lunedì 12 aprile 2010

Tavola Osca (detta Tavola di Agnone) - La religione dei Sanniti



La Tabula Agnonensis è una tavoletta di bronzo, 27x15 cm di lato, munita di una maniglia, che è tutt'oggi conservata al British Museum. 
Entrambi i lati presentano delle iscrizioni in osco, con lettere incise in modo chiaro e che hanno permesso una datazione paleografica al 250 a.C. 
Il testo menziona diciassette divinità, contando separatamente i due aspetti di Giove, e ci dimostra la tendenza dei Sanniti, comune anche ad altre popolazioni italiche, alla polilatria, cioè l'uso di uno stesso luogo per il culto di più divinità. 
E ci descrive la presenza di quindici altari, nell'hortus, che dobbiamo interpretare come boschetto sacro, in cui la stessa tavoletta era affissa, probabilmente ad un albero, con la catena di ferro che in parte è ancora conservata. 
Il boschetto doveva essere situato nelle vicinanze della località sul Monte Cerro, fra Capracotta ed Agnone, in cui la tavoletta è stata ritrovata circa un secolo fa, quando questa zona era chiamata Uorte (= Orto?). 
Il boschetto di Agnone era consacrato a Kerres, e alla sua cura partecipavano tutti i fedeli con il pagamento di una decima. 
Era sede di processioni sacre, probabilmente in periodi ben definiti, a cui i fedeli partecipavano muovendo nella direzione opposta a quella del sole, con soste, per riti lustrali, negli altari. In occasione delle due feste annuali, o forse di una festa che si svolgeva ogni due anni, il testo osco non è facilmente interpretabile, si manteneva acceso un fuoco e si facevano delle offerte. 
Durante la festa in onore di Flora delle cerimonie venivano celebrate anche al di fuori del boschetto, con soste rituali e venerazione di quattro divinità, due delle quali avevano un altare dentro il boschetto. 

Le divinità elencate nella Tavola sono:

Vezkeí, identificato con varie divinità: Lucina, il dio nazionale degli Aurunci, un aspetto di Venere, ed una divinità dell'evolvere delle stagioni, ipotesi quest'ultima che appare più convincente;
Euclus, con o senza l'epiteto di Pater, veniva venerato sia dentro che fuori il boschetto, identificato con Mercurio, nell'aspetto ctonico di psicopompo, cioè di trasportatore di anime;
Kerres (Ceres?);
Filia Cerealis;
Inter-Stita, potrebbe essere la levatrice che in osco sta "in mezzo" durante il parto, mentre in latino sta "di fronte" (obstetrix), il Pisani suggerisce che Interstita fosse la divinità centrale di una triade;
Amma Cerealis (Mater? Nutrix?) era venerata sia nel boschetto sia fuori;
Lymphae Cereales, l'equivalente greco è Nymphae, le divinità delle sorgenti dei fiumi;
Liganacdix Intera, con o senza l'aggettivo Cerealis, liganacdix potrebbe equivalere a legifera o a liknophoros, epiteto questo di Dionisio;
Imbres, con o senza l'aggettivo Cereales;
Matae, con o senza l'aggettivo Cereales (Mater Matuta?), le funzioni della Mater Matuta erano connesse con il parto e l'allattamento, provvedeva inoltre a bagnare con sufficiente rugiada i raccolti;
Jupter Juventus, il Vatter pensa invece ad una corrispondenza con Jupter Vergarius, una divinità altrimenti ignota, che presiedeva all'alternarsi delle stagioni;
Jupter Rigator, con o senza l'aggettivo Pius, il dio che porta la pioggia;
Hercules Cerealis;
Patana Pistia (Panda?), strettamente imparentata con Cerere, secondo alcuni da identificare con Cerere stessa, sarebbe una divinità connessa con l'agricoltura, potrebbe trattarsi di quella che faceva aprire le spighe in modo che fossero abbastanza larghe da far uscire facilmente i chicchi durante la trebbiatura. Meno convincente è l'ipotesi di A. von Blumenthal che la identifica con una dea preposta al parto;
Diva Genita;
Perna Cerealis, venerata fuori dal boschetto vero e proprio, era forse la dea del parto felice;
Flora Cerealis, venerata fuori dal boschetto vero e proprio.


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