venerdì 23 dicembre 2011
Natale 2011
Buon Natale a tutti i Pietrabbondantesi vicini e lontani dall'Amministrazione Comunale e dai ragazzi del Servizio Civile.
lunedì 19 dicembre 2011
Pietrabbondante, un luogo incantato del Molise alla ricerca del turismo che non decolla
Cavallo di battaglia per gli amministratori del territorio, resta soffocato dalla mancanza di programmazione. Senza neppure un albergo per dormire.
È un paesino arroccato sull’Appennino Pietrabbondante, incastonato tra tre grandi rocce, conosciute nel territorio alto molisano come “morge”. Situato in Provincia di Isernia, fa parte di un’area sconosciuta ai più nel resto della penisola. Ma nota agli amanti dell’archeologia e della storia antica. Infatti, a Pietrabbondante, mille metri di altitudine su un paesaggio mozzafiato, risiede il sito archeologico più importante del Sannio, sede di un imponente Santuario costruito dai Sanniti (popolo italico che osò sfidare Roma) tra il II e il I sec. a. C. Un luogo incantato, visitato ogni anno da migliaia di turisti, che arrivano da ogni dove, per rivivere con la memoria gesta e vicende di quella civiltà, apprezzare le forme architettoniche degli edifici in cui si sviluppò la vita religiosa e politica del popolo sannita. Il teatro in pietra calcarea che domina il sito è l’unico esemplare al mondo a possedere sedili anatomici. Una perla per gli esperti del settore. Arricchita dai nuovi ritrovamenti e consapevolezze emerse durante le ultime campagne di scavo, condotte dal Presidente dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma, Adriano La Regina. Nonostante le ricchezze culturali, chiuse come in uno scrigno nel paesino ai confini con l’Abruzzo, il settore turistico stenta a decollare. Manca una pianificazione attenta sui servizi da offrire ai visitatori. Basti pensare che Pietrabbondante è l’unico centro del territorio che non possiede una struttura ricettiva per la notte. Una carenza, che dopo la visita “mordi e fuggi” tra il paese e l’area archeologica, porta i turisti altrove. Lasciando l’economia locale a secco.
Nel 2005 sono cominciati i lavori per la costruzione di una “foresteria”, con l’obiettivo di adibirla ad albergo, ma dopo aver speso 400.000 euro, finanziati dal CIPE, l’opera è rimasta incompiuta. Ed ancora giace, come un pugno nell’occhio, all’ingresso del paese, circondata da sterpaglie. Ora pare che la nuova amministrazione si stia adoperando per terminare la struttura, che lasciata così, serve solo a rovinare il paesaggio, rigoglioso di boschi e di natura incontaminata. La Soprintendenza ai Beni Archeologici spesso non ha soldi neppure per tagliare l’erba che cresce intorno agli edifici sacri dell’antico popolo sannita. Per aumentare l’orario di apertura del sito, il Comune di Pietrabbondante e l’Ente culturale impiegano i volontari del Servizio Civile Nazionale, che integrano l’attività dei custodi e accompagnano i visitatori tra i tesori dell’area archeologica. Inoltre, quando il personale statale andrà in pensione, non sarà rimpiazzato.
La politica regionale, dal canto suo, non ha dato input positivi allo sviluppo turistico. Continuano a mancare i servizi essenziali. Da qualche anno, in paese, si sta costruendo un museo, finanziato dalla Regione Molise. Il 29 agosto di quest’anno, agli albori della nuova campagna elettorale, che avrebbe incoronato ad ottobre, per la terza volta, il governatore Michele Iorio (fedele sostenitore del PDL di Silvio Berlusconi), è stato inaugurato in pompa magna il primo lotto dell’opera, in un cantiere ancora aperto. La struttura è indispensabile per conservare e rendere fruibili reperti e ritrovamenti venuti fuori da anni di scavi, alcuni andati persi in passato e finiti ad abbellire i musei di Roma e di Napoli. Ma una volta terminato, resterà il dilemma della gestione. La Regione avrebbe finanziato l’opera a favore del Comune, ma né l’Ente locale, né la Soprintendenza, che è entrata nel progetto espositivo a cose già fatte, possono con le loro ridotte risorse sostenerne le spese. L’idea della Regione Molise sarebbe quella di affidare la gestione ad una Fondazione, Molise Cultura (in parte di proprietà della Regione stessa). “La legge – spiega l’assessore alla cultura del Comune di Pietrabbondante, Bruno Moncharmont – prevede che un bene pubblico venga dato in affidamento ad un ente pubblico, non ad un privato”. Insomma, all’orizzonte si preannuncia una bagarre sulla questione. Anche perché, a quanto pare, il Soprintendente molisano, non permetterà mai ad una fondazione di esporre nel museo. E il Comune non dovrebbe avere solo il ruolo di “passa soldi”, ma occuparsi direttamente del territorio che amministra. “Ai tempi della vecchia amministrazione – aggiunge l’assessore – sotto ci sono stati interessi privati”. Come finirà?
Per arrivare a Pietrabbondante, poi, se non si viaggia in auto è un’impresa. Dagli anni Sessanta è cominciato un processo di impoverimento delle ferrovie, per privilegiare il trasporto su gomma, che con gli ultimi tagli del Governo, si è ridotto ancora di più. Le storiche rotaie che attraversano il territorio alto molisano (linea Carpinone – Sulmona), dopo più di 100 anni di attività, sono state dismesse. Solo di recente, dopo numerose proteste contro il muro, un’azienda di trasporti abruzzese vorrebbe ripristinare la tratta a fini turistici. Chissà. Il potenziale per attirare visitatori da tutto il mondo c’è: i Tratturi (antiche strade erbose larghe 111 metri, utilizzate dagli antenati per la transumanza), le aree archeologiche, le riserve MAB protette dell’UNESCO, impreziosiscono il territorio. Ma a volte, resta tutto campato in aria. Da qualche anno, sette comuni della zona (compreso Pietrabbondante) si sono uniti per formare un Consorzio turistico (ASSOMAB). Hanno cominciato a valorizzare i Tratturi, a pianificare online una rete per offrire opportunità ai visitatori. E l’ultima frontiera in fase di esplorazione sarebbe quella di puntare sul trekking. Ma la strada è ancora lunga e senza una programmazione seria, Pietrabbondante resterà quel luogo incantato e raro, ma spopolato e senza futuro. Trovare lavoro, d’altronde, è un’avventura e la maggior parte dei giovani fa le valigie e va via, come gli emigranti di cinquanta anni fa, alla ricerca di una terra promessa.
