Il libro di Antonio Pascale, Non è per cattiveria, Editori Laterza, come dichiara lo stesso autore, non è una guida scritta da un viaggiatore professionista a vantaggio ed uso di viaggiatori professionisti.
Pubblicato nel giugno 2006, non suggerisce itinerari, non consiglia hotel, ristoranti, agriturismi, artigianato e prodotti tipici. Propone, invece, una mappa personale, riflessioni e meditazioni di un«viaggiatore pigro» che, alla soglia dei quarant'anni, percorre su e giù i tornanti, le strade «ondulate» del Molise, una regione dove ha casa, in montagna, sul Matese, e dove da circa sei lustri va in vacanza. Non porta avanti un'immagine completa ma presenta pagine di impressioni visive, spesso vissute en plein air, proprio come un pittore impressionista degli ultimi decenni dell'Ottocento. Abbozzi e schizzi veloci, resi con piccole pennellate pastose, cariche di colore, cercano di fissare situazioni, luoghi e tipi caratteristici: il «paese presepe» di Guardiaregia e il suo fornaio che ha il negozio quasi sempre chiuso - «non è per cattiveria», prepara pane solo per i compaesani, non gli interessano turisti ed avventori occasionali; il minuscolo, deserto ed innevato cimitero di Civita di Bojano; la patria dei bisnonni di Robert De Niro, Ferrazzano, colta al chiarore della luna, con le pietre bianche delle case che brillano come di luce propria; Il President Hotel di Pietracupa - paesino di 252 abitanti, di cui 150 anziani - dotato di ben 250 stanze e le sue «cartoline pubblicitarie double-face»; i quadri nella sala comunale di Santa Croce di Magliano, paesaggi agresti commentati da versi di poeti locali (quelli che fanno le «rime cuore/amore»); Il castello (privato) di Macchiagodena e, poco più avanti, «l'olmo con il tavolino di pietra»; l'amico libraio di Campobasso ed i suoi «indovinelli»; brevi flash di Sepino, Agnone, Isernia, Termoli, Salcito, Frosolone frammisti a confessioni, a ricordi dell'adolescenza, dell'università, agli amori della prima giovinezza. Veramente impagabile l'episodio del ristorante Risorta locanda del Castello a Civita Superiore, al quale si accede solo su prenotazione - lo stesso autore viene, perciò, messo alla porta, «cacciato fuori» - perché il «romantico» chef, «burbero, bizzarro ed arcigno» non ama improvvisare e non vuole clienti capitati lì per caso.
Una guida, dunque, insolita, originale, davvero molto interessante e di piacevole lettura. Ma io sono un molisano «ancora medievale», uno che «dà sempre del tu... non riconosce il ricco» e, «non è per cattiveria», devo rilevare delle imprecisioni.
Il teatro italico di Pietrabbondante
Più volte viene citato «l'anfiteatro di Pietrabbondante»; l'anfiteatro è un edificio di forma ellittica con gradinate che racchiudono al centro un'area atta a spettacoli di belve e gladiatori (Anfiteatro Flavio o Colosseo di Roma). Quello di Pietrabbondante (fine II secolo a.C.) ha, invece, pianta semicircolare e gradinate addossate ad un pendio naturale; si tratta, quindi, di un teatro destinato a rappresentazioni religiose, drammatiche, comiche.
Il borgo medioevale di Civita Superiore non è, come si afferma, il «centro antico di Bojano»; la città di Boviano, nel Medioevo, era costituita da due distinti agglomerati urbani, muniti ciascuno di cinta muraria: uno, più grande, in pianura (sorto sulla città romana di Bovianum e corrispondente all'attuale centro storico di Bojano) e l'altro sul monte, appunto la Civitas Superior.
E ancora la «cattedrale di San Bartolomeo con il suo portale gotico» non si trova a Civita ma si apre sulla piazza principale di Bojano. Ciò, comunque, nulla toglie ad una pregevole pubblicazione che mira a far conoscere questa bella ed «invisibile» regione Molise ma, «non è per cattiveria»,ma qualcosa andava precisato... Alessandro Cimmino(Fonte)
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