venerdì 29 ottobre 2010

Zingare Spericolate


Video con Vania Mancini mentre presenta sul palco a san Giovanni il 16 ottobre le danze delle zingare spericolate cheja celen; alla manifestazione della FIOM a ROMA del 16 ottobre 2010. La ringraziamo della segnalazione; se questo blog può dare un pò di spazio al suo gruppo siamo molto contenti.


"L'esibizione delle zingare danzanti alla Manifestazione della FIom "Il lavoro è un bene comune". Cheja Celen fanno parte di un progetto di scolarizzazione dei bambini Rom del XIX Municipio di Roma. Il progetto è coordinato da Vania Mancini, autrice del libro ZIngare spericolate".


LINK con il video


Riportiamo anche questo bel post dal sito MOVOLOCO (sito sugli artisti molisani) che recensisce il libro di Vania.

ROMA - Ragazze che ballano, le ‘cheja celen’ del campo nomadi Cesare Lombroso di Roma.
Un mondo multicolore, con una propria identità culturale che, seppure così vicino a noi, inserito nella nostra società, non vediamo, o non vogliamo vedere.
La società nella quale viviamo, non vuole vedere il diverso. Chiude gli occhi davanti al non celato e multicolore mondo rom, facendo finta, ipocritamente, che non esiste.
Vania Mancini, dedica parte della sua vita alla scolarizzazione dei ragazzi rom. Ne parla nel libro “Cheja celen” dove, la frase di Vasco Rossi (suo grande amico) apre dicendo: “Il brivido che vola via”.
Vania è di origini altomolisane ( i suoi genitori sono di Pietrabbondante) e presto sarà in Molise a preparare il suo spettacolo. Il suo impegno con ‘le ragazze nubili che ballano’ la porta in giro per l’Italia a presentare l’invisibile, quello che la società moderna non vuole vedere, il diverso. Sarà la paura di affrontare ciò che non si conosce? Il timore di confrontarsi con una società che ha altri valori e che vive ai margini della civiltà, quest’ultima intesa, in senso unilaterale, da chi pensa di vivere in una comunità civile.
Per Vania la verità non è mai da una parte sola, ed è consapevole che parlare di rom non è affatto facile, che le spigolosità del confronto vanno limate poco a poco, col dialogo, cercando di rapportarsi però, ad interlocutori che abbiano voglia di un dialogo pacato. l libro che Vania ha scritto, è affollato di donne, grandi e piccine, che nella danza vedono il loro rapporto con il mondo, e che è l’unica cosa che sanno fare bene.Dai loro occhi, si intravede una luce particolare, di chi sa che sta facendo la cosa giusta per sè, ed allora ecco che dalle interviste che Vania ha realizzato, traspare la ricerca della danza perfetta, ovvero, realizzarla al meglio. Così la scelta delle stoffe luminose e colorate, che poi vengono cucite dalla mamma, sono propiziatorie al ballo, che diventa la ‘messa liberatoria’ di un percorso fatto di confronto con una civiltà che ignora tutto ciò che è diverso. Ecco che le ragazze nubili che ballano sono tese a realizzare il loro spettacolo, con un approccio naturale e contagioso, dai loro occhi traspare una luce diversa, per ballare ci vogliono vestiti elaganti, colorati, che si vedano di notte e che facciano rumore.
Vania Mancini sa perfettamente quanto sia complicato il dialogo con la società contemporanea, quanto sia irto di ostacoli il rapporto con la comunità d’oggi e con le ipocrisie che l’accompagnano, con le quali dovrà prima o poi, rapportarsi. Vania diventa così, il punto di contatto, la cartina tornasole di una civiltà che non si vuole vedere, ma che vive con noi.
Lo spettacolo vuole essere il primo approccio ad una condivisione non di ruoli, ma di sensazìoni, che poi diventano integrazione. L’obiettivo di Vania è di far conoscere la cultura rom attraverso la danza, e regolarizzare la frequenza scolastica attraverso il ballo.
Negli ultimi due anni le coreografie delle cheja celen, sono state curate da Fabiana Magrelli e più recentemente dal maestro di danza Manolo Ricci. Ultima esibizione il 28 maggio ai giardini di Piazza Vittorio. (Fonte).


Da questo LINK, invece, una bella galleria fotografica

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