A.Z.
Articolo pubblicato su alleanza democratica.eu
mercoledì 14 dicembre 2011
Cattura il presepe più bello
Un concorso per tutti gli amanti dell'arte del presepe
Inviate le foto del presepe che avete costruito in casa all'indirizzo del nostro blog e pubblicheremo fino al giorno della Befana i vostri scatti.
L'immagine migliore sarà premiata il giorno della Befana dal Comune di Pietrabbondante.
Potete inviare le foto all'indirizzo mail: pietrabbondanteblog@gmail.com
scrivendo nome e cognome ed eventualmente una breve didascalia. Le immagini saranno pubblicate ogni giorno nella sezione "Cattura il presepe più bello".
Non vediamo l'ora di vedere le vostre creazioni!! Il concorso è aperto a tutti, anche a chi vive in Alaska!
lunedì 12 dicembre 2011
Teatro Molise
Ma il Molise dov' è? Chi non avrebbe (quanto meno) qualche attimo di «spaesamento» prima di rispondere? Lo si confonde spesso con l' Abruzzo, lo si associa, a seconda dei versanti, con la Campania o la Puglia. Ma al di là della collocazione geografica, la piccola regione nel cuore dell' Appennino è praticamente sconosciuta. Un cuore di natura e storia dell' Italia tutto da scoprire. Non fatevi ingannare dal territorio relativamente piccolo. Tra la lineare costa di Termoli e le aspre vette del Matese, l' orografia è dolcemente movimentata e genera molte anime. Riconducibili, però, a una natura agreste che ancora prevale con gentilezza e nostalgia sugli sprazzi di modernità.
Questa è la terra dei contadini fieri, seppur vessati, dei romanzi di Francesco Jovine; e dei pastori, la «gente buona», del poeta dialettale Eugenio Cirese. Questa è la terra che ha vissuto per millenni lungo le vie della transumanza, lunghi mesi di esilio con gli animali ma anche di dialogo e di scambio con le genti dei paesi che si attraversavano.
La traccia dei tratturi. Ecco che una proposta per un weekend molisano può essere quella di seguire la traccia dei tratturi, delle vere e proprie autostrade della pastorizia che un decreto dell' epoca aragonese stabilì di una larghezza pari a 111 metri e 60 cm, un multiplo della misura di riferimento del regno, il passo napoletano. Il Molise è solcato da quattro grandi tratturi, il L' Aquila-Foggia (244 km), detto anche «tratturo regio», il Pescasseroli-Candela (211 km), il Celano-Foggia (207 km) e il Castel di Sangro-Lucera (127 chilometri). Ci sono poi i «tratturelli» di collegamento larghi dai 32 ai 38 metri. Se si escludono le strade principali, statali e provinciali, ancora oggi che la transumanza a piedi non si pratica più da almeno 30 anni sembra esserci una sorta di rispetto per queste vie dell' identità molisana, come è possibile constatare da qualsiasi altura. E le case confinanti continuano a non avere finestre o altre aperture sulla carreggiata. Città imperiale in miniatura.
Lungo i tratturi e nelle zone circostanti viaggia la storia della regione. Quella degli indomiti Sanniti che popolarono questi territori mettendosi a un certo punto a capo di tutte le gens italiche coalizzate contro Roma. E quella appunto dei Romani, infine vincitori con una feroce repressione. La prima arroccata sulle alture dove si custodivano i centri del potere ma senza una vera organizzazione urbana; la seconda a valle, costruita in modo razionale, sicura della sua potenza e della sua capacità di controllare e dominare qualsiasi pericolo. Un confronto di luoghi e di strategie. Prendiamo la straordinaria Sepino, in provincia di Campobasso, chiamata anche Altilia. Se l' antico insediamento sannita, Saipins, sorge con le sue rovine a quasi mille metri di altezza, giù sul Pescasseroli-Candela c' è una città imperiale in miniatura ottimamente conservata con il cardo e il decumano lastricati, la basilica con le colonne ioniche, il foro, le terme, il teatro, le porte fortificate. Su una di queste, una lapide ammonisce gli amministratori locali di non esagerare con i dazi (e le mazzette) da imporre ai guardiani delle mandrie di passaggio: Sepino era infatti una sosta doganale obbligata. Come nel Settecento Restaurata salvaguardando anche le case settecentesche costruite in alcuni punti sulle rovine, questo sito si può visitare a ingresso libero, sentendosi così un po' come i viaggiatori stranieri del Settecento. Anche perché non è difficile trovarvi pascolare le mandrie di ovini o di mucche podoliche. Nell' area, gli «stigli» (i covoni di legna) e la vite «maritata» attorno agli olmi e agli aceri testimoniano una viva presenza contadina. Più a ovest il paese di Bojano ha il suo contraltare sannita in alto nel borgo di Civita (poi sviluppatosi in epoca medievale, panorama spettacolare) e nei resti del tempio di Ercole Curino a Campochiaro (da visitare su richiesta).
Ma il posto più straordinario della civiltà autoctona è Pietrabbondante, tra le alture della provincia di Isernia. Per arrivarci si intravvedono o si attraversano una serie di paesini che si aggrappano sulle colline, conquistandone quasi sempre solo un versante. Ecco la suggestiva Pesche, una serie in verticale di viuzze e caverne, dove in questo periodo si svolge la rassegna «I presepi nel presepe»; ecco Carpinone, da dove parte (in estate) uno dei più emozionanti trenini d' Italia, su e giù per gli Appennini fino a Pescara; ecco Carovilli, famosa per i suoi formaggi, punto di incontro tra il Castel di Sangro-Lucera e il Pescasseroli-Candela, con una bellissima chiesa tratturale ai piedi di una roccia appena fuori dall' abitato; ecco Pescolanciano dominata dal castello medievale dei d' Alessandro (visitabile), dove è possibile cogliere gli emozionanti racconti della transumanza da Maria Assunta: chiedete di lei in paese, troverete una donna che dopo aver preparato per anni gli stazzi e aver aiutato le pecore a far nascere gli agnellini, ha portato un po' di femminismo in queste lande, vivendo il ' 68 da «pastora» («Le militanti cittadine, quando andavo alle manifestazioni, erano tutte incredule»).
