venerdì 2 aprile 2010

Il Venerdì Santo a Cambobasso e Isernia



La processione del Cristo morto e della Madonna Addolorata è l'avvenimento religioso in cui i campobassani si sentono più partecipi anche emotivamente.
Il lungo e mesto corteo nel pomeriggio si muove dalla chiesa di santa Maria della Croce e si snoda dapprima nel centro storico e, successivamente, nella parte moderna della città soffermandosi davanti ai luoghi ove la sofferenza è maggiormente presente, come le carceri, quindi fa ritorno nella chiesa da dove era partita in un ambiente diventato altamente suggestivo grazie alle soffuse luci del centro antico.La scelta dell'orario pomeridiano non è casuale volendo ricordare il momento in cui avvenne la Passione di Gesù Cristo.

La sua particolare caratteristica è di avere all'interno un coro di circa settecento persone il quale, durante il percorso, intona più volte lo struggente canto "Teco vorrei o Signore" composizione, di inizio Novecento, del maestro campobassano Michele De Nigris su versi di Pietro Metastasio. 
La processione del Cristo morto e della Madonna Addolorata è l'avvenimento religioso in cui i campobassani si sentono più partecipi anche emotivamente.
Il lungo e mesto corteo nel pomeriggio si muove dallachiesa di santa Maria della Croce e si snoda dapprima nel centro storico e, successivamente, nella parte moderna della città soffermandosi davanti ai luoghi ove la sofferenza è maggiormente presente, come le carceri, quindi fa ritorno nella chiesa da dove era partita in un ambiente diventato altamente suggestivo grazie alle soffuse luci del centro antico.La scelta dell'orario pomeridiano non è casuale volendo ricordare il momento in cui avvenne la Passione di Gesù Cristo.La sua particolare caratteristica è di avere all'interno un coro di circa settecento persone il quale, durante il percorso, intona più volte lo struggente canto "Teco vorrei o Signore" composizione, di inizio Novecento, del maestro campobassano Michele De Nigris su versi di Pietro Metastasio. (Fonte

INNO ALL’ADDOLORATA
Coro processionale del Venerdì santo
Teco vorrei o Signore
oggi portar la croce
nella tua doglia atroce
io ti vorrei seguire
ma sono infermo e lasso
donami tu coraggio
acciò nel mesto viaggio
non m’abbia da smarrire,
acciò nel mesto viaggio
non m’abbia da smarrire.



Nel Venerdì antecedente la Pasqua, ad Isernia, come in molti centri dell'Italia del Centro-Sud, si svolge la Processione del Cristo Morto, che rievoca in forma drammatica e molto sentita le tragiche vicende del martirio di Gesù.
La Confraternita del Santissimo Sacramento si occupa dell'organizzazione, mentre le Confraternite di Santa Maria del Suffragio, di Sant'Antonio, di San Domenico e di San Pietro Celestino sfilano materialmente nel corteo. Esse si distinguono dai colori che portano.
Dopo una lunga preparazione, la Processione parte ed attraversa quasi tutta la città. I simulacri di Maria, vestita a lutto, ma con ricchi ricami dorati e con la testa coronata, e di Gesù, sul letto di morte, circondato da fiori, sono portati a spalla per le vie dai penitenti delle Confraternite, che indossano tuniche bianche ed hanno il viso incappucciato, in modo che i passanti concentrino la propria attenzione sull'opera di espiazione che essi compiono, e non sulla loro identità.
Il cuore della statua di Maria è trafitto da sette spade, i setti peccati capitali, dai quali l'uomo chiede redenzione.
Sono in processione anche i busti dell'Ecce Homo, le Croci del Calvario e della Via Crucis. Le vie, le finestre ed i balconi sono decorati ed illuminati con candele. Questa scenografia, l'intensa partecipazione corale all'evento ed i canti intonati incessantemente per tutto il percorso dai penitenti, creano un'atmosfera suggestiva ed unica.

Nessun commento:

Posta un commento