noto archeologo Adriano La Regina, dopo essersi battuto per Roma, è una delle poche voci a difesa del Molise (l’altra è quella Vittorio Sgarbi): “Il Sannio è una terra straordinaria. Rischia di perdere una ricchezza molto maggiore di quella dell’eolico. A Pietrabbondante non ci sono solo il teatro e il tempio. Sulla montagna ci sono fortificazioni sannitiche. Proprio lì è previsto il nuovo impianto”, spiega La Regina.

Non basta. “Non abbiamo nemmeno i soldi per altri scavi”, allarga le braccia Tesoni. Già, i resti dei Sanniti emergono ovunque. Seguite Giulio, cercatore di funghi di Frosolone, vi porterà a Civitanova del Sannio. “Una mattina mentre andavo a porcini mi sono trovato davanti questi massi”, racconta. Dalla vegetazione emerge un enorme muro. È un forte dei Sanniti, roba di duemilacinquecento anni fa.

Addio limiti

Questo è il Molise. Come a Se-pino. La Regina lo descrive così: “È una città romana perfettamente conservata: mura, torri, porte. Sul teatro si sono inseriti i palazzi del Settecento, sembra un piccolo teatro di Marcello (a due passi dal Campidoglio, a Roma, ndr) in mezzo ai campi”. Ma Sepino la sua battaglia l’ha appena persa: il Consiglio di Stato ha dato il via libera a un impianto di 18 pale. E’ la legge regionale a permetterlo. “All’inizio – racconta Giuseppina Negro – era stato previsto un limite di distanza per gli impianti, ma il Governo ha impugnato la legge… strano, soltanto quella del Molise”. Così sono arrivate le nuove linee guida: “E addio ai limiti previsti”.

Ma non ci sono soltanto i siti archeologici. San Pietro Avellana, Macchiagodena, Guglionesi, Riccia, San Martino in Pensilis, succede dappertutto. Come sui pascoli selvaggi di Acqua Spruzza a Frosolone. Siamo a milletrecento metri, su un altopiano popolato da cavalli allo stato brado e mucche. Camminando in mezzo a papaveri e ginestre all’inizio non te ne accorgi, poi ecco quel rumore continuo, martellante. Decine di pale eoliche prendono a sberle l’aria. Questa diventerà la colonna sonora nella vita della gente del Molise. A tutte le ore, ogni giorno dell’anno. Roba da impazzire. Se anche ti tappi le orecchie le hai davanti. Ovunque tu vada non potrai scappare.



Il 31 luglio a Pietrabbondante inizierà la stagione teatrale estiva "Sannita Teatro Festival"



Il 31 luglio 2010 alle ore 19:00 inizierà a Pietrabbondante la stagione teatrale estiva "Sannita Teatro Festival" con lo spettacolo Cassandra e il Re con Jun Ichikawa e Leandro Amato per la regia di Giuseppe Argirò, che porterà in scena in prima nazionale il dramma di Cassandra, la profetessa inascoltata. L'inaugurazione della stagione teatrale avverrà in concomitanza con la emissione da parte di Poste Italiane di un francobollo commemorativo del sito archeologico di Pietrabbondante.

Nel quadro delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, Leandro Amato all'apertura del festival reciterà il Giuramento della Giovane Italia di mazziniana memoria. Nelle settimane successive saranno in scena gli altri tre spettacoli della rassegna.
Il 10 agosto è la volta di Michele Placido, regista ed interprete di Serata d'onore (da Dante a Pirandello), in cui presenterà due atti unici di Pirandello ed il quinto
canto dell'Inferno di Dante.

Il successivo appuntamento è per il 12 agosto per l'Edipo Re (da Sofocle a Pasolini) di Ulderico Pesce con Maria Letizia Gorga, Maximilian Nisi ed Ulderico Pesce e con la consulenza artistica di Anatolij Vasil'ev, che ripropone in chiave originale il dramma di Edipo che ucciderà il padre e si accoppierà con sua madre Giocasta.