L' abete bianco Pietrabbondante si raggiunge dopo aver attraversato la riserva di Collemeluccio, protetta dall' Unesco, uno dei rari posti in Italia che può vantare l' abete bianco autoctono. Lo straordinario sito archeologico domina da oltre mille metri di altitudine la valle del Trigno (sotto passa il Celano-Foggia): un imponente santuario per i sacrifici rituali e un teatro dove il Senato si riuniva per decidere le sorti del primo Stato confederato della storia. Particolarità: la platea ha i sedili ergonomici con lo schienale curvo. Un esempio «preistorico» di design.
Dall' omonimo paesino, che si estende sotto un' aspra roccia, la vista spazia fino ad Agnone, il celebre paese delle campane. Seguendo più a ovest il Castel di Sangro-Lucera si tocca sant' Angelo in Grotte, paese normanno con una caverna in cui si rivive il culto di san Michele Arcangelo. Qui la via della transumanza si unisce a quella dei pellegrini del XXI secolo che riscoprono a piedi la strada verso il santuario di Monte Sant' Angelo, sul Gargano. Più a valle, prima di entrare in terra pugliese, un' altra deviazione dal tratturo fa scoprire il sorprendente castello di Gambatesa, una rocca normanna interamente affrescata nel ' 500 da Donato Decumbertino, allievo del Vasari. Scene classiche, festoni di frutta, tromp l' oeil . E così, mentre tra le viuzze del paese nella notte di san Silvestro risuonavano (come adesso) le note dei suonatori del bufù (un particolare tamburo a frizione della tradizione molisana), il signorotto locale Andrea Di Capua, duca di Termoli, si poteva sentire come un Medici.
Articolo pubblicato su "Il Corriere della Sera" del 10 dicembre 2011. Firma di Alessandro Cannavò
mercoledì 7 dicembre 2011
TORNEO DI VOLLEY:Memorial LUCIO DI IORIO
L’associazione A.S.D. “Lucio Di Iorio” organizza
dicembre 2011 presso il Palazzetto dello Sport
di Pietrabbondante.
Le iscrizioni dovranno pervenire entro il giorno
22 dicembre 2011.
Per info su regolamento, telefonare ai seguenti
numeri:
334/1759811 (Antonio)
347/1779288 (Antonietta)
L'otto dicembre, la 'Ndocciata ad Agnone
L’antropologo Mauro Gioielli ne parlò come “il fuoco dei dadofori agnonesi” (portatori di fiaccole), ricercandone l’origine nella ritualità pagana. “I Molisani sono gli ultimi, autentici adoratori del Fuoco”, scriveva Gioielli, analizzando la figura divina ed ancestrale di Mithra (figlio del Sole e Sole egli stesso), rappresentato con una torcia in mano, le celebrazioni durante il solstizio d’inverno (collegate al rito del fuoco), le contaminazioni pagane con il Cristianesimo, fino alle ‘Ndocce, letteralmente “grandi torce”, oggi sempre più conosciute oltre i confini molisani.
La ‘Ndocciata è senza dubbio l’evento più atteso nella cittadina delle campane. Quando si avvicina l’otto dicembre (il giorno dell’edizione straordinaria) tutta l’attenzione degli agnonesi è concentrata nell’organizzazione del grande spettacolo del fuoco, nella definizione di ogni più piccolo dettaglio. E così, crescono le aspettative per l’evento turistico dell’anno. Se per alcuni versi, la ‘Ndocciata diventa come il festival di Sanremo - al centro di polemiche, pettegolezzi e talvolta proteste - dall’altro, riesce ad attrarre ad Agnone tantissimi visitatori, curiosi di partecipare alla sfilata degli uomini di montagna, che vestiti delle tradizionali cappe nere, sollevano le enormi torce infuocate, costruite ad hoc, con la maestria ingegnosa dell’artigiano agnonese.
Al rintocco della campana (ore 18.00), suddivisi nei cinque gruppi che corrispondono alle contrade di Agnone, le trasportano in corteo, mostrandole con orgoglio tra la folla, cimentandosi in piroette e performance spettacolari.
Quest’anno per la ‘Ndocciata dell’8 dicembre si prevede il tutto esaurito.
Il logo “Patrimonio d’Italia per la tradizione”, conferito al “più grande rito del fuoco del mondo” dal Ministero del Turismo ha contribuito alla conoscenza dell’evento in tutta la penisola italiana. Il programma stilato dalla Pro Loco, con il supporto del Comune, la Provincia di Isernia e la Regione Molise (Camera di Commercio di Isernia, Unioncamere, E.P.T., Associazione commercianti ed artigiani agnonesi, Comitato regionale UNPLI Molise) è ricco di iniziative, che tengono impegnati turisti e cittadini alto molisani da domani, fino al 10 dicembre.
Presepi artistici e curiosità natalizie si possono trovare dalle 18.00 a Palazzo Bonanni, nel centro storico. In Piazza Plebiscito, invece, si aprono le botteghe antiche, tra prodotti tipici ed enogastronomia. Mercatini natalizi ed artigianato artistico sono protagonisti in Piazza XX Settembre, dove si svolgerà anche la pesca di beneficenza a cura dell’Associazione AIDO e l’Oratorio Francescano G. Paolo II.
Poi l’otto, la ‘Ndocciata, a cui seguirà la “Notte del Fuoco” (ore 20.00). Un falò arderà in Piazza Plebiscito tra stands e musica.
Nei giorni della 'Ndocciata, non dimenticate di visitare Pietrabbondante.
Primo Piano Molise
Etichette:
'Ndocciata,
agnone,
fuoco,
patrimonio,
presepi,
spettacolo,
tradizione
Pietrabbondante in TV
martedì 6 dicembre 2011
Mali culturali
La puntata di Report di domenica sera, mostra cosa accade ai beni culturali in Italia, senza la giusta valorizzazione e gestione...
Date un'occhiata, cliccando qui:
venerdì 2 dicembre 2011
Pietrabbondante come Cuzco?
Foto di Franco Valente |
L'architetto Franco Valente ha individuato tra le mura poligonali sannitiche che circondano l'incantevole teatro, una pietra dai dodici angoli, come quella che si trova nell'antica capitale Inca del Perù.
Cliccando sul link qui in basso, scoprirete il perché:
http://www.francovalente.it/2011/11/30/anche-a-pietrabbondante-una-pietra-dai-dodici-angoli/
giovedì 1 dicembre 2011
Premiato Adriano La Regina
Adriano La Regina,
Presidente dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma, che dagli anni Settanta dirige le campagne di scavo nel sito del Santuario sannita di Pietrabbondante, ha ricevuto il "Premio Paestum Archeologia" durante la XIV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, ''quale riconoscimento per il lungo e continuo impegno in favore della tutela del patrimonio culturale''.
Il telefono cellulare può far male alla salute?
Dopo l'inchiesta andata in onda, domenica scorsa, su Rai Tre, nel programma "Report" di Milena Gabanelli, tanti si interrogano sugli effetti che la telefonia mobile (cellulari e cordless) può avere sul benessere umano. Di recente, l’Agenzia internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca sul Cancro ha classificato i telefonini come ‘potenzialmente cancerogeni per l’uomo’.
Utilizzare, quindi, i cellulari in modo corretto, può evitare di incorrere in rischi inutili.
I consigli:
- Usare l'auricolare
- Evitare di dormire con il telefono cellulare acceso di notte
- Evitare di tenere il cellulare sotto il cuscino
- Quando si viaggia in auto, aprire leggermente il finestrino
- Parlare al cellulare, evitando di "appiccicarlo" alle orecchie
Volete saperne di più? Guardate questa puntata di Report, dal titolo "L'Onda Lunga", cliccando sul link qui sotto:
http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-dbe508b1-0a45-4bfa-8252-a727bbeb2efd.html?refresh_ce
mercoledì 30 novembre 2011
Risolti i problemi idrici
Rientrata l'emergenza idrica, che in questi giorni ha visto il blocco del servizio dalle 22.00 all'alba del giorno successivo.
Stasera, il Consiglio Comunale discute di regolamentazione della caccia
PIETRABBONDANTE. È sotto choc il paesino alto molisano, per l’incidente di caccia di cui è stato vittima Alessandro Nerone, il pensionato di settantasette anni, ucciso per sbaglio da un amico durante una battuta. Mentre la magistratura indaga e segue le procedure relative alla vicenda, il Comune di Pietrabbondante ha pensato di prendere provvedimenti sull’attività venatoria e sulla sua regolamentazione.
Oggi pomeriggio, alle 17.30, durante il Consiglio Comunale, tra gli altri punti all’ordine del giorno, si discuterà delle normative che riguardano proprio l’esercizio della caccia. “Abbiamo intenzione – ha spiegato il sindaco del paesino, Giovanni Tesone, alla vigilia dell’assise civica – di invitare tutti i primi cittadini del territorio, le due Provincie e la Regione Molise, ad adottare un regolamento più severo, che tuteli l’incolumità delle persone, durante l’attività venatoria.
Ci sono tante persone che circolano nei boschi, dai raccoglitori di funghi ai cavatori di tartufi, a coloro che si occupano di tagliare la legna. Sarebbe necessario vietare l’utilizzo, durante la caccia, di alcune armi sofisticate, che sembrano essere armi da guerra”.
L’intento è di discutere, durante il Consiglio Comunale, della questione per sensibilizzare tutti gli organi istituzionali a regolamentare in modo più rigoroso l’esercizio venatorio. Tra le proposte, la delimitazione delle aree in cui è concesso svolgere battute di caccia, attraverso transenne e cartellonistica ben visibile ai cittadini e la possibilità di arginare le zone predisposte a tale attività ad una distanza maggiore dei 150 metri dai centri abitati e dalle strade provinciali e comunali. E poi le armi. Alcuni tipi di carabine, oggi permettono di esplodere proiettili quasi per un chilometro di distanza, con una velocità di 900 metri al secondo. Attrezzi letali e talvolta pericolosi. “La tecnologia – ha precisato Tesone – anche per quanto riguarda la caccia, va avanti. Così, oggi ci sono in commercio armi più potenti che in passato. Armi, che ad ogni modo, sono consentite dalla legge”. Oltre ai due tragici episodi delle ultime settimane, nei quali hanno perso la vita Nerone e Antonio Tedeschi, ci sono altre testimonianze che raccontano di fatalità evitate “per un pelo”. Cercatori di funghi e cavatori di tartufi della zona si sono ritrovati ad un passo dai proiettili. O con le auto, parcheggiate nei boschi, puntellate di colpi di fucile. Cresce, dunque, la preoccupazione e il confronto sull’argomento. Ci si chiede se sia il caso che i cacciatori abbiano maggiori attenzioni, nel praticare l’esercizio venatorio e se i controlli siano abbastanza. “Si tratta di pubblica incolumità - ribadisce il sindaco di Pietrabbondante, che rivolge un appello ai primi cittadini della zona – Sollecito i sindaci e i Comuni limitrofi a prendere insieme provvedimenti sulla questione. Inoltre, sarebbe importante un coinvolgimento diretto dei cacciatori, per la loro stessa integrità”.
Articolo pubblicato il 30 novembre 2011 su Primo Piano Molise
mercoledì 23 novembre 2011
Alto Molise spopolato. Ecco i dati dal 1.871 ad oggi
Foto di Alessandro Piccoli |
È la piaga dell’Alto Molise, lo spopolamento.
Se ne parla spesso nei paesini di montagna, dove i giovani vanno via alla ricerca di futuro e pochi temerari resistono. Il movimento “Almosava” – che mira all’unificazione del territorio dell’Alto Molise, Alto Sangro e Alto Vastese – ha pubblicato sul proprio sito ufficiale una serie di dati, che analizzano, comune per comune, l’impoverimento della popolazione.
Certificandone la desertificazione demografica, che risulta essere il doppio di altre zone interne della penisola.
Numeri preoccupanti, ma fin troppo evidenti agli occhi di chi vive nell’area.
Prendendo in considerazione i paesi dell’Alto Molise, si scopre che nel 1871 la zona era abitata da 43.980 persone. Oggi ne restano 14.403. Un terzo (circa) degli abitanti di centocinquanta anni fa. Nello specifico, ad Agnone si è passati da 11.615 abitanti ai 5.283 di quest’anno. A Belmonte del Sannio, dai 1.879 del 1871 agli 843 di oggi. Capracotta ha visto precipitare il numero dei suoi cittadini da 4.264 a 959. Carovilli, da 3.093 a 1.430, Castel del Giudice da 1.590 a 355, Castelverrino da 866 a 138. Tutti i paesini seguono, dunque, chi più chi meno, lo stesso trend. Pescopennataro, infatti, ha perso più di mille abitanti, passando da 1.394 cittadini nel 1.871 ai 310 di oggi. Stessa drastica sorte – forse più preoccupante - per Pietrabbondante, che ai tempi contava 4.067 abitanti e quest’anno si ritrova con solo 822 anime. Poggio Sannita, dal canto suo, ha visto scendere la sua popolazione da 2.907 persone a 795. San Pietro Avellana da 2.250 a 662, Sant’Angelo del Pesco da 1.246 a 370, Vastogirardi da 2.427 a 762. Un triste destino, che se non si darà una scossa all’economia e alla possibilità di lavoro, potrebbe portare ad una situazione ancora più tragica.
Primo Piano Molise del 10.11.2011
martedì 22 novembre 2011
FESTA DEI NONNI 2011
"Una giornata dedicata a tutti gli avi ed in particolare a Pasqualino Santangelo che compie 100 anni".
PIETRABBONDANTE. Torna l’appuntamento con “La Festa dei Nonni”. Da ora di pranzo (13.30), fino a sera, i nipoti di Pietrabbondante si dedicheranno alle celebrazioni per i loro avi. L’amministrazione comunale con la collaborazione della Pro Loco “Bovianum Vetus” ha infatti organizzato per oggi una giornata di festa negli spazi del centro polivalente “Toronto”. Si comincia con un pranzo in compagnia, poi nel pomeriggio il sindaco, Giovanni Tesone, introdurrà la recita di poesie scritte per i nonni dai bambini della quarta e quinta elementare del paesino. In seguito, saranno consegnati i premi di partecipazione e dalle 17.30 sarà celebrata una messa per tutta la cittadinanza. La giornata sarà accompagnata dalle note dei ragazzi del “Pappa Club” di Pietrabbondante.
“La Festa dei Nonni” quest’anno ha un ospite speciale. Si tratta di Pasqualino Santangelo, che il nove novembre scorso ha compiuto cento anni. Il festeggiato ha una storia memorabile. È stato militare durante la campagna d’Africa, catturato dagli alleati e deportato in un campo di concentramento in Inghilterra. Dopo le tragiche vicende, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, è tornato in paese, dove ha conosciuto la primogenita Gina, che aveva ai tempi già sette anni.
Pasqualino Santangelo ha lavorato per un lungo periodo nell’area archeologica di Pietrabbondante, partecipando a varie campagne di scavo, sotto la guida del professore Adriano La Regina, che per le doti acquisite, lo ha impiegato anche in altri siti archeologici del territorio romano.
Tante le vicissitudini che hanno segnato la sua vita. Santangelo ha infatti lavorato, per un periodo, in Svizzera, dove si è impegnato come operario in un’impresa edile, sperimentando la realtà dell’emigrante in terra straniera.
Tornato in Italia, si è dedicato all’agricoltura, tanto che ancora oggi è facile vederlo negli orti intorno la propria casa, mentre si destreggia nel coltivare i prodotti della terra. Una vita di gioie e dolori, a cui tutti i cittadini vogliono rendere omaggio, festeggiando oggi il suo centenario.
Tanti auguri anche da tutta la redazione di Primo Piano Molise.
A.Z.
lunedì 21 novembre 2011
Don Leonardo Sacco è il nuovo parroco di Pietrabbondante
Pietrabbondante ha un nuovo sacerdote. Si chiama, Don Leonardo Sacco, ha ventisette anni ed è originario di Duronia. Domenica scorsa, la cerimonia di insediamento guidata dal Vescovo Domenico Scotti, con la partecipazione dei cittadini di Pietrabbondante. Va via, dopo un anno e mezzo di attività, l’argentino Padre Giorgio Altamirano, che è stato trasferito dal Vescovo a Poggio Sannita. Una piccola rivoluzione per la Diocesi di Trivento, che di certo non ha evitato rumors e pettegolezzi nelle comunità ad alta quota.
Don Leonardo è stato accolto con buonumore. Per dargli il benvenuto, infatti, cittadini ed amministratori hanno organizzato un buffet negli spazi di Palazzo Carosella. Da ieri, invece, Padre Giorgio Altamirano è ufficialmente il parroco di Poggio Sannita.
venerdì 11 novembre 2011
FESTA DEI NONNI - 12 NOVEMBRE 2011
Domani, 12 novembre l'Amministrazione Comunale e la Pro-Loco "Bovianum Vetus" invitano i cittadini a partecipare alla tradizionale "FESTA DEI NONNI" che si terrà presso il Centro Polivalente "Toronto".
In tale occasione verrà festeggiato il nostro concittadino PASQUALINO SANTANGELO, nato il 9/11/1911, che ha compiuto 100 anni!!!
Qui di seguito il programma dell'evento:
ORE 13.30: Pranzo
ORE 16.00: Saluti del Sindaco;
- Recita di poesie dedicate ai nonni da parte degli alunni della IV e V elementare;
ORE 16.30: Consegna di un dono simbolico di partecipazione;
ORE 17.30: Celebrazione della Santa Messa (nel palazzetto);
La giornata sarà allietata da musiche proposte dai ragazzi del " PAPPA CLUB" di Pietrabbondante.
lunedì 7 novembre 2011
Il Quattro Novembre a Pietrabbondante
Bandiere tricolori, stendardi e medaglie, per rendere omaggio alla Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate del Quattro Novembre. La data simbolo che nel 1918 segnò la fine della Prima Guerra Mondiale. Trombe e tamburi della banda, a ritmo del Piave, il Silenzio, l’Inno di Mameli, hanno accompagnato il corteo formato da cittadini, bambini delle scuole elementari e medie e rappresentanti del Comune di Pietrabbondante dal municipio fino a Piazza Vittorio Veneto, dove ai piedi del Guerriero Sannita è stata deposta la corona d’alloro. Onore per i caduti di tutte le guerre. Tra i cittadini, Orlandino Di Iorio e Pasqualino Santangelo, che hanno combattuto e vissuto la tragica esperienza della guerra, hanno sventolato al vento il tricolore. Emblema dell’identità nazionale, che quest’anno celebra i 150 anni.
I bambini, davanti al monumento ai caduti, hanno recitato testi sulla pace e la fratellanza tra i popoli. Il sindaco, Giovanni Tesone, ha ricordato tutti coloro che hanno combattuto durante i due grandi conflitti bellici.
giovedì 3 novembre 2011
QUATTRO NOVEMBRE 2011
Si celebra domani la Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, per ricordare la data simbolo che nel 1918 segnò la fine della Prima Guerra Mondiale. Anche Pietrabbondante vuole commemorare i caduti di tutte le guerre con una cerimonia solenne.
L'appuntamento è alle 9.45 davanti il Municipio. Alle 10.00 nella Chiesa di Santa Maria Assunta viene celebrata la messa. Per terminare, alle 11.00, con la deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti, in Piazza Vittorio Emanuele.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
La festa del quattro novembre è l’unica nella penisola che abbia attraversato le età dell’Italia liberale, fascista e repubblicana. Fino al 1977, la data veniva considerata come giorno festivo, poi, per una riforma del calendario, la celebrazione è stata ricollocata nella prima domenica di novembre. Tra gli anni Ottanta e Novanta, l’importanza della ricorrenza è andata perdendosi. Ma, con la Presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi, è ritornata in auge ed ancora oggi è particolarmente sentita. In questa occasione, le più alte cariche dello Stato rendono omaggio al “milite ignoto”, la cui salma riposa nell’Altare della Patria di Roma, e fanno visita al sacrario Redipuglia, dove sono custodite le salme di centomila caduti durante la grande guerra del 1915-1918.
Quest'anno, il quattro novembre acquisisce un valore aggiunto con il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.martedì 11 ottobre 2011
Nozze d'Oro Carmela e Rosario
Nozze d'oro per due cittadini di Pietrabbondante. Domenica scorsa, Carmela Di Tata e Rosario Policella hanno festeggiato cinquant'anni di matrimonio, rinnovando il loro patto d'amore.
Carmela (71 anni) e Rosario (73 anni) si sono sposati il 28 settembre del 1961. Tanti auguri da tutta la redazione di Pietrabbondanteblog, dall'amministrazione comunale e da tutta la cittadinanza.
lunedì 10 ottobre 2011
Scoperta a Barrea la tomba di un guerriero sannita in ottimo stato di conservazione
E' stata scoperta qualche giorno fa una tomba sannitica, risalente al IV secolo a.C. All'interno, è stato rinvenuto lo scheletro di un guerriero sannita, circondato da armi ed oggetti personali. Il prezioso ritrovamento è avvenuto nell'area archeologica di Barrea, in provincia de L'Aquila. Lo stato di conservazione è ottimo, per questo archeologi ed esperti avranno la possibilità di approfondire le ricerche e cogliere nuove informazioni sul popolo dei Sanniti e sul loro insediamento nel territorio del Parco Nazionala d'Abruzzo.
venerdì 7 ottobre 2011
San Vincenzo torna a casa
Per il patrono di Pietrabbondante è arrivato il tempo di tornare nella sua dimora naturale.
Domenica 9 ottobre, la seconda domenica del mese, come da tradizione, la statua di San Vincenzo Ferreri sarà trasportata dai cittadini del paese dalla Chiesa di Santa Maria Assunta lungo la stradina che giunge a valle.
La giornata in onore del Santo comincia alle 8.30 con la Messa nella Chiesa principale di Pietrabbondante. Finita la celebrazione, la statua, che pesa quasi tre quintali, viene portata a spalle dagli uomini del paesino per tre chilometri, fino alla "Casa" di località San Vincenzo. Dopo esser posizionata sull'altare, il sacerdote celebra un'altra Messa in onore del patrono. E per finire, il Comitato Feste offre un pranzo a tutti i cittadini, nell'area pic nic adiacente la Chiesetta. In caso di pioggia, il convivio sarà spostato negli spazi dell'edificio scolastico di Pietrabbondante.
Volete sapere il menù?
Il primo piatto prevede pasta con pancetta, mentre per secondo ci sarà una gustosa portata di cinghiale in umido.
Non mancate!!
mercoledì 5 ottobre 2011
Visita al teatro con Franco Valente
Visita guidata domenica scorsa nell'area archeologica di Pietrabbondante con l'architetto Franco Valente.
Lo storico ha raccontato perchè, secondo varie teorie, nel nostro territorio era situata l'antica città di Aquilonia. Valente parte dall'espressione "i catunzi di Pietrabbondante". "A fine '800 - ha spiegato - un archeologo romano parlò di una visita nella città di Catunzia, parola che in osco e poi tradotta in latino fa riferimento ad Aquilonia. Il testo di Tito Livio indica il luogo dell'ultima battaglia, nel 289 a.C., dei Sanniti contro Roma, per la quale furono convocati tutti i giovani valorosi del Sannio". L'architetto si riferisce alla "lintaeata", la zona rettangolare delimitata da teli di lino in cui i guerrieri sanniti avrebbero fatto un giuramento "fino alla morte". "Tito Livio - ha aggiunto Valente - sembra che descriva proprio la forma di un teatro. Dice, inoltre, che il luogo misurava 200 piedi di larghezza, che corrispondono a 54 metri, la stessa misura delle mura che circondano il teatro".
Lo storico molisano ha anche sottolineato che i sedili delle prime tre file del teatro non erano riservati a personaggi particolari, ma molto probabilmente coloro che sedevano ai primi posti avevano pari dignità degli altri. Un 'ulteriore conferma dell'ipotesi che vede nel teatro il luogo dell'assemblea di tutti i rappresentanti e le più alte cariche delle tribù dell'intero Sannio. "Bisogna ricordare - ha concluso Valente - che il teatro di Pietrabbondante è l'unico al mondo di stile ellenistico con sedili anatomici".
“Pietrabbondante paese mio”, il libro che ripercorre la storia antica del centro altomolisano
Un viaggio a ritroso tra i ricordi, quelli dell’infanzia, di un passato a volte dimenticato, ma che rivive nelle tradizioni, nelle leggende, nei personaggi che hanno fatto la storia di Pietrabbondante. Pasqualina Fantini, originaria del paese in cui oggi risiede la più ampia testimonianza del mondo sannita, ha ricostruito in un libro la vita e la dimensione socio-culturale di quando era bambina, scavando indietro nelle memorie degli antenati. Centosessanta pagine di ricerche testuali e iconografiche, da cui viene fuori un lavoro semplice ed allo stesso tempo meticoloso. Dal titolo “Pietrabbondante, paese mio”.
“Sono nata nel Sannio – scrive la Fantini nella presentazione del libro – terra impervia, aspra, madre di un popolo fra i più gloriosi che ricordi la storia, non tanto per le conquiste o per i confusi e sempre inquieti rapporti e disastrosi conflitti con Roma, non tanto per il prestigio della sua civiltà attinta da quelle greca ed etrusca e trasmessa a quella cosiddetta italica, quanto per i suoi monumentali, maestosi edifici del periodo preromano”. Di qui si dispiegano le vicende che nascono dalle radici. Si alternano racconti sui personaggi e gli eventi più significativi, come l’inaugurazione del monumento ai caduti, il 22 ottobre del 1922. O le figure più caratteristiche, come quella del “banditore”, incaricato di diffondere le notizie con la sua inseparabile trombetta. Momenti corredati dagli articoli dei giornali del tempo.
Nella prima parte del libro, Pasqualina Fantini (nata a Pietrabbondante nel 1940, ora vive a Roma) si sofferma sui lavori contadini: mietitura e trebbiatura, sfogliatura del granturco, estrazione dell’olio. Descrive le attività artigianali, oggi purtroppo scomparse. Racconta delle mandrie, del bucato all’aperto alla “Fonte Vecchia”, dei piatti tipici della tradizione. E poi gli anni della scuola, quando le classi erano numerosissime e gli edifici (anche quelli delle contrade) erano pieni di alunni. Infine, lo sguardo sulla religiosità popolare, sul culto di San Vincenzo Ferreri, gli usi e i costumi, gli episodi più esclusivi, come quello delle “verginelle”, le bambine pagate per pregare..
La seconda parte del libro è invece incentrata sulla storia del treno, la vecchia ferrovia “Agnone – Pietrabbondante – Pescolanciano”, costruita nel 1906 e poi distrutta inesorabilmente dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943. La Fantini ricorda “il trenino bianco dalle poltroncine di velluto rosso”, ne ripercorre le vicende. “Il Molise - scrive la pietrabbondantese – fu interessato dalle costruzioni ferroviarie a partire dal 1885, con la linea che collegava Termoli-Campobasso-Benevento, successivamente nel 1906 quella più importante, che avrebbe unito Sulmona-Carpineto-Caianello, con una diramazione verso Campobasso. […] Per la linea Agnone-Pietrabbondante-Pescolanciano si deve attendere il 1906, in quanto le vicissitudini politiche, economiche e sociali dell’inizio del secolo avevano concesso la priorità ad altre scelte, non ultime le pesanti pressioni politiche sul territorio che avevano dato la preferenza alla zona di Roccaraso piuttosto che all’alto Molise. E così l’Ing. Berenganica avanzò la richiesta di concessione della nostra ferrovia, detta “Sangritana” e di una Società Anonima per Azioni da creare ad hoc. […] Le scelte tecniche e funzionali di questa ferrovia in miniatura furono straordinarie ed indovinate per quei tempi, verosimilmente invidiabili da altre iniziative analoghe”. Peccato che oggi le ferrovie stiano sparendo.
Primo Piano Molise
A.Z.
giovedì 22 settembre 2011
AVVISO IMPORTANTE
Vogliamo ricordare che chiunque può aggiungere informazioni di qualunque tipo(feste, pubblicità, compleanni, notizie etc...), nello spazio dedicato a tutti voi lettori "Di la tua" che trovate nel blog.
Per cui si esorta a non fare richiesta per l'inserimento di notizie ma di provvedere autonomamente.
Ci riserviamo la libertà di pubblicare nella home page, le informazioni di maggior rilevanza, come ad esempio centenari, eventi riguardanti la comunità ed info utili.
lunedì 12 settembre 2011
“A Pietrabbondante l’area sacra più importante della nazione sannitica”
A. La Regina : “luogo fulcro di religiosità e di politica del Sannio”
Un’altra zona, oltre il recinto che dà sull’antica strada che sembra attraversare l’antico Santuario sannitico/italico di Pietrabbondante, è stata quest’anno oggetto di scavo. Rinvenuti altri due edifici di culto, nei quali sono stati trovati cimeli votivi, una statuetta di Ercole, paraguance, ghiande missili (proiettili di piombo da lanciare con la fionda) e poi armi, ceramiche.
“La presenza di queste strutture – ha spiegato l’archeologo La Regina – è la conferma che ci troviamo nell’area sacra principale, nel grande Santuario della nazione sannitica, in cui si veneravano culti di divinità diverse. Il periodo di riferimento è quello che va dal V sec. a. C. alla Guerra Sociale”. Secondo le rivelazioni del Presidente dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma, la presenza di santuari minori nel territorio circostante Pietrabbondante (vedi Vastogirardi, Schiavi d’Abruzzo, Colle Vernone-Ortovecchio) è la riprova che l’area archeologica del paesino alto molisano sia stata il centro più importante, il luogo fulcro della religiosità e della politica del Sannio. “Ciò viene fuori – ha aggiunto La Regina - non solo dagli edifici, ma anche dalle raffigurazioni e le iscrizioni in osco”. La zona a monte della strada che costeggia il complesso tempio-teatro sarebbe quindi densamente occupata da strutture sacre, mentre la zona a valle da templi, tempietti, sacelli disposti in modo diffuso e circondati da boschi e luoghi ameni, nei quali si usava organizzare fiere o spettacoli.
Dalla Guerra Sociale in poi, cominciò però a perdersi il carattere di religiosità nazionale. “Forse sono rimaste forme di religiosità pagana – dice l’archeologo – In epoca romana si cominciano a costituire i municipi e decadono i santuari minori. Ma bisogna sottolineare che le chiese o le aree sacre non vengono distrutte, c’era rispetto sia per la venerazione religiosa, sia per timore di Dio. Distruzioni, invece, sono avvenute da parte dei cartaginesi, i quali hanno saccheggiato a lungo queste zone. I Sanniti vengono sempre descritti come i più acerrimi nemici di Roma, invece sono stati tra i pochi alleati dei romani nella difesa del territorio italiano dai cartaginesi”.
Tra le altre novità emerse durante la recente campagna di scavo, i resti di un edificio la cui costruzione sarebbe stata interrotta nel periodo della fine della Guerra Sociale. Le indagini sono state svolte in un’area già esplorata negli anni Settanta e poi ricoperta. Sono stati trovati lastroni di pietra appartenenti ad una struttura in fase di costruzione. Accanto, il cantiere dove gli scalpellini preparavano i vari blocchi di pietra per realizzare gli edifici. I reperti stavolta resteranno dissotterrati, come testimonianza di una fase edilizia interrotta, che segna l’inizio della fine dello splendore della civiltà sannitica a Pietrabbondante.
da:Primo Piano Molise
ADRIANO LA REGINA RACCONTA ...
NUOVE SCOPERTE DAGLI ULTIMI SCAVI
PIETRABBONDANTE. Cappello alla “pescatora” bianco e macchina fotografica al collo. Si aggira tra i tesori dell’antico Santuario sannita di Pietrabbondante, Adriano La Regina, tra quei resti di edifici imponenti, appartenenti ad un lontano passato, che lui stesso ha riportato alla luce. Ne conosce i minimi dettagli, ne scruta le particolarità, i linguaggi, le storie. Dopo più di tre mesi dall’apertura della nuova campagna di scavi nell’importantissima area archeologica di Pietrabbondante, abbiamo incontrato il Presidente dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma, che dagli anni Settanta si occupa di scoprire le meraviglie del Sannio. Ci ha raccontato le novità emerse dalle nuove attività di scavo, le più recenti consapevolezze. Una di queste riguarda la “domus publica”, un vero e proprio unicum in Italia.
“Abbiamo continuato ad indagare nella zona della “domus publica” – ha detto La Regina parlando della grande residenza sannitica in cui venivano ospitati i personaggi istituzionali del tempo, per occasioni religiose ed alleanze politiche - ma la ricerca non è finita. L’edificio è stato individuato nelle linee generali e sono emerse fasi edilizie diverse, in ragione dell’uso che se n’è fatto nel tempo. La grande novità di questa casa è il portico quadrangolare aperto nella parte posteriore e l’ambiente contrapposto al tablino: un’aula per le riunioni o la curia dei sacerdoti, dove si trovavano per i banchetti o per trattare su questioni importanti”.
La struttura, ora in fase di restauro, ha avuto una vita lunga e complessa. Gli studenti guidati dagli archeologi hanno rinvenuto due livelli di pavimenti, che testimoniano i diversi utilizzi della casa. Dopo le funzioni di uso pubblico, in epoca sannitica, si presume ci sia stata una fase di decadimento. In età augustea la domus fu ristrutturata, probabilmente, dalla famiglia dei Socelli. Famiglia facoltosa che aveva il controllo dell’area. Poi, ci sarebbe stato un periodo di impoverimento delle attività produttive della famiglia e dunque dell’intera zona. “La maggior parte dei metalli – sottolinea l’archeologo – sono scomparsi. Questo è un ulteriore elemento da cui si può capire che dalla metà del IV secolo non ci sono tracce di vita nella casa. Ci furono saccheggi, asportazioni di metallo. Venivano demoliti anche i monumenti per estrapolare le grappe di bronzo, che servivano per tenere unite le pietre”. Insomma, una parte del Santuario, il più importante luogo di riferimento politico e religioso per i Sanniti, fu abbandonata, in altre zone continuò la vita. L’anno prossimo, dopo il restauro, la domus sarà pronta per essere aperta al pubblico. Un altro prezioso tassello della storia dei nostri antichi antenati potrà essere fruibile ai visitatori, che arrivano da tutta Italia e da vari angoli del mondo, per vivere l’autentica dimensione culturale e paesaggistica che l’area archeologica offre.
Altre indagini sono state svolte su altri edifici. Per esempio, intorno ai portici accanto al tempio piccolo (Tempio A), dove sono stati scoperti due livelli: uno superiore, in cui si trovavano le botteghe con colonnato in mattoni - che si affacciavano lungo un’importante asse stradale - risalenti ad un periodo successivo ai Socelli; l’altro inferiore, contemporaneo al Tempio A sannitico. In quest’area sono stati ritrovati resti di sacrifici animali, dedicati alle divinità e il “fulgor conditum”. Si tratta di un particolare rito religioso sannitico, che consisteva nel seppellire gli oggetti colpiti da un fulmine. L’anno scorso è stata scovata proprio in questa zona una statuetta chiaramente danneggiata dalla saetta “divina”.
A.Z
da: "PRIMO PIANO MOLISE"
Iscriviti a:
Post (Atom)