Il senese Cesare Brandi, tra i più grandi critici d'arte italiani, scriveva così sul Corriere della Sera del 12 luglio 1977 su Pietrabbondante: "…il tempio sta in un prato, come i birillini sul feltro di un biliardo: e sembra piccolo, così dall'alto, raccolto e perfetto come una scacchiera. Ma poi si scende e si vede che non è piccolo: il corridoio anulare intorno al podio altissimo, il muro a pietre poligonali (…) e, nella cavea del teatro, sedendo nei magnifici sedili, il paesaggio che fa scena naturale, anche se naturalmente il teatro ebbe la sua scena (…)".
E ancora : "Pietrabbondante, con la sua aria leggera che sfugge dai polmoni, il fresco gentile che ritempra, la visione circolare immensa: e in questa cornice i podii dei templi, il teatro, come lasciati cadere dal cielo. È un luogo sacro anche oggi".
In questo luogo, scriveva invece Amedeo Maiuri (Passeggiate Campane, Firenze, 1959), sembra di essere in "una piccola e umile Delfi italica, senza ricchezze, senza tesori, senza offerte di templi e di bronzi, nel santuario di un popolo di guerrieri e di pastori".
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