La stagione si concluderà il 16 agosto con la commedia Le due sorelle, liberamente tratta da Stichus di T.M. Plauto, con Iaia Forte e Marina Rocco perla regia di Giuseppe Argirò, in cui l'ostinazione nella fedeltà di due sorelle in attesa dei rispettivi mariti dei quali si ignora la sorte viene messa a dura prova da un padre avido e senza scrupoli.

In considerazione del gradimento espresso dal pubblico nella edizione dello scorso anno, anche quest'anno l'orario di inizio degli spettacoli è programmato alle ore
19,30 (apertura cancelli ore 19,00), per sfruttare la naturale luce del crepuscolo ed godere appieno gli spettacoli nella suggestiva cornice del teatro sannitico.
Con la collaborazione di Poste italiane è previsto un annullo speciale commemorativo per ciascuno spettacolo. (fonte: PrimoPianoMolise)


Programma stagione estiva 2010 

sabato 31 luglio 2010 ore 19.00 
Associazione culturale “Le donne di Itaca” diretta da Adriana Palmisano PRIMA NAZIONALE Cassandra e il re da Omero, Eschilo, Euripide e Christa Wolf con Jun Ichikawa Leandro Amato regia di Giuseppe Argirò 

martedì 10 agosto 2010 ore 19.00 
Dionysus Serata d’onore (da Dante a Pirandello) con Michele Placido e con la partecipazione di Michele Acunzo 

giovedì 12 agosto 2010 ore 19.00 
Centro mediterraneo delle arti in collaborazione con Il Teatro dell’Archivolto di Genova Edipo re da Sofocle a Pasolini di Ulderico Pesce con Maria Letizia Gorga Maximilian Nisi Ulderico Pesce consulenza artistica di Anatolij Vasil’ev 

lunedì 16 agosto 2010 ore 19.00 
Associazione culturale “Le donne di Itaca” diretta da Adriana Palmisano Le due sorelle liberamente tratto da Stichus di T.M. Plauto con Iaia Forte Marina Rocco regia di Giuseppe Argirò

Appello contro l'Archeocondono



Una norma contenuta nella Finanziaria, "Disposizioni in materia di emersione e catalogazione di beni archeologici, nonché revisione delle sanzioni penali", il cosiddetto “archeocondono”, depenalizzerà il possesso illecito dei beni archeologici consegnando il patrimonio archeologico italiano nelle mani di chi sino ad oggi lo ha depredato.

Negli anni scorsi più volte proposta e poi ritirata per le proteste del mondo della cultura, questa volta la norma finirà nella legge finanziaria, che sarà sottoposta in Parlamento al voto di fiducia in blocco e, quindi, con tutta probabilità approvata.
Il fine dichiarato è quello di far emergere un patrimonio sommerso e di consentirne la catalogazione. In realtà la norma di fatto si rivelerà un enorme regalo ai tombaroli e alle organizzazioni criminali dedite agli scavi clandestini e ai traffici illeciti internazionali di antichità, le cosiddette archeomafie.

Non si tratta, infatti, del condono del coccio o del vasetto di ceramica comune che il contadino ha fortuitamente trovato nel suo campo o che l’appassionato può aver incautamente acquistato, ma di una indiscriminata legalizzazione dei beni archeologici frutto di scavi clandestini e dunque illecitamente sottratti alla collettività, con irrimediabile danno per i reperti stessi e soprattutto per i contesti di provenienza.

Se la norma sarà approvata, chiunque detenga beni archeologici, anche se provenienti da scavi clandestini, potrà ottenere dallo Stato una "concessione in deposito" della durata di trent'anni, rinnovabili. Basterà dichiarare di possedere questi beni archeologici già prima del 31 dicembre 2009 e pagare una modesta sanzione. I beni così “legalizzati” probabilmente potranno anche essere trasferiti in eredità e persino venduti.
La competente Soprintendenza potrà solo eventualmente contestare la valutazione fatta e chiedere un'integrazione.

Da un giorno all’altro la legge trasformerà, dunque, ope legis i “tombaroli” e gli “archeomafiosi” cui le nostre forze dell’ordine e la magistratura danno la caccia, in collezionisti e manager dei beni culturali, che con le opere sottratte al patrimonio pubblico, a tutti noi, potrebbero mettere, legalmente, attività commerciali, musei e gallerie d’arte.

Dal momento di approvazione della legge sino al termine di presentazione delle richieste di condono, si scatenerebbe, inoltre, la più grande mai vista “caccia alle antichità” e devastazione delle aree archeologiche del Paese, con un epocale ed irrimediabile danno al nostro patrimonio culturale.

Invitiamo tutto il mondo dei beni culturali e della cultura, tutta la cittadinanza italiana e tutti coloro i quali, in Italia e all’estero, hanno a cuore il patrimonio archeologico e artistico italiano, che costituisce l’identità culturale stessa della nostra Nazione e un patrimonio di tutta l’Umanità, tutelato dalla nostra Costituzione, alla mobilitazione contro questa norma, che renderebbe vana nel nostro Paese qualsiasi attività lecita di tutela e di ricerca archeologica.

Noi sottoscritti, facciamo appello al Presidente della Repubblica, a tutte le forze politiche e a tutti gli uomini di buona volontà a fermare questo colpo mortale al patrimonio culturale italiano.

Per firmare la petizione:
APPELLO CONTRO L'ARCHEOCONDONO

Si tutti i membri del gruppo su facebook ad "inondare" pacificamente di messaggi la pagina facebook del MiBAC
http://www.facebook.com/MiBAC?ref=ts&v=wall

con la frase "NO ALL'ARCHEOCONDONO!" e il link al nostro gruppo facebook: http://www.facebook.com/#!/group.php?gid=131488480219070&ref=ts"

"inondiamo" pacificamente anche le caselle mail e i fax del Ministro e del MiBAC con il testo dell'appello contro l'archeocondono.

Ecco i recapiti (sono tutti recapiti pubblici a disposizione dei cittadini):

On. sen. Sandro Bondi
Ministro per i Beni e le Attività Culturali:
bondi_s@posta.senato.it

On. Francesco Giro:
Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali:
giro_f@camera.it

Capo di Gabinetto
Dott. Salvatore NASTASI
Tel. 06 6723 2284 2285
E-mail: gabinetto@beniculturali.it

Vice Capo di Gabinetto Vicario
Dirigente Generale Dott. Mario GUARANY
Tel. 06 6723.2260 .2268
Fax 06 6723.2512
E-mail: segvicegab@beniculturali.it

Vice Capo di Gabinetto
Cons. Anna BOTTIGLIERI
Tel. 06 6723.2260 .2268
Fax 06 6723.2512
E-mail: segvicegab@beniculturali.it

Capo Ufficio Legislativo
Cons. di Stato Dott. Mario Luigi TORSELLO
Tel. 06 6723.2584 .2455
Fax 06 6723.2290
E-mail: ufficiolegislativo@beniculturali.it

Capo della Segreteria del Ministro
Dott. Enrico HÜLLWECK
Tel. 06 6723.2274 .2281
E-mail: ministro.segreteria@beniculturali.it

Segretario Particolare del Ministro
Dott.ssa Maria Teresa NARDUCCI
Tel. 06 6723.2274 .2281
E-mail: ministro.segreteria@beniculturali.it

Consigliere diplomatico del Ministro
Min. Plen. Patrizio FONDI
Tel. 06 6723.2254 .2256
Fax 06 6790426

Ufficio Stampa
Addetti Stampa: Maddalena PETRONI; Francesca SACCONE; Carlo ZASIO
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Segretariato Generale
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