“Una nevicata così non si vedeva dal ‘56”. Continuano a commentare in questo modo, un po’ tutti in Alto Molise, dalle prime ore del mattino. È uno scenario quasi surreale quello che è apparso agli occhi degli abitanti dei paesini di montagna dalle prime luci dell’alba di venerdì. Dalle finestre si materializzano tetti ricoperti da pilastri di neve e strade completamente sommerse. Difficile uscire di casa, se non con l’aiuto di una pala. Ma le precipitazioni sono talmente veloci e costanti, da non dare neppure il tempo di tracciare un passaggio. Le orme formate dai passi, in pochi minuti scompaiono. Ci si aiuta a vicenda, si cerca di spianare l’uscio alle persone più anziane. Si fa fatica ad andare avanti. A piedi.
Corso Sannitico |
La corrente elettrica fa le bizze, ogni tanto va via e cresce la percezione dell’isolamento, di essere in un posto fuori dal mondo. Gli spartineve arrancano e non sanno più dove accumulare la neve, ai bordi delle strade non c’è più spazio. Si creano enormi mucchi, compatti che ai bambini sembrano grosse montagne invalicabili. “Siamo bloccati”, dicono i più, mentre si cimentano a formare passaggi e stradine con le pale. Ci si ingegna come si può, qualcuno prova ad accantonare la neve con la pala meccanica, quella che si utilizza per l’edilizia. Si utilizzano gli oggetti più strampalati per farsi spazio.
In diversi negozi dei paesini ad alta quota non sono arrivati i rifornimenti quotidiani, come il pane o il latte. Né venerdì, né sabato. “Cosa succederà se qualcuno di noi si sentirà male?” È questa la preoccupazione maggiore nel vedere che le strade delle contrade dell’hinterland agnonese e di paesi come Chiauci, Pietrabbondante e Capracotta sono intasate. Ma la situazione è la stessa un po’ dappertutto e si ci arrangia come si può.
A.Z.
Un estratto da Primo Piano Molise di sabato 4 febbraio 2012
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