venerdì 10 febbraio 2012

Emergenza Neve. C’è anche un’Italia, umile e coraggiosa, che ha funzionato e capace di atti eroici. In silenzio.

Un Paese in ginocchio a causa di una nevicata eccezionale, sia per intensità che per la vastità del territorio interessato. Televisioni e giornali, da giorni, dipingono così la situazione di quella parte della penisola  italiana colpita dalla neve e non preparata ai suoi effetti, con relativi disastri e disservizi, veri o presunti.

Alvaro con turbina a mano_Carovilli
Nel chiasso multimediale condito dalle immancabili polemiche politiche e dei rimbalzi di responsabilità,    figuriamoci chi può sentire il silenzio positivo dell’Alto Molise - un angolo tanto meraviglioso quanto sperduto dell’Appennino italiano in provincia di Isernia – dove una comunità di persone, enti ed istituzioni ha saputo cavarsela contro una situazione difficilissima, lavorando con dedizione, efficienza ed efficacia, risolvendo problemi altrove insormontabili, pur affrontando un manto nevoso che da un minimo di 80 centimetri ha superato i tre metri di altezza in moltissime zone del territorio. Neve vera, insomma, altro che chiacchiere montate. Una sorta di contraltare, silenzioso, a  tante notizie-disastro o ai reportage che a volte hanno sfiorato il ridicolo sforzandosi di risultare di un qualche interesse. L’altra faccia di una Italia, umile ma forte, che funziona.

Alessandro, libera i cornicioni stracolmi a Pietrabbondante
L’Alto Molise è la parte settentrionale e montuosa della più piccola regione italiana dopo la Val D’Aosta. La sua comunità montana conta 12.500 abitanti distribuiti in dodici comuni, cinque dei quali oltre i mille metri di quota. Gente abituata alla neve - e che neve - da sempre. Definita anche Molise Altissimo, la zona è ai confini meridionali dell'Abruzzo sangritano con il quale condivide storia, struttura orografica e clima. Nel capoluogo Agnone - 5.250 abitanti a 850 metri di altitudine - c’è un ospedale ancora meravigliosamente salvo dalla scure della razionalizzazione sanitaria e che anche in questa occasione ha salvato vite umane. Funzionano pure un distaccamento dei Vigili del Fuoco, i comandi zonali dei Carabinieri e della Polizia Stradale.

Con livelli di neve impegnativi di cui prima si diceva, qui tutto pare aver funzionato a meraviglia: viabilità statale, provinciale e sgombero neve all’interno dei centri abitati; assistenza domiciliare agli anziani, trasporto o ricovero dei numerosi dializzati in ospedale; pronto soccorso in piena tempesta (i casi da raccontare sarebbero molti, davvero);  ok anche l'approvvigionamento degli animali in stalla (gli allevamenti bovini e ovini sono oltre un centinaio, in zona); le aziende delle aree produttive sono aperte, giovani volontari spalano la neve davanti alle case degli anziani.
Pareti ghiacciate strada per Capracotta
A Capracotta - 1420 mt sul livello del mare, il comune più alto dell'Appennino centro-meridionale, dove ogni pochi anni accade che le persone debbano uscire dalle finestre per scavare una galleria e disseppellire il portone d’ingresso all’abitazione - una impiegata comunale ha il compito di chiamare telefonicamente tutti gli anziani, casa per casa, due volte al giorno, durante le nevicate.  Dopo di che la Protezione civile porta provviste, medicine e quanto richiesto, a domicilio. Questa è organizzazione. Oggi a Capracotta il livello della neve supera il metro e mezzo di altezza, mentre a Pescopennataro (1180 metri sul livello del mare, affascinante paese–roccia a strapiombo sul Sangro), siamo oltre i due metri.  E domani tutto questo potrà raddoppiare.

Il grado di abitudine, l'atteggiamento delle persone e l'organizzazione del settore pubblico (Amministrazione Provinciale di Isernia e Comuni, Forze dell'ordine, Protezione civile) hanno fatto sì che i disagi o non ci siano stati o siano stati ridotti al minimo, in quei casi nei quali l’eccezionale accumulo nevoso di oltre i 4 metri superava ogni possibilità umana e meccanica.
Molti problemi che altrove sono stati dovuti a carenza di comportamenti delle persone (assenza di adeguate scorte in casa, imprudenza, impreparazione ad affrontare l’evento), qui sembrano esser state ridotte al minimo.  Ma c’è anche il modello di organizzazione dell’intervento pubblico da studiare. La redazione dei piani-neve comunali e l'efficienza della Amministrazione Provinciale di Isernia potrebbero essere davvero presi a modello da altre aree territoriali, per casi di questo genere. L’esperienza di anni e di generazioni, ha fatto scuola.
Una parola in più, infine, va spesa per il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Agnone, composto da gente impagabile sotto il piano della professionalità ben al di sopra dell'ordinario addestramento per ciò che riguarda anche la capacità di risposta ai problemi che la neve comporta. Nei giorni scorsi anche loro - raddoppiando, in silenzio come sempre, i turni di servizio – sono stati portati ai limiti delle possibilità operative. E allora, dove non arrivavano i mezzi meccanici sono arrivati loro, a piedi.
Vigili del Fuoco in azione a Vastogirardi
Il capo squadra Michele Orlando e il suo collega Paolo Spadanuda, il pomeriggio di martedì 14, racchette da neve ai piedi e cuore in spalla hanno marciato per chilometri in piena tormenta per portare latte in polvere ad un bambino di 5 mesi che non mangiava dalla notte precedente. La tempesta di vento e neve era tale che non si vedeva a un metro, i due a tratti faticavano ad andare avanti a parlare tra di loro e persino a respirare. “Il vento era così forte che non potevamo sentire neanche i messaggi radio dei colleghi rimasti in caserma” dirà Spadanuda ad un giornalista. I cumuli di neve da superare raggiungevano anche i tre metri di altezza e solo la conoscenza esatta della zona da parte del capo squadra ha permesso l’individuazione dell’abitazione, cosa impossibile per chiunque altro in quelle condizioni.  La giovane e impaurita mamma, nell’aprire il portone, ha abbracciato i due vigili e pianto di gioia e commozione. In circostanze simili, anni fa, il nonno del bimbo suo suocero, era morto proprio a causa di una tempesta di neve. Non hanno accettato neanche un caffè, c’era altro da fare. I vigili hanno visitato altre abitazioni della frazione per accertarsi che non ci fossero altre emergenze e poi si sono incamminati verso la camionetta lasciata a due ore di marcia, più a valle. Oltre quattro ore nella tormenta, per una missione ai limiti delle possibilità fisiche. 

Si potrebbe raccontare molto altro di ciò che è successo, e che succede sempre durante le nevicate, in Alto Molise.
Ma, insomma, nel quadro del generale disastro basta dire – sperando che qualcuno lo rilanci – che c'è anche una Italia preparata a questi eventi e che ha risposto come si deve all'emergenza.
Nel silenzio orgoglioso, al quale sono anche troppo abituati, queste persone e questi monti, da secoli.

Nicola Mastronardi

2 commenti:

  1. Facciamo leggere tutto questo ad Alemanno, non sevono le dichiarazioni in televisione e le messe in scena per far vedere che l'amministrazione c'è, molto spesso, come in questi casi, chi vuole fare lo fa in SILENZIO!!!!!

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  2. Grandi